La statua della Madonna di Trapani

 

Le leggende tramandate nei secoli sulla statua della Madonna di Trapani, sul come sia pervenuta nella chiesa dell’Annunziata, e sul come restasse poi a Trapani, nella custodia dei Carmelitani, sono veramente molteplici. Ne traiamo una su tutte. Si racconta che al porto di Trapani giacesse da qualche tempo incustodita una cassapanca, utilizzata spesso come punto di appoggio o come sedile; avvenne che un giorno uno storpio si riposasse su quella cassapanca e subito si rialzò completamente guarito. Un’altra volta un cieco la prese come sedia e immediatamente vide il mondo attorno a sé. Quanto accaduto attirò l’attenzione dei trapanesi che, aperto il baule, trovarono una bellissima statua della Madonna. Decisero allora di ricoverarla in una vicina chiesa e, a tale scopo, assicurarono dei buoi ad un carro per eseguirne il trasporto. I buoi, appena toccati dallo scudiscio, iniziarono il loro viaggio, dirigendosi però verso la campagna e non la chiesetta entro cui la statua sarebbe stata collocata alla venerazione dei fedeli. Niente e nessuno riuscirono a fermare i buoni sino a quando, di loro iniziativa, si fermarono davanti una chiesetta detta dell’Annunciata. Anche da qui ogni tentativo fu vano per far tornare indietro i buoi. Nel frattempo il popolo, che aveva seguito osannando il viaggio della statua, capì che quella era la chiesa entro cui la Madonna voleva ricevere le preghiere dei fedeli e lì fu lasciata alla custodia dei padri carmelitani.

La storia più plausibile, ed anche la più aderente alla realtà è tratta da un manoscritto in vernacolo siciliano del 1380 trovato negli archivi dei padri carmelitani, che peraltro è l’unico documento rimasto a narrarci i fatti che si riferiscono alla statua della Madonna. Il frate amanuense, raccogliendo e raggruppando notizie orali tramandate da padre in figlio, scrive che la statua, una splendida scultura di Nino Pisano, fosse di proprietà del cavaliere Templare pisano Guerreggio, il quale partito per le crociate la portò con se e la espose in una chiesa di Siria. Quando i Saraceni ebbero il sopravvento sui crociati, il nobile pisano, temendo che l’immagine della Vergine cadesse nelle mani degli islamici decise, unitamente ad altri due crociati pisani di tornare in patria riportandosi al seguito la statua.  I crociati presero allora la via del ritorno verso la patria lontana, imbarcandosi su una nave che li riportasse sani e salvi indietro. La navigazione procedette senza intoppi sino all’isola di Lampedusa, dove una tempesta li costrinse ad approdare. Calmatasi la tempesta ripartirono, ma un potente fortunale li portò al porto di Trapani, dove alarono la nave per riparare i danni arrecati dalle intemperie. Riarmata la nave, portarono a bordo la statua della Madonna ma, non appena deciso di togliere gli ormeggi, il mare ingrossò a tal punto che non poterono salpare. Lo stesso accadde nei giorni successivi così che il nobile Guerreggio decise di lasciare in custodia del console pisano la statua, con l’impegno che quest’ultimo, avrebbe provveduto, a tempo debito, all’invio dell’immagine.  La statua fu portata in processione presso una chiesetta vicino le mura di tramontana detta della Madonna del Parto, alla custodia dei padri carmelitani che, scacciati dai musulmani dal Monte Carmelo, avevano trovato ospitalità a Trapani, nella chiesa appunto della Madonna del Parto.

In quegli anni, un notabile trapanese stava facendo costruire una chiesetta fuori le mura di Trapani, che chiamò dell’Annunciata, e che, con somma generosità, affidò ai carmelitani.

Quando il console pisano decise che era arrivato il tempo di imbarcare la statua su una nave diretta a Livorno fece condurre alla chiesa un carro trainato da buoi e vi collocò sopra la statua. Ordinò di partire verso il porto, ma non appena i buoi sentirono la frusta iniziarono una corsa non verso il porto ma verso l’entroterra e si fermarono solamente davanti la chiesa dell’Annunciata, dove i Carmelitani l’accolsero in processione, tra l’acclamazione del popolo trapanese che aveva in massa seguito la corsa dei buoi.

Quando Ser Guerreggio seppe di quanto accaduto, si rese conto che quella fosse la decisione divina e lasciò l’immagine della Madonna alla devozione ed al culto dei trapanesi, dandola in affidamento all’ordine dei Carmelitani, che ancora oggi reggono la chiesa dell’Annunziata.

Nel corso dei secoli la venerazione dei trapanesi, e non, verso la Madonna è cresciuto a dismisura. Ogni anno, seguendo la tradizione dei Carmelitani, nei giorni dall’uno al 15 di agosto, si è soliti fare la quinnicina, cioè i fedeli, per quindici giorni si recano in preghiera verso la chiesa della Madonna, talvolta scausi, cioè scalzi, a gruppi o da soli, e non è difficile incontrare gruppi anche di notte che dai rioni o frazioni più lontani o anche dai paesi vicini si rechino in pellegrinaggio al santuario della Madonna, fanno cioè u viaggiu a Maronna. Viaggio alla Madonna che il popolo sia per fede o per impetrare una grazia, per ringraziare o talvolta anche per abitudine ormai fa in tutti i periodi dell’anno, tanto che una semplice visita al Santuario diventa un viaggio alla Madonna.

La festa della Madonna di Trapani, copatrona di Trapani assieme a S.Alberto degli Abati, è celebrata il 16 agosto.

Quando, nel lontano settembre 1960, una vicina di casa m’incontrò, mi disse: ora chi trasisti a banca (ora che sei entrato – nel senso di assunto – in banca) u facisti u viaggiu a Maronna?

 

Peppe Russo - settembre 2010

 

 

 

 

Segnala questa pagina ad un amico:




 

 

 

Piazza scala - settembre 2010