Foscolo – Leopardi – Manzoni
(da Antologia “Cuore di poeta” - Ed. Cinque Terre)

 

Sono tre geni della letteratura
e ancora oggi fanno cultura.
Non si possono tra loro confrontare
ognuno è sole e stella polare.
Un solco profondo hanno tracciato
e il settecento han cancellato.
La letteratura romantica annunciata da Alfieri
è perfezionata dai tre che ne van fieri. 

Col Foscolo nasce la moderna poesia
e Leopardi lo segue a ruota per la via.
Il Foscolo a detta del Sapegno,
che ha scelto nelle lettere il suo regno,
della vita romantica è un tipico esemplare:
la vita l'appassiona e la solca come il mare.
E' critico, poeta e combattente,
aspro avversario e amico divertente,
rapido esule e amante famoso,
di affetti figlio assai generoso.
Neoclassico è il Foscolo per l'amore
del mondo greco che ha nel cuore,
romantico per la contraddizione
tra il sentimento e la ragione.
“Cose e non parole” è il nuovo stil che inventa
e il residuo musicale nel verso presto annienta.
Abbandona la rima e sceglie più libere le forme
capaci di seguire dei moti dell'animo le orme.
Le illusioni che la ragione nega e il sentimento afferma
nella poesia armonicamente trovano conferma.
“In morte del fratello Giovanni”, noto sonetto,
il senso romantico della vita entra con il do di petto.
Per Catullo, Virgilio, Tibullo e Petrarca
il Foscolo non invoca la parca.
Le reminiscenze plasma in modo personale
e tutto trasforma in originale.
Esilio, pietà e atmosfera sepolcrale
sono affanni che lo portano a star male.
Sente le avversità della vita
e invoca anche per sé la dipartita. 

Desiderio di fuga e desiderio di morte
pur nelle lettere di Leopardi han voce forte.
Il pensiero del recanatese
corre sino a Omero a più riprese
e ad altri poeti che avevano cantato la natura
senza modelli e precetti di stesura.
Il classicismo o meglio la classicità
nella poesia leopardiana ben ci sta.
Il verso è animato da armonia e limpidezza,
chiarezza e nitidezza.
Nel suo romanticismo
che non può non negar l'illuminismo
la lirica deve essere sentimentale,
canto di affetti con ardore vitale,
che abbia dentro la musicalità
e non ritmo esteriore con facilità.
Non versi di forma  tipici e convenzionali
ma versi d'essenza lirici e naturali.
Nell'Infinito il poeta si esprime in stile misurato
e sillaba per sillaba ben controllato.
Si dispongono il pensiero e il sentimento
in un riflessivo atteggiamento.La musicalità non indulge al cantabile,
per il poeta davvero insopportabile,
ma è delicata e profonda
e travolge come intorta onda.
Toglie alle cose e ai fatti il senso rigido della realtà
per immergerli entro un'atmosfera di immensità. 

Il Manzoni manifesta riflessioni
e ponderate meditazioni
su Dio, vicende storiche e umanità
ricercando nel linguaggio vigore e intensità.
Nel Cinque Maggio l'ansia ambiziosa
trova il suo centro nella meditazione religiosa.
La storia degli uomini è nelle mani della provvidenza,
lo scontro tra l'umano e l'eterno è in evidenza. 

 

Giovanni Lorè