Allego il mio esposto-denuncia al Ministro della Salute relativo, secondo il mio parere, alle irregolarità della struttura complessiva del FSI Intesa Sanpaolo. 

Spicca in modo preponderante la circostanza che il FSI, istituito a fronte di norme il cui spirito è la copertura/integrazione delle prestazioni SSN in un regime di solidarietà e mutualità tra gli iscritti con particolare riguardo alle persone di età avanzata, fornisce prestazione ed impone contributi in funzione dello stato sociale dell'aderente con l'aggravante che chi ha più necessità di assistenza (il pensionato) è decisamente penalizzato costringendolo di fatto a revocare l'iscrizione (dal bilancio 2013 risulta che il 34,3% dei neo pensionati ha abbandonato il Fondo). 

Se quanto affermo sono solo fantasticherie ho chiesto che il Ministro mi fornisca le delucidazioni del caso altrimenti dovrà indicarmi le iniziative che intende intraprendere.
Antonio De Rosa

Gruppo Facebook ESODATI GRUPPO INTESASANPAOLO (oltre 900 iscritti)

 

 

Oggetto: Esposto-Denuncia per irregolarità nella gestione del Fondo Sanitario Integrativo Intesa Sanpaolo

 

Il sottoscritto Antonio De Rosa in relazione alle incongruenze e sospette violazioni delle norme legislative del Fondo Sanitario Integrativo del Gruppo Intesa Sanpaolo di cui è un iscritto

 

espone

 

quanto segue:

 

Premesso che:

* lo statuto di tale Fondo prevede due distinte categorie di iscritti "in servizio" e "in pensione" con bilanci separati;

* la contribuzione degli iscritti in servizio è l'1% della retribuzione lorda (più un contributo aziendale annuale di ca. 1000 euro per ogni dipendente iscritto) e 0,10% per ogni familiare a carico con un max di 0,30% mentre la contribuzione dei pensionati è del 3% sulla retribuzione lorda e 0,25% per ogni familiare a carico con un max dello 0,75%, peraltro ai titolari di pensione di reversibilità, la contribuzione è calcolata su quanto avrebbe percepito il pensionato deceduto e non sull'effettiva pensione;

* le prestazioni e i rimborsi, senza entrare nel dettaglio, sono decisamente a sfavore della categoria pensionati sia come percentuale che come valore (un esempio spese per cure dentarie: 1.500 per "in servizio", 600 per i "quiescenti");

* in caso di bilancio negativo della sezione Pensionati è previsto un giro contabile da quella degli attivi del 4% (6% dal 2014) della contribuzione annua di quest'ultimi (se in attivo) che è risultato e risulta assolutamente insufficiente;

* le riserve dell'iscritto in servizio sono girate alla sezione pensionati qualora il dipendente decida di mantenere l'iscrizione al Fondo nel caso contrario rimangono nella gestione "in servizio";

* le decisioni economiche sono prese non dal CdA ma dalle fonti istitutive (Azienda e Organizzazioni Sindacali) - art. 8 dello statuto.

 

Da quanto sopra si può rilevare immediatamente la sostanziale differenza tra le due categorie di iscritti con grande penalizzazione della sezione pensionati.

Le regole del FSI Intesa Sanpaolo stabiliscono prestazioni e contribuzioni agli iscritti non in quanto tali ma in base al suo stato sociale, in contrasto con il principi della solidarietà e mutualità come richiamati nell'art. 2 dello statuto "Il Fondo Sanitario, privo di fini di lucro, nell’ambito dei valori mutualistici e di solidarietà sociale, ha scopo esclusivamente assistenziale ed è preposto ad erogare agli iscritti ed ai rispettivi familiari beneficiari prestazioni integrative e sostitutive di quelle fornite dal Servizio Sanitario Nazionale anche in caso di perdita dell’autosufficienza, con rimborsi operati in via diretta, ovvero, in tutto od in parte, per il tramite di polizze di assistenza sanitaria, di cui risulti o si renda contraente."

