Folklore e aneddoti
- Personaggi della vita quotidiana
Nel journal trovano spazio
anche fatti e personaggi minori che incuriosiscono Montaigne
o per la loro originalità o perché possono suscitare
improvviso interesse grazie al rilievo che essi assumono nel
loro ambito modesto. Egli li avvicina e li tratteggia con la
consueta schiettezza e con piacere pari a quello provato per
personaggi di più consistente spessore.
Vitry - le Francois
«Là apprendemmo tre storie memorabili. L'una, che la signora
vedova di Guisa-Bourbon, viva e di ottantasette anni, si
faceva ancora un quarto di lega coi propri piedi. L'altra,
che da pochi giorni c'era stata un'impiccagione lì vicino,
in un luogo chiamato Montier-en-Der e per questo motivo:
sette od otto ragazze dei dintorni di Chaumonten-Bassigny
complottarono, qualche anno fa, di vestirsi da maschi e di
continuare a quel modo la loro vita per il mondo. Fra le
altre, una venne da queste parti a Vitry sotto il nome di
Mary per guadagnarsi la vita come tessitore, giovane di
buona condizione e che sapeva essere amico di tutti. Qui a
Vitry si fidanzò con una donna che è ancora vivente, ma per
qualche disaccordo che venne fra di loro, il loro traffico
non passò più oltre. Trasferitosi a Montieren-Der, dove si
guadagnava sempre la vita col detto mestiere, s'innamorò di
una donna, che sposò, e visse quattro o cinque mesi con lei
e, a quanto si dice, con piena soddisfazione di lei; ma
essendo stato riconosciuto da qualcuno di Chaumont e portata
la cosa dinanzi alla giustizia, essa fu condannata a essere
impiccata; ciò che essa amava di più soffrire piuttosto che
tornare allo stato di ragazza. E fu impiccata per delle
invenzioni illecite finalizzate a supplire alle deficienze
del suo sesso. L'altra storia è quella di un uomo ancora
vivente, chiamato Germain, di bassa condizione senza alcun
mestiere od occupazione, è stato una ragazza fino all'età di
ventidue anni, vista e conosciuta da tutti gli abitanti della
città e notata per il fatto d'avere intorno al mento un pò
più di pelo delle altre giovani, tanto che la chiamavano
Maria barbuta. Un giorno mentre faceva uno sforzo per
saltare, le vennero fuori le parti virili, e il cardinale di
Lenoncourt, allora vescovo di Chalons, gli diede il nome di
Germani».
«Ciò nonostante non si è sposato; porta una grande barba
assai folta. Non potemmo vederlo perché era al villaggio.
C'è ancora sulla bocca delle ragazze in questa città una
semplice canzone, con la quale esse sono avvertite di non
fare più grandi salti per paura di diventare maschi, come
Marie Germain. Dicono che Ambroise Parè, mise questo
racconto nel suo libro di chirurgia; che è certissimo,
testimoniato tale e quale al signor di Montaigne dai più notabili
esponenti della città».
Plombères
«Fra l'altro il signor di Montaigne contrasse amicizia e
familiarità col signor d'Andelot, della Franca Contea, il
cui padre era grande scudiero dell'imperatore Carlo V; e
lui, primo maresciallo di campo dell'armata di don Giovanni
d'Austria, e fu poi lui stesso che rimase governatore di S.
Quintino quando noi la perdemmo. Aveva un lato della barba e
delle sopracciglia tutto bianco, e riferì al signor di
Montaigne che tale cambiamento gli era venuto in un istante,
un giorno, a casa sua, mentre era pieno di tristezza per la
morte d'un suo fratello che il duca d'Alba aveva fatto
uccidere come complice dei conti d'Egemont e di Hornes;
teneva la testa appoggiata alla mano proprio in quel punto
di modo che gli astanti pensarono che, per fortuna, vi fosse
caduta sopra un po' di farina. Da quel momento rimase in
questo modo».
Roma
«Il signor di Montaigne si irritava di trovare un sì gran
numero di francesi, al punto da non trovare quasi nessuno
nella strada senza essere salutato nella sua lingua».
[...]
«Gli uomini, in qualsiasi occasione, sono vestiti con grande
semplicità, di nero o di sargia di Firenze; e poiché sono un
po' più bruni di noi, hanno, non so come mai, l'aspetto non
di duchi, conti e marchesi quali essi sono, ma un'apparenza
un poco comune; cortesi nondimeno e graziosi quanto più è
possibile... Noi facciamo in tutti i modi ciò che possiamo
per farci screditare. Tuttavia verso la Francia essi hanno
una antica affezione o rispetto, che permette a coloro che
lo meritano, solo che si guardino bene dall'offenderli, di
essere molto rispettati e bene accolti».
[...]
{originale in italiano]
«La domenica alli 8 d'ottobre 1581 andai a vedere ne i
termini di Diocleziano in sul monte Cavallo un italiano il
quale essendo suto molto tempo schiavo de i turchi, aveva
imparato mille rare cose nel cavalcare; come, che correndo a
tutta briglia si stava dritto in piè sulla sella, e gittava
con ogni forza un dardo; e poi d'un tratto si calava nella
sella. Correndo in furia, e tenendo l'una mano all'arcione,
scendeva del cavallo, toccando del pie dritto a terra, il
mancino tenendo nella staffa; e più volte scendeva, e saliva
sulla sella a questo modo. Faceva parecchi giri del corpo
sulla sella correndo sempre. Tirava d'un arco turchesco
dinanzi, e di dietro con grande agevolezza. Appoggiando la
testa, e la spalla sul collo del cavallo, e stando i pie in
su dritto, dava carriera al cavallo. Avendo una mazza in
mano, la gittava in aria, e ripigliava correndo. Essendo in
piede sulla sella, una lancia in mano dritto dava in un
guanto, e l'infilava, come si corre all'anello. A piedi
girava una piqua [picca] intorno al collo dinanzi, e dietro,
avendola prima spinta forte con la mano».
Spoleto
«Fummo costretti a mostrare la nostra "bolletta", non per la
peste, che in quel momento non c'era in alcuna parte
d'Italia, ma per il terrore, nel quale si trovano, di un
certo Petrino, loro compaesano, che è il più noto bandito e
ladro d'Italia e del quale si hanno le azioni più famose, e
del quale essi temono qui e nelle città d'intorno di essere
sorpresi».
Firenze
[originale in italiano}
«Fui accarezzato d'un Gondi (*), ch'abita a Lione: il quale
mi mandò vini bonissimi, cioè Trebisiano».
(*) Trattasi, molto
probabilmente, di Antonio de' Gondi, banchiere residente a
Lione.
Brano tratto da Montaigne -
Socrate a cavallo. Potete acquistare l'intero libro sul sito
RUBBETTINO EDITORE
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