Fortuna Della Porta
MULINARE DI MARI E DI MURI

 ….tienimi pronte le lenzuola di terra
E la coperta di muschio cardato

Alfonsina Storni
 




I confini del mare

 

 

Parliamo tranquillamente
della linea del fra –acqua e spiaggia-
che ci è data per strada. Essa ha funzione
di forbice. Quando un piede più risoluto
anela a misurare quello che vale,
incatena le caviglie col peso dei muscoli
e se il tremendo sussulto del sangue
vorrebbe spingersi in alto, dove rosa
somiglia a fiordaliso e il sogno al possibile
istruisce a rasoiate che il volo è radente,
soggetto a gravità. Sin dal primo vagito ha segnato
in ogni fibra che la vita è caduca
e l’umano respiro plana solo nella morte,
pertanto la direzione è unica, diritta e asserragliata.

La linea del fra –acqua e spiaggia-
si stende tra seducenti infiniti
di liquido e suolo spalancati inattingibili
mentre si perdura nell’ombra.
Meglio allora accettare l’andatura,
meditando che le illusioni sono gli squali
che abitano gli abissi e un arancio, casomai,
addolcisca la bocca quando l’arsura si fa sentire.

La linea del fra –acqua e spiaggia-
è il cordone ombelicale della madre Gaia
che si proclama magnanima, la prigione
della carne putrescente, le ascese senz’ali,
ciò che chiedemmo e mai realizzato.
Sul cuore della terra che ci parve compagna
abitiamo solo il nostro alito.

È in questo modo che la linea del fra
-acqua e spiaggia- vuoto e vuoto da ogni lato
divora ogni volo, ogni lingua.
 

                                                                                      

                                                                                     

 

 

Piazza Scala - novembre 2010