Il Carnevale della Grecìa Salentina di Martignano (LE) ha incontrato lo scorso 14 febbraio 2015 i Ladini della Val di Fassa (TN)
Quale ghiotta occasione per uno come me notoriamente “patito” della Val di Fassa di origini Salentine e con residenza estiva ai margini della Grecìa!!!!!!!!!!!!! (cfr. i miei tanti contributi su Salento e Val di Fassa pubblicati su Piazza Scala).
Il Carnevale di Martignano
è una manifestazione collettiva che
coinvolge i Comuni dell’area ellenofona del Salento e non solo. Finalizzato
alla conservazione dell’identità culturale e linguistica dell’area in cui si
svolge e al sostegno di momenti di scambio culturale, divertimento,
socializzazione e integrazione, l’evento vanta una tradizione di ben 35 anni
come Carnevale Popolare Martignanese e di 29 anni come Carnevale della
Grecìa Salentina.
La manifestazione si è arricchita quest’anno con un piacevole “gemellaggio
culturale” tra l’estremo nord e l’estremo sud orientali d’Italia: nella
giornata di sabato 14 febbraio infatti, all’interno del Parco Culturale
Turistico Palmieri i partecipanti hanno avuto modo di conoscere da vicino i
personaggi più importanti del Carnevale Ladino-Fassano le “Maschere Guida”
dei Lachè, Bufon e Marascons, e assistere alla minuziosa e affascinante
maestria artigianale di due “mascherai” fassani, Feliciano Costa e Federica
Cavallini, che hanno scolpito in diretta le “faceres” carnevalesche.
L’occasione è stata quella giusta per stringere rapporti e collaborazioni nel segno delle tradizioni carnevalesche e delle lingue minoritarie; grazie infatti a un protocollo di intesa tra il Comune di Martignano, con l’Assessorato al Turismo, e l’Istituto di Cultura Ladina “Majon di Fascegn” di Vigo di Fassa e l’Azienda di Promozione Turistica di Val di Fassa, il Carnevale Griko ha incontrato quello Ladino. I Ladini costituiscono una comunità stanziata in cinque vallate che si dipartono dal massiccio del Sella, nelle Dolomiti, dove ancora oggi si parla una lingua di antica origine. Pur nella loro diversità, gli idiomi di Gardena, Badia, Fassa, Livinallongo e Ampezzo rappresentano varietà locali di una stessa lingua, il ladino, che ricopre una posizione autonoma nel quadro delle lingue romanze, o neo-latine.
Il Carnevale della Grecìa Salentina e Martignanese è invece una manifestazione collettiva che coinvolge le comunità dell’area grika del Salento e dei territori limitrofi, aperta alla partecipazione, libera e gratuita, di carri allegorici, gruppi mascherati, maschere singole. Finalizzato alla conservazione dell’identità culturale e linguistica dell’area in cui si svolge e a favorire lo scambio e l'integrazione culturale e sociale. La rappresentazione de “la morte te lu Paulinu” (figurazione del Carnevale) rappresenta la tradizionale lettura ironica e grottesca che chiude questi “riti” carnascialeschi.
Kalòs ìrtate stin Grecìa Salentina - Benvenuti nella Grecìa Salentina, l'area grika della Provincia di Lecce. La Grecìa salentina è un’isola ellenofona del Salento ed è rappresentata da nove comuni (più due non ellenofoni) in cui si parla un dialetto greco noto come grecanico o griko.La penetrazione greca nella penisola salentina si ebbe sia in epoca antica (Magna Grecia)), sia con la successiva dominazione bizantina, in particolare con l'emigrazione di molti religiosi nel periodo delle contese sull’iconoclastia nell’VIII secolo e ancora con l'immigrazione massiccia a seguito delle campagne militari dell'imperatore Basilio I che proseguì anche nei secoli successivi. I numerosi villaggi avevano cultura e lingua greca e praticavano la religione greco-ortodossa. A partire dalla conquista normanna dall’XI secolo e ancor più con le successive dominazioni sveva, angioina,aragonese, e spagnola, il clero e i monaci cattolici soppiantarono gli ortodossi. Anche la lingua greca fu progressivamente abbandonata e nel Settecento era ancora parlata solo in tredici villaggi che oggi rappresentano gli undici comuni della Grecìa. Questi Comuni si sono uniti in un’Associazione con l’obiettivo di promuovere la conoscenza dell’area grecanica del Salento e di salvaguardare la cultura e la lingua che nel tempo si stavano perdendo, attuando anche la gestione associata delle funzioni e dei servizi turistici.
A solo titolo conoscitivo consentitemi di sottoporre alla vostra lettura una breve poesia in grecanico o griko di Salvatore Tommasi uno scrittore e poeta di Calimera (che vuol dire “buongiorno” in greco).
Dàmmia
Ine agrà a chorta, e fiuri steu’ klimmeni,
Teleste ka pu panu sti’ sucea
ce o traudi gliceo mu kantalì. |
Lacrime
Questa è la Voce: alzati, che stai!?
L’erba è bagnata e i fiori sono chiusi
Sopra il ramo di un fico un uccelletto
dolce e tenera a me la sua canzone. |
Fernando Mazzotta - Taranto
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Piazza Scala - marzo 2015