Raramente,
così come è successo fin troppo spesso in quest’ultimo periodo, siamo
stati costretti a soffermarci con tanta e progressiva cadenza sugli
eventi calamitosi che investono il lavoro del minatore. Ed,
oggettivamente, ci pare proprio che non ci sia tanto da stare allegri
quanto a notizie che arrivano da tutto il mondo se è ben vero, come in
effetti è, che soltanto in questi mesi, specialmente nelle ultime
settimane che precedono questo Santo Natale, le disgrazie caratterizzate
da crolli, da scoppi e quant’altro all’interno di miniere, sembrano
essere diventate quasi una costante.
Le ultime in ordine di data :
Cina 06.04.2010 estratti 115 minatori di cui 5 morti
per crollo ed esplosione;
Siberia 10.05.2010 esplosione in miniera con 30 morti;
Cile 14.10.2010 sono 33 i minatori salvati dopo 70 giorni;
N. Zelanda 19.11.2010 altri 27 minatori morti per esplosione gas;
Cina 8.12.2010 il regime riferisce di 26 morti per crollo, ma
saranno effettivamente 26 tenuto conto della scarsa libertà di stampa ?
Una riflessione corre d’obbligo.
Da noi forse le cifre possono essere ancora attendibili, ma nessuno può
mettere una mano sul fuoco per affermare che detta attendibilità con
riferimento ad altri paesi come Cina e la stessa Russia siano tali, non
avendo detti paesi ancora perso il vizietto di tener nascoste le cose
che non fanno loro comodo.
A detto riguardo, ci sarebbe pertanto da sollecitare maggiormente gli
organismi internazionali affinché abbiano a porre più attenzione verso
questo tipo di lavoro che, per la sua tipicità, non può ancora garantire
la vita di chi lo svolge, addirittura in un’era avanzata oltre il 2000,
in cui tutto sembra essere sotto controllo, grazie al progresso che ha
interessato tutti i contesti professionali. Non andrebbe sottaciuta - e
quella che segue è una nota assai vergognosa – una constatazione
evidente: si parla pochissimo degli operatori di miniera, alias
minatori, da sempre costretti ad un lavoro che, definirlo duro e
massacrante, già costituisce un semplice eufemismo, mentre,
paradossalmente per altri contesti, si pretendono sistemi di protezione
a volte burocraticamente asfissianti... Non dipenderà dal fatto che, ma
questa è una boutade, che i minatori non si vedono perché sotto terra…?!
E quindi non fanno notizia rispetto ai casi, pur terribili, di Avetrana
e di Val Brembana ? Sconcezza quest’ultima del sistema mass-mediatico ?
Ed allora ? Si renderebbe assolutamente urgente e necessario scuotere
sia le istituzioni che la pubblica opinione, le quali, soltanto al
momento delle disgrazie o delle ricorrenze, sembrano manifestare un
minimo di pietoso interesse sulle disgrazie per poi dimenticare tutto.
Pressappoco come succede nelle principali feste previste dal calendario,
tipo Natale, Commemorazione dei Defunti, Pasqua, la nostra Santa Barbara
e quant’altro…
Per fortuna è ancora molto sentita la ricorrenza della nostra Patrona
che, in qualche modo, ma più per volontà delle persone che hanno avuto
problemi strettamente familiari con la miniera rispetto alle
insignificanti iniziative di certe istituzioni (fatte salve le
eccezioni), si attivano ancora in maniera concreta ed oggettiva affinché
il sacrificio correlato alla massacrante professione del minatore, sia
sempre presente.
Esattamente, come da molti anni sta facendo anche l’Associazione
Italiana Minatori ex-Minatori Emigranti di Fratta di Caneva che, in ogni
occasione, attraverso il Suo infaticabile Presidente ed il suo Staff di
persone serie e determinate, sono capaci di rendere vivo non solo il
ricordo di chi non c’è più, ma anche di tributare familiare riconoscenza
e sincera gratitudine verso chi, ancora qui con noi, ci fa sentire
direttamente la sua voce di testimonianza, dicendoci: : “ lì, in
miniera, c’ero anch’io…”.
Come non ascoltare questa brava gente che, prima di andarci per sempre
come tutti, ha già avuto a che fare in anticipo, per anni ed anni, sia
pur in altra veste, con l’ultima destinazione di ogni essere umano ?