Il principio a cui si è ispirato il legislatore dovrebbe essere quello di un'assistenza sanitaria integrativa per tutti gli iscritti e di mutualità, senza alcuna condizione ma con particolare riguardo alla categoria degli anziani oggettivamente più bisognosi di cure mediche tant'è che il decreto 8/11/2009 stabilisce il vincolo del 20% delle risorse alle prestazioni di "rilevanza sociale" per persone non autosufficienti.

Va anche detto che nonostante aver incrementato con decenni di versamenti le riserve patrimoniali del Fondo Sanitario Integrativo Intesa Sanpaolo, a fronte di un utilizzo minimo delle prestazioni (quando si è giovani la società ci "insegna" che ci ammala di meno), nel momento di maggiore necessità il Fondo riduce le prestazioni ed aumenta sproporzionatamente le contribuzioni, inducendo pensionato a non rinnovare l'iscrizione.

Il risvolto di tale politica e la conferma di quanto sopra la si può ritrovare nella percentuale di abbandono dei neo pensionati che nel 2013 è stata del 34,3%. Si tratta di persone che avrebbero dovuto mantenere comunque l'iscrizione al Fondo Sanitario per la loro età avanzata ma le prestazioni peggiorative e sopratutto l'incidenza significativa della contribuzione sulla propria situazione economica già ridotta hanno determinato la volontà di revocare l'iscrizione al Fondo Sanitario (una famiglia monoreddito con due figli e moglie a carico pagherà il 3,75% della pensione lorda che ovviamente rapportata al netto raggiunge ca. 5% se non di più). La citata percentuale di mancati rinnovi (34,3%) del personale in quiescenza fa' quindi ritenere che questo Fondo non ha quella funzione sociale che il legislatore si prefiggeva con conseguente incremento della spesa del SNN.

 

C'è ancora da dire che mentre la sezione pensionati ha fatto registrare sistematicamente il bilancio in rosso e ciò era già scontato dalla costituzione del FSI, impensabile ritenere che con le regole applicate si raggiungesse il pareggio, la sezione "in Servizio" registrava altrettanto sistematicamente un saldo di gran lunga positivo. Nonostante quindi un bilancio complessivo del Fondo attivo, il disavanzo della sezione Pensionati è stato addebitato su tutti gli iscritti in quiescenza (Rendiconti di gestione: anno 2011: 18,8 mil "in servizio", -11,9 mil "in quiescenza"; anno 2012: 18,8 mil "in servizio", -11,9 mil "in quiescenza"; anno 2013: 19,3 mil "in servizio", -8,5 mil "in quiescenza". Senza il giro contabile di cui sopra).

 

Alla luce di quanto sopra:

 

Denuncia

 

* la sospetta irregolarità del Fondo Sanitario Integrativo Intesa Sanpaolo per la fornitura di prestazioni ed imputazioni di contribuzioni in funzione dello stato sociale dell'iscritto in aperto conflitto con la dichiarata solidarietà e mutualità previste dalle norme legislative e dallo statuto;

 

* eventuali contrasti con le disposizioni legislative sulla circostanza che le variazioni dei contributi e delle prestazioni sono deliberate dalle Fonti Istitutive (Organi esterni al Fondo) e non dal Consiglio di Amministrazione universalmente deputato a deliberare sulle scelte economiche per il raggiungimento dell'oggetto sociale.

 

* l'ipotizzabile illecito della conseguenza relativa al comma 5 dell'art. 25 che prevede il trasferimento annuale del patrimonio alla gestione "in pensione" all'atto del mantenimento dell'iscrizione al Fondo del neo pensionato. In caso di mancato rinnovo il patrimonio rimane alla gestione iscritti "in servizio" configurandosi come un palese irregolarità nella gestione del patrimonio per sottrazione di risorse agli aventi diritto.

