Un articolo di Arnaldo De Porti sui pericoli della strada    

 

Che l’industria motociclistica abbia fatto passi da gigante rispetto ai miei tempi durante i quali
potevo correre nelle ambite e gloriose Gilera-Saturno, Guzzi 250, Vespe e Lambrette ecc. già frutto di una tecnologia meravigliosa, non ci piove. Ricordo che, quando usavo queste moto, senza casco, senza tute protettive e talvolta persino vestito con una certa eleganza, lo scopo era quello di fare un viaggetto turistico per staccarmi dalla città e raggiungere qualche bel posto ove improvvisare anche un pic-nic, dopo aver goduto, durante la corsa, il paesaggio che man mano attraversavo, magari in compagnia della “moroseta”, facendo incetta di aria buona per i polmoni. Quando si correva forte, anzi fortissimo, al massimo si superavano i 100 km/h., nelle strade che lo permettevano, ovviamente.
Oggi è così ? Certamente no. Può essere che io sbagli, che non sia allineato con i tempi che corrono, ma mi par di poter dire che oggi la motocicletta non risponde più alle caratteristiche per le quali, soltanto cinquanta anni fa, essa era stata concepita: oggi essa si è trasformata infatti solo in un bolide, capace di volare oltre i 200 km/h, talvolta anche nelle strade urbane, e quasi sempre nelle strade provinciali senza che le forze dell’ordine possano multare gli indisciplinati (un buon 80%) , impedendo a detti indisciplinati menefreghisti del codice stradale che sfreccino, in sorpasso oppure in senso contrario, a pochi centimetri dalle auto facendo prendere un “colpo” a chi guida l’automobile, magari per portare tranquillamente la famiglia a fare una legittima escursione domenicale o altro.
Detto questo, sia pur in maniera forzatamente garbata ed educata, vorrei andare alla sostanza. Oggi, nelle nostre strade, esiste il problema dei motociclisti della domenica che, in gruppo come ciclisti, si sbizzarriscono sulle strade determinando gravi e molti potenziali pericoli senza che la polizia stradale sia in grado di rimediare al problema in quanto anche gli strumenti laser in dotazione alle forze dell’ordine, come mi ha detto un poliziotto, non riescono a fotografare le targhe delle moto.
Domanda: “ E’ giusto che un automobilista venga multato di centinaia e centinaia di Euro perché ha superato senza pericolo alcuno di soli 10-20 km/h il limite consentito quando certi motociclisti lo
superano anche di 100 ? A volte determinando confusione e rumore infernale, quasi da infarto,
quando ti passano accanto ?
Adesso è appena incominciata la stagione per le moto. Dovremmo pazientare fino all’inizio del
prossimo inverno per prendere dei provvedimenti ? Oppure il codice è uguale solo per gli
automobilisti e non per le moto ? Perché le forze dell’ordine non controllano in strada certi
serpentoni di motociclette che, a mio parere, tutto fanno tranne che turismo come si faceva nei bei tempi di qualche anno indietro ? Infatti che gusto c’è correre come alieni, non vedendo niente
durante la corsa e con moto che nulla hanno a che invidiare a certi catafalchi che producono solo
rumore e profitto a chi li costruisce, e spesso forti guadagni anche agli impresari di…pompe
funebri ?
Non sarà che, per viaggiare sicuro in macchina nel caso di scontro con una delle predette moto
indisciplinate, dovrò rispolverare, per proteggermi, la “ Jeep americana da guerra del 1941” di cui
a foto con il sottoscritto ?

 

Arnaldo De Porti

 

 

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Piazza Scala - giugno 2011