Fortuna Della Porta
MULINARE DI MARI E DI MURI

 ….tienimi pronte le lenzuola di terra
E la coperta di muschio cardato

Alfonsina Storni
 




Mare amaro

 

 

Dal mio al tuo confine, amore, una domanda
ora che l’acqua della luna sbianca le foglie
sul ramo della resa. Nell’autunno la casa è vuota
e quasi l’inverno srotola il sudario di neve.
Ho chiuso, per i miei occhi offesi,
il libro dei fiori e della terra
ma non vidi scritto nulla e nulla ho appreso.
L’aria di sera si sottrae al respiro
e il vento mi scioglie dalle dita l’ultima fede.

Cristallina come la memoria una goccia intacca
le pietre e le bianche vele nei porti insieme al mio cuore
dai quali la vita è salpata colle tante aspirazioni deluse.
Ciò che non siamo stati ci osserva da lontano
e pullula di troppe metafore
per trovare il bandolo di una qualche ragione.

Il mare è denso e scuro per ospitare pesci
e lecca terre oltremodo lontane
ove il grido di dolore spezza il cristallo
e i nostri morti non tornano per raccontarci:

anche gli amori si ossidano come una moneta non spesa
e quasi sempre una mano resta sola a brancolare
sull’altro la propria trepidazione: anche gli amori
alla fine si arrendono allo specchio della notte
che non riflette allibito se non le proprie rughe.

Dal mio vuoto, vuoto e pieno di te, l’implorazione:
venuto il mio tempo, aiutami a morire, amore.
Non riesco
dopo aver inteso un così crudo senso delle cose.
                                                                                      

                                                                                     

 

 

Piazza Scala - novembre 2010