 

Appare opportuno infine analizzare l'organizzazione e gli obiettivi del FSI del gruppo Intesa Sanpaolo da un'altra angolazione. Tenuto conto di altre circostanze che ne accreditano la validità si può ritenere che le due sezioni con bilanci separati, le condizione peggiorative e l'elevata contribuzione ai pensionati, fanno parte di un preordinato progetto mirante all'eliminazione della categoria pensionati. Tale tesi non sembra poi cosi astrusa se si prendono in esame altri episodi che riporto per completezza dell'argomento.

 

Il personale del Fondo di Solidarietà del Credito cd "esodato" percettore di un assegno di accompagnamento, che come da accordo di esodo, è equiparato per il FSI all'iscritto "in servizio", per cui l'Azienda eroga il suo contributo di ca. 1000 euro. A fronte della legge Sacconi relativa alle finestre mobili l'azienda ha puntualizzato che se la nuova finestra supera il 31/12 dell'anno ove era prevista la vecchia uscita, di porre a carico dell'iscritto pensionato la propria quota nonostante l'impegno sottoscritto nell'accordo sindacale e la lettera di risoluzione del rapporto di lavoro dove si legge: "Per completezza le comunichiamo, infine, che la Società in attuazione di quanto previsto dagli artt. 11 e 14 dell'accordo già citato (n.d.s. accordo 22-8-2008) Le riconoscerà fino alla fine del mese precedente a quello di decorrenza della percezione della pensione A.G.O. in quanto risulti già iscritto/a a casse aziendali di assistenza sanitaria integrativa, il mantenimento dell'iscrizione alle stesse condizioni di contribuzioni in essere per il personale in servizio." Questo non può essere ritenuto un semplice fatto amministrativo poiché si tratta di una piccola percentuale di esodati degli accordi 2007 e 2008 cioè solo quelli che superano l'anno solare ed infine di una contribuzione una tantum. Tale ulteriore penalizzazione ha inciso in modo significativo sulla decisione di non rinnovare l'iscrizione del neo pensionato la cui percentuale è certificata dal bilancio 2013 in 21,6%

 

Altro tassello é la sentenza sulla Cassa Sanitaria Intesa del 27-06-2014 con la quale il giudice ha ritenuto nulla la delibera del CdA del 18/10/2010 poiché non era legittimata a trasferire il patrimonio al nuovo Fondo Sanitario Integrativo. Delibera assunta in ottemperanza dell'accordo sindacale di costituzione del Fondo Sanitario Integrativo del gruppo. Peraltro una delle ragioni dell'azione legale era proprio la condizione peggiorativa dell'iscritto nel nuovo Fondo Sanitario del pensionato.

 

In ultimo le segnalo che sono un esodato del credito, che a breve affronterà un periodo di vuoto retributivo di 4 mesi dovuto alla finestra mobile (legge Sacconi), che subirà l'addebito di ca. 1000 euro di competenza aziendale per il Fondo Sanitario ed infine che dovrà considerare la  spropositata contribuzione al Fondo Sanitario integrativo a fronte di minime prestazioni.

 

Rimango in attesa di una sua circostanziata risposta con la quale la prego di indicare i provvedimenti che verranno da lei presi per riequilibrare l'assetto del citato Fondo Sanitario Integrativo o in alternativa dettagliate smentite alle mie affermazioni che poi sono di un cittadino qualunque.

 

Cordiali saluti.

 

Roma, 16 luglio 2014

 

Antonio De Rosa

 

allegati

01 Statuto 2014

02 Bilancio 2013

03 Regolamento prestazioni iscritti in quiescenza

04 Regolamento prestazioni iscritti in servizio

05 Sentenza del 27-06-2014

(I documenti sono scaricabili dal sito: www.fondosanitariointegrativogruppointesasanpaolo.it/)

 

 

 

 

 

 

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Piazza Scala - luglio 2014