Fabrizio ha
scritto questo addio alla banca (liberamente
tratto da uno dei miei Angoli di
Mangiafuoco) due anni e otto mesi fa scrissi
questo mio addio alla Banca.
Lo ringraziamo per averci permesso di
pubblicarlo.
Piazza Scala - 4 giugno 2010
Al quarantesimo chilometro di una maratona
viene comunicato ai concorrenti che, per
questioni organizzative, il traguardo è
stato spostato di cinque, o forse anche
dieci chilometri. Non solo
panico ma chissà quali altre reazioni
provoca questo improvviso cambiamento in
corsa. Uscendo dalla metafora, a coloro che
quasi trentacinque anni fa hanno fatto i
primi passi nel mondo del lavoro, e ora si
trovano a poche lunghezze dalla tanto
agognata “pensione”, viene detto che sono
troppo giovani per andare in quiescenza, e
da qualcuno (omissis) viene giudicato
aberrante anche solo il pensarlo: le
aspettative di vita (malattie incidenti e
così via a parte) sono verso il superamento
degli ottanta e più anni, e quindi devono
essere allungati i tempi del ritiro.
Legittimo!!! Fermo restando che, agli
aspiranti pensionati, ogni lavoro, portato
avanti per più lustri, avrà sicuramente
lasciato delle conseguenze, sulle quali non
è il caso di indagare, per chi è partito
pensando d i lavorare un tot di anni è
altrettanto legittimo guardare ad un diverso
modo di vivere il tempo che gli rimarrà, in
considerazione anche del fatto che la
GERAGOGIA, neonata branchia della
gerontologia, è pronta a dare tutti gli
strumenti necessari per invecchiare al
meglio,
anzi per restare più a lungo giovani. Già ,
e i giovani, circondati da cariatidi tenute
roboticamente a lavorare, continueranno a
invecchiare da disoccupati per arrivare
vecchi al lavoro, così da rimanere più a
lungo giovani? Basta spostare il traguardo?
Bene, dopo tanti anni di Comit, qualche
altro tra Intesa BCI, Banca Intesa, poi
Intesa San Paolo e tre mesi di Cariparma,
ringraziando il destino, la fortuna e anche
l’Azienda che mi ha permesso di entrare
nell'ESODO VOLONTARIO INCENTIVATO, io al
traguardo ci sono arrivato, insieme a un
buon numero di colleghi. Mi auguro che in un
futuro molto prossimo l’individuo torni a
riacquistare un suo valore reale, senza
essere solo un numero. Lo so quello che
state pensando, sono io stesso a invidiarmi,
comunque devo dire che accanto alla gioia mi
accompagna anche il magone di lasciare un
sacco di belle persone che hanno riempito le
mie quotidianità.
Grazie di cuore, a tutti
1 ottobre 2007
Fabrizio Scarpa per sempre p049638 |