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Da “METROPOLI Incontri con l’arte” - VENERDÌ 25 NOVEMBRE 2011
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Miranda Mei e Pier Nicola Ricciardelli in mostra
Le opere dei due artisti nella Galleria Cimabue dell’Associazione Culturale Firenze Arte

DANIELA PRONESTI
La mostra inaugurata sabato19 novembre nella Galleria Cimabue dell’Associazione Culturale Firenze Arte (Borgo Allegri, 15 rosso), mette a confronto due artisti, Miranda Mei e Pier Nicola Ricciardelli, diversi per formazione, repertorio visivo e linguaggio pittorico anche se entrambi accomunati da un’autentica e radicata passione per l’arte.
Miranda Mei, pittrice di lunga esperienza, vanta un importante curriculum artistico che l’ha vista esporre in  Italia e all’estero, particolarmente a Parigi e Bruxelles dove ha abitato e lavorato per diversi anni operando sia come artista che come organizzatrice di mostre ed eventi culturali.
Abbandonata la pittura figurativa che ha segnato i suoi primi anni di attività, Miranda si dedica, ormai da diverso tempo, all’informale segnico e materico lavorando su tele di medie e grandi dimensioni che esaltano la libertà del gesto e i ritmi coloristici.
Per quanto astratti, i suoi quadri conservano nell’impianto pittorico e nel titolo - Uranio, Vortice, Effetto lunare – un riferimento alla natura, primaria fonte d’ispirazione che l’artista proietta sulla superficie soltanto dopo averla trasfigurata in pura percezione emotiva. Della realtà non resta, nei suoi quadri, che un’eco lontana, quasi impercettibile, a tal punto da azzerare ogni intento rappresentativo per trasformare il piano dipinto in un prolungamento dello spazio interiore. Il colore è una sostanza grumosa e densa che esalta la consistenza materica della texture pittorica creando effetti di sovrapposizione e alternanza di spessori,  oppure è un vortice, una festosa spirale che trascina al fondo immagini ed emozioni per ricondurle a un’unità di senso. La circolarità, nota caratteristica dei suoi ultimi lavori, è metafora del ciclo cosmologico e della vita stessa che infinitamente si rinnova, ma è soprattutto espressione di un intimo divenire, di una nuova coscienza interiore che non si nutre di certezze “immobili” ma che si spinge alla ricerca di verità “dinamiche” e di volta in volta verificabili. Diverso il percorso di Pier Nicola Ricciardelli, giunto all’arte in età matura eppure già molto ben introdotto nel circuito espositivo fiorentino che lo vede far parte dello storico gruppo Gadarte e di quello del Museo Casa Natale di Giotto a Vicchio.
I corsi alla libera scuola del nudo presso l’Accademia e quelli d’incisione alla prestigiosa Stamperia del Bisonte, hanno permesso al pittore fiorentino di raggiungere in breve tempo un pieno dominio della tecnica e un’indubbia capacità espressiva, e di definire i contenuti di repertorio visivo popolato da scene di vita, racconti personali e memorie di viaggio. Più che vere e proprie composizioni, quelli di Pier Nicola sono fotogrammi pittorici, istantanee che fermano,attraverso il disegno e il colore, la traccia di un tempo vissuto, l’emozione di una scoperta improvvisa, l’immagine di un oggetto, fosse anche di un fiore, che la calda luce di un pomeriggio estivo ha impreziosito di nuovi accenti coloristici e vibrazioni poetiche. Non si tratta, però, di ricreare la realtà con assoluta fedeltà al dettaglio, quanto di sovrapporre all’oggettività della  rappresentazione il filtro della memoria, i colori dell’immaginazione.
“Civette”, una delle incisioni presenti in mostra, racconta della passione di Ricciardelli per i paesaggi montani innevati e restituisce attraverso ogni singola nota cromatica lo stratificarsi delle immagini nel tempo e la gioia di un momento passato che la creatività artistica fa rivivere.
La mostra è stata presentata al pubblico dai critici Daniele Menicucci, Lucia Mongardi e Alfonso Confalone.