Mantova è senza tema di smentita una città tra
le più belle del nord italia, ma soprattutto una vera miniera di
spunti di interesse per chi ami la storia con la s maiuscola. Le
architetture medievali si raccolgono e al tempo stesso si aprono per
ospitare gli episodi
forse più illuminanti dell’allora
nuovo stile rinascimentale e accolgono capolavori senza tempo
quali la camera degli sposi di Mantegna o le architetture di Leon
Battista Alberti e Giulio Romano.
Forse un minor numero di persone ne
conosce le vestigia settecentesche tra le quali spicca palazzo
d’Arco e ancor più il
Teatro Scientifico del Bibiena. Si tratta di un piccolo
gioiello molto defilato, con una facciata quasi irrilevante, cui fa
seguito appena entrati un tripudio scenografico, che pur nelle
dimensioni contenute e controllate dell’insieme trasferisce il
visitatore davvero in un’altra dimensione.Si potrebbe parlarne per
ore senza riprodurre neppure in minima parte la meraviglia del
tutto.
Ma su questo, in una felice sintesi tra arte,
storia e musica lasciamo parlare nientemeno che papà Mozart, che vi
accompagnò suo figlio Wolfgang, allora 14enne, per uno dei concerti
inaugurali il 26 gennaio 1770: “siamo
giunti la sera a Mantova; questo credo di avertelo già scritto.
Vorrei che tu avessi visto il luogo dove si è tenuta l`accademia:
per la precisione il cosiddetto Teatrino della Accademia
Philarmonica. In vita mia non ne ho mai visto uno più bello, di
questo genere; e poiché spero tu conserverai con cura tutte le
lettere, a suo tempo te lo descriverò. Non è un teatro, bensì una
sala con dei palchi, costruita come un teatro d`opera; dove dovrebbe
esserci la scena vi è il piano rialzato per la musica, dietro il
quale c`è ancora una galleria per gli ascoltatori costruita a
palchi. Non ho parole bastanti a descriverti la moltitudine di
persone, le acclamazioni, gli applausi, gli schiamazzi e i Bravo su
Bravo, insomma, l`entusiasmo e l`ammirazione generale mostrati dagli
ascoltatori.”
Insomma.... visitatelo!!
Luca Bizzarri - Milano
|