VITTORIO E MARIA RITA


Venendo da Trento, il primo paesino che si incontra in Val di Non è Mollaro. Vi sono tornato il mese scorso.
Partendo da dove una volta vi era la fermata del trenino a scartamento ridotto Trento-Malè (affettivamente chiamato “La vacca della val di Non" per la sua lentezza), inoltrandosi verso il centro del paese per poche centinaia di metri, sulla sinistra si scorge la villa che fu del Senatore Enrico Conci. Un personaggio che ebbe notevole peso nella storia nazionale, Senatore del Regno nel 1920 per il partito popolare e nel 1948 con Alcide Degasperi suo antico compagno di lotte politiche ed irredentiste quando quelle terre erano ancora sotto il dominio dell'Austria. Conobbi lui e la sua famiglia (cinque figlie e due nipoti) molti anni fa.
La villa di cui dicevo oggi appare un poco abbandonata e si prova un forte sentimento di pena per la fuggevolezza del tempo e per il ricordo di quando era brulicante di vita specie in estate quando vi si trasferiva tutta la famiglia da Trento. Veniva anche il Dott. Franceschini, notaio a Trento, appassionato sciatore con il quale ebbi numerose piacevoli conversazioni.
L'ultima volta che vidi il senatore fu quando tornai a Mollaro per presentargli mia moglie.
Giungendo , dopo essere entrati nel giardino, attraverso i vetri vedemmo subito quel grande vecchio con la testa canuta chinata sulla scrivania. La tragedia sul Brenta si era già consumata.
Con la sua semplicità e signorilità ci riservò una cordiale accoglienza.
Nel ricordo affiora Elsa la primogenita del senatore divenuta amica di mia madre parlamentare nel dopoguerra e collaboratrice di Alcide Degasperi (venuto diverse volte nella villa). Per il suo impegno politico e la passione era stata soprannominata  “la pasionaria bianca”-
Del breve periodo in cui abitai con la mia famiglia a Mollaro sicuramente quello della famiglia Conci è il più bello ed esemplare. La mia famiglia si legò con amicizia a loro. Molte cose ci legavano compreso un forte sentimento antifascista.
Sulle posizioni politiche e sulle conseguenze non mi soffermo.
Il ritorno di quest'estate era stato progettato sopratutto per una pietosa visita al piccolissimo cimitero proprio adiacente la villa.
La famiglia Conci era molto religiosa con una fede così profonda che accompagnava ogni ora delle loro vite nella buona e nella cattiva sorte
La fede consentì loro di sopravvivere al tremendo lutto del 29 luglio 1950.
I nipoti del senatore erano Vittorio e Maria Rita Franceschini figlia del notaio di cui ho parlato più sopra. Erano bei ragazzi con carattere allegro una profonda fede religiosa ed una grande passione: la montagna.
In quel lontano luglio, in compagnia di una amica che condivideva la loro passione ma non la fede religiosa, essendo atea dichiarata, erano partiti all’alba per una gita sul ghiacciaio del Brenta. La diversa posizione religiosa non era mai stata un ostacolo per la loro amicizia essendo la tolleranza parte integrante del loro comune patrimonio culturale.
Si erano seduti per riposare. Non si sa come scivolarono giù giù sino ad un canalone
dal cui fondo non fu per loro possibile uscire.
Si salvò l'amica. Vittorio e Maria Rita morirono stremati dal freddo dopo aver compiuto fin che poterono opera di apostolato nei confronti dell’amica.
Qui mi fermo.
Quando il furgone funebre giunse a Mollaro per l'inumazione nel piccolo cimitero, proprio adiacente la villa, qualcuno udì il senatore commentare : “Dio ce li ha dati e Dio ce li ha tolti”.
La fede era già arrivata in soccorso.
Ho sostato dinanzi a quella singolare tomba ove affiancati riposano Vittorio e Maria Rita.
Non avevo potuto comprare neppure un fiore. Vi ho lasciato molto di più. Avevano  rispettivamente venticinque e venti anni.
 

Giovannino Noera - giugno 2011

 

Commenti
- 20 giugno 2011 - da Roberto Liberali: Ho letto l'articolo in oggetto e vorrei far presente al
   collega Giovannino Noera che non è esatto dire che "Venendo da Trento, il primo paesino che si
   incontra in Val di Non è Mollaro" in quanto, sia che si utilizzino le strade "destra" oppure
   "sinistra" del fiume (torrente) NOCE, se ne incontrano molti altri di paesini e/o frazioni prima di
   arrivare a quello di Mollaro (che è una frazione di Taio). Questo lo posso affermare con
   cognizione di causa in quanto dopo il pensionamento dalla nostra "Comit" mi sono trasferito da
   Milano e sono felicemente residente proprio in un paesino (dove era nata mia madre) della
   bassa Val di Non.
   
21 giugno 2011- risponde Giovannino Noera: CARO LIBERALI TEMO CHE NON CI SIAMO CAPITI.
   ARRIVA ,SEGUENDO LA VECCHIA STRADA, LA' OVE ERA LA STAZIONE DELLA "VACCA DELLA VAL
   DI NON". EBBENE PARTENDO DA LI' ENTRI A MOLLARO. A PARTE CIO' MI FA MOLTO PIACERE
   CONDIVIDERE CON TE IL RICORDO DI QUELLA TERRA. SCRIVIMI PER FAVORE.

 

 

Giovanni Noera


Collega ex Banca Commerciale Italiana, si è laureato all'Università di Torino e deve la sua formazione culturale ai tanti incontri avuti nelle sue varie residenze per motivi di lavoro.

Numerosi sono i suoi viaggi negli USA e in Europa, oggetto di suoi articoli. Nato in Sicilia; ha vissuto in Friuli, Trentino, Lombardia e Liguria. Da diversi anni vive a Modena in Emilia.
Ha pubblicato tre romanzi:
- «Tempi perduti e ritrovati» (1° premio concorso
   letterario)    "La Vecchia Lizza a Marina di Carrara");
- «Per caso per sempre» (2° premio... Marina di
   Carrara)
- «Son tornate a frinir le cicale» (Delta 3 edizioni).
Il romanzo «C'e una logica nel destino?» è arrivato 2°al premio letterario «L'inedito». I racconti presenti nella raccolta "Emozioni" hanno ricevuto il primo premio - XIV° edizione concorso letterario «Padus Amoneus» a Parma). Ha collaborato con alcuni periodici.

 

 

 

 

 

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