Pubblichiamo il
contenuto di una mail pervenuta da Arnaldo De Porti
che tocca il medico di base.
Ormai questa figura professionale non sembra più idonea
a occuparsi dei pazienti: non esiste più il vecchio
"dottore" che oltre a sapere tutto di noi era in grado
di formulare diagnosi approfondite. Oggi il medico della
mutua, anche quando capisce i nostri problemi, ha le
mani legate. Un caso
pratico: un paziente era afflitto da "spina calcaneare"
(la vecchia tallonite), riconosciuta dal medico di base,
che individuava correttamente la cura nella
somministrazione di onde d'urto. Tutto risolto direte:
invece no in quanto lui non poteva prescriverle. Poteva
solo richiedere l'intervento dello specialista, in
questo caso il podologo (!?). Tuttavia questi era
disponibile solo dopo parecchi giorni, salvo visita a
pagamento (euro 125) nella stessa giornata. Dato che il
dolore era notevole e la salute viene prima di tutto, il
pomeriggio lo specialista visitava il paziente e
prescriveva, guarda caso..., le onde d'urto: il "piccolo
problema" era che il primo ciclo (tre sedute)
poteva essere iniziato a cura del Servizio Sanitario
solo tre mesi dopo ma il dolore era attuale. La
soluzione era pagarsi le prime tre sedute (3 minuti ma
100 Euro cadauna) iniziando la cura il giorno dopo.....
Sigg. Berlusconi e Tremonti (e prima di voi Sigg. Prodi
Padoa Schioppa), prima di parlare di "sprechi" della
sanità leggetevi queste righe (anche se sicuramente
conoscete già il problema....) e tagliate piuttosto il
Ministero di La Russa, che gestisce una struttura utile
solo alle pittoresche parate militari in occasione della
Festa delle Forze Armate.......
Ben vengano gli "sprechi" della sanità se permettono di
alleviare le sofferenze delle persone che non possono
permettersi di pagare le strutture private o quelle
pubbliche quando i loro addetti operano al di fuori
degli orari. Prima di chiudere ospedali il Governo
dovrebbe fare un serio esame di coscienza e i suoi
componenti dovrebbero provare sulla loro pelle il
funzionamento e il degrado di tanti enti.
Piazza Scala - luglio 2010
MEDICO DI BASE:
ISTITUZIONE PIU’ AMMINISTRATIVA CHE SANITARIA ?
Gli Ospedali si lamentano
spesso perchè il Pronto Soccorso è sempre intasato a
causa dei codici bianchi che, anziché rivolgersi appunto
al Pronto Soccorso dell’Ospedale, dovrebbero invece
rivolgersi al medico di base. La giustificazione adotta,
- lo affermo con molto rispetto non disgiunto dalla
positiva considerazione che ho sulla professionalità dei
medici di base - mi lascia un tantino perplesso.
Infatti, da anni sostengo, e l’ho detto anche qualche
settimana fa in un paio di interventi con gli esponenti
della quinta commissione sanità in Regione, ex Guido
Trento ed ora Sergio Reolon , e prima, con medici di
base che mi hanno cortesemente intrattenuto al riguardo
come, tanto per citarne uno, Fulvio De Pasqual, ex
sindaco di Ponte e medico, dicevo che, così come è
concepito, il servizio di primo approccio al medico di
base (la cui eliminazione, ma soltanto a detta dei
medici, sarebbe impensabile come istituzione di primo
livello di contatto), a mio avviso è superato. Infatti,
sempre a mio avviso, il medico di base, in una società
sviluppata e dinamica come la nostra, non risponde più
alle necessità di oggi, in quanto esso fa perdere tempo
ed è anche causa di un aumento assai sostenuto dei costi
sociali: insomma, io penso che mantenerlo così come è
attualmente concepito, questa istituzione realizzi più
benefici agli operatori sanitari rispetto all’utente che
ha bisogno di essere visitato subito quando non si sente
bene e non deve essere mandato via con il male…da curare
da un altro. E mi spiego meglio.
Cosa fa oggi il medico di base ?
Per dirla in chiave estensiva e, se volete, anche in
modo dialetticamente brutale, oggi il medico di base,
sicuramente nella stramaggioranza dei casi, inserisce il
nome del paziente sul PC, compila velocemente delle
ricette ad uno stuolo di pazienti che non può certamente
visitare uno per uno come si dovrebbe a causa appunto
del loro numero, a volte fin troppo elevato, per poi, a
seconda dei casi, dirottarli altrove, e cioè presso le
strutture deputate allo scopo. Insomma, svolge un ruolo
amministrativo anziché propriamente sanitario.
Fatte salve ovviamente eccezioni ineludibili. Tenuto
conto che al giorno d’oggi tutti sanno che per un mal di
testa ci vuole un analgesico e che per un mal di pancia
a volte basta un lassativo (l’ho buttata dialetticamente
in v…. per fami capire meglio), io penso che si potrebbe
tranquillamente evitare questo inutile passaggio, più
amministrativo che sanitario, ed indirizzarci
direttamente all’ospedale ove, come ho potuto notare,
esistono ottime ed aggiornate guardie mediche, le quali,
attraverso nuove tessere computerizzate in funzione,
potrebbero conoscere subito il passato sanitario del
paziente, magari utilizzando una connessione globale in
rete con tanto di password, garantendo una presenza in
tutte le ore del giorno e della notte, contrariamente a
quanto succede oggi con il medico di base che spesso ha
delle difficoltà anche quando viene chiamato d’urgenza
per un moribondo.
Ovviamente il problema è complesso e non fa piacere a
qualcuno.
Di una cosa però sono convinto. Che in questo modo il
paziente sarebbe visitato subito e con un risparmio
assai notevole delle risorse regionali-statali. Ma anche
con meno spese e perdite di tempo, oltre che disagio
fisico dello stesso paziente che deve sottrarre molto
tempo al lavoro, oltre che per il datore di lavoro che
ha bisogno di lui.. E poi, per quanto ovvio a dirsi,
quando uno sta male, non può perdere mezza giornata dal
medico di base, per poi essere spedito, perdendo altra
mezza giornata per avere un appuntamento presso una
struttura ed attendere successivamente, magari molte
settimane dopo, per una visita specialistica.
“Sì d’accordo, ogni persona che presenta una situazione
di malessere, vuole tutto e subito ed è difficile
pensare che il sistema sanitario sia mai in grado di
dare una risposta di questo tipo: bisogna lavorare sulla
appropriatezza delle prestazioni” , si dice da parte
medica. “Non si può più pensare
al medico di famiglia di
una volta in quanto il contesto sanitario è
completamente cambiato” , così come è cambiato anche
l’Ospedale – aggiungo io - che certe volte viene difeso
solo perché occupa persone e non tanto per quello che
dovrebbe produrre, ossia la salute del cittadino.
Che proporre ?
La creazione di strutture sanitarie, 24 ore su 24,
all’interno degli stessi ospedali, magari allargando le
funzioni delle Guardie mediche che sembrano funzionare a
meraviglia. Come ha già proposto qualche medico di
Belluno qualche anno fa. (cfr. Gazz. 10.1.2006)
Ciò converrebbe perché :
1) il medico di base avrebbe tempo per visitare (mentre
ora egli si è trasformato, malgrado la professionalità
che nessuno gli nega, in un compilatore di ricette);
2) non ci sarebbero più le resse nei pronti soccorsi;
3) il malato avrebbe assistenza 24 ore su 24, se vuoi
anche pagando un giusto ticket, eccezion fatta per chi
non può, mentre nella grande struttura sarebbe possibile
effettuare subito analisi di laboratorio quali quelle
del sangue-urine-glicemia che oggi vengono fatte persino
in farmacia, e quindi ancor più facilmente in Ospedale.
Ma ciò converrà al medico di base ? O ai tanti studi
associati ? Che guadagnano fior di quattrini,
associandosi a volte in 10-20, pagando un solo affitto
in una palazzina o appartamento trasformati in
ambulatorio associato privato ? O addirittura agli
Ospedali che, in qualche modo, dovrebbero fare i conti
anche con la politica ?
Questo è il vero problema da affrontare. Infatti, se lo
sanno risolvere pochi medici che si associano fra loro,
a maggior ragione lo potrebbe fare una struttura ancor
più ad hoc.
Il discorso sarebbe lungo ed “indigeribile” forse per
qualcuno, ma se si pensa che per la sanità si spende
circa l’80 % delle risorse ai vari livelli, io penso
che, rimodellando l’attuale istituzione del medico di
base (e qualcosa anche degli Ospedali) ci sarebbe anche
una diminuzione sostanziosa in termini di costi sociali.
Oltre che un servizio in tempi accettabili,
soddisfacenti per l’ utenza e soprattutto efficaci.
Ma chi mai vorrà iniziare un discorso della specie che,
oltre ad essere di natura sanitaria, determinerebbe un
tormentone politico ?
In un momento in cui, lasciatemelo dire, politicamente
non sì è in grado di risolvere nemmeno le cose più
elementari ?
ARNALDO DE PORTI
Piazza
Scala - luglio 2010
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