Questa
edizione sarebbe stata applaudita ovunque nel mondo, anche nei teatri di
antica tradizione wagneriana, essendo stata un'opera che poche volte ha
avuto successo a Bayreuth. La Scala in delirio ha regalato un trionfo senza
se e senza ma, specie grazie alla concertazione e direzione di Baremboin che
soprattutto nell'ultimo atto ha saputo condurre un'orchestra a volte
distratta, ed un coro, non sempre straordinario, verso un finale dolcissimo,
molto vicino a quello di Rusalka, regalando sentimenti romantici,
commoventi, pur avendo forse in mente la musica di altre opere wagneriane, o
in genere altra musica. A mio parere è stato un sentire sublime, con
alternanza di suoni forti là dove occorrevano e delicatezza, quando era
necessario.
Tra i protagonisti del Lohengrin Renè Pape è emerso su tutti anche se ci si
attenderebbe un maggiore gioco nei colori di una voce che ha molte qualità,
ma che appare sempre leggermente monotona. Però, oggi, dico che se ce ne
fossero avremmo più alternative e per lui non si può che parlare di
eccellenza.
Kaufmann