Crediamo che tutti i nostri lettori conoscano le problematiche sorte con
promotori finanziari disonesti (o sarebbe meglio dire truffatori mascherati
da promotori, per fortuna solo una piccola parte sul
totale) che hanno ingannato i risparmiatori (piccoli e grandi) giocando in
proprio o distraendo a propri favore le disponibilità dei malcapitati
clienti. Del resto dobbiamo ricordare che anche noi (parliamo dei dipendenti
della della vecchia gloriosa Comit) non eravamo certo stinchi di santo anche
se (salvo casi sporadici) non cercavamo il proprio profitto personale ma
dovevamo obbedire ad ordini di scuderia che non sempre ci trovavano d'accordo.
Anche per fornire una casistica assolutamente da evitare il nostro amico
Arnaldo De Porti ha preso carta e penna (virtuali....) per narrarci un
episodio significativo ma rigorosamente vero.
Ecco il suo racconto (ovviamente abbiamo eliminato ogni riferimento ai reali
protagonisti).
.......Questa notte, pregando tutti i Santi del Calendario, ho cercato
di mettere insieme tutte le parole che possono servire per materializzare un
ragionamento per far capire a che livello può arrivare un disonesto.
Il promotore delinquente cosa deve aver fatto, sentendo il ragionamento
“saggio” di una mia lontana parente che rilascia assegni in bianco….
Premetto che il promotore in questione era entrato familiarmente nella
fiducia di due persone anziane, molto anziane (uno è morto infatti nel
frattempo), e che questo delinquente amministrava loro oltre 400.000 euro,
investendo qua e là, dando loro da intendere che il Padreterno è morto
di raffreddore. Ad un certo momento, uno dei due anziani (come se io fossi
giovane…) si è accorto che anziché 400.000 euro la loro disponibilità era
calata a soli 200.000, fatto del quale ha chiesto spiegazioni al promotore.
Questi ha tergiversato senza convincere per cui, uno di questi vecchietti
che nel frattempo, forse per attenuare un prurito carnale, si era
accompagnato con una donna che capiva di queste cose è andato a fondo della
questione.
E’ emerso che il promotore spregiudicato (ed ora pregiudicato e radiato
dall’Albo) aveva cointestato con la mia lontana parente che gli aveva dato ca. 40.000
euro da gestire, con firme false copiate da quelle vere, il conto deposito
che l'anziano (in vita) pensava fosse intestato solo a lui: una volta
appurato il fatto, il vecchietto denunciava il promotore. C'è di più:
premesso che nel frattempo la mia parente aveva chiesto il disinvestimento dei
suoi 40.000 euro ricevendone il controvalore con un bonifico partito dal
conto cointestato fraudolentemente, il vecchietto in vita, stante il fatto
che l’altro nel frattempo era morto....., ha pensato bene di far
visita alla cointestataria (a sua insaputa) pretendendo i soldi rivenienti
dal disinvestimento ricevuti grazie alla cointestazione fasulla, ed ha
preteso da lei i 40.000 euro; con identica mossa ha richiesto altri 140.000
euro ad un terzo cliente (che nel frattempo aveva disinvestito e correttamente
incassato), il tutto a copertura di un buco di quasi 200.000 euro
riscontrato sul suo conto di gestione. che erano appunto i soldi
mancanti al vecchietto… rimasto senza fratello (molto verosimilmente il
promotore sperava che, data l'età, passasse a miglior vita anche l’altro per godersi il frutto
del suo "lavoro").
Quando la SIM è venuta a sapere tutto, ha cercato di arrampicarsi sugli
specchi eccependo cose che non quadravano rispetto anche al prospetto
informativo, ma che non potevano assolutamente essere sostenute dai
documenti veri (estratti, normative Consob, firme false, ecc.), al punto che
la stessa SIM ha dovuto calare le brache accollandosi il buco, anche se solo
parzialmente in quanto il giudice (che probabilmente non aveva capito un
gran che....), eccependo che, per chiudere la causa ci sarebbero voluti
altri 10 anni dopo gli 8 trascorsi e molti soldi ogni anno per gli avvocati,
ha proposto una transazione alla quale tutti hanno aderito: in sostanza la
mia parente protagonista del nostro racconto ha concorso con 6000 euro, oltre
alle spese legali circa 8.000 euro.
Però ha sporto denuncia per truffa, chiedendo 50.000 euro di risarcimento
visto che nel frattempo ha avuto delle noie di salute di natura nervosa, rivenienti da questa pluriennale
tensione. Non mancano tuttavia seri dubbi sull'ottenimento di una cifra
anche di molto inferiore in quanto in casistiche simili i promotori nulla avevano di
aggredibile......
Il racconto di Arnaldo termina qui: passiamo ora ad alcuni consigli per
cautelarci:
- non consegnare mai ai promotori assegni al loro ordine o, peggio ancora, contanti: le vigenti normative prescrivono che gli importi da far gestire vengano trasmessi a mezzo assegni non trasferibili intestati solo alle SIM stesse;
- controllare con molta attenzione il mandato di gestione, soffermandosi sulle clausole "oscure" e soprattutto definendo il proprio profilo di rischio;
- una volta sottoscritta la documentazione, è buona norma richiedere alla SIM la conferma della regolarità dell'accensione del conto di gestione (purtroppo ai nostri giorni gli scanner permettono di falsificare i documento con buona approssimazione);
- non è raccomandabile avere una fiducia "assoluta" nel promotore (ma questo vale anche per gestori di Istituti di credito e compagnie assicurative: è meglio mantenere i rapporti su uno stretto binario professionale evitando la goliardia).
E' chiaro comunque che questi rimedi sono palliativi in quanto facilitati dalla dabbenaggine e dall'ignoranza di troppa gente per la quale non esiste un rimedio certo. Però affidarsi a professionisti appartenenti a Società d'Intermediazione serie (Sim / Banche / Compagnie Assicurative) fa diminuire sensibilmente la probabilità di cadere in simili vicende soprattutto se i clienti vengono contattati dalle sedi per verificare e concordare i saldi delle posizioni (questo è quanto dovrebbero fare tutte le Sim, Banche, Compagnie Assicurative veramente serie e desiderose di diluire i rischi per i gestiti).
Piazza Scala
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Piazza Scala - gennaio 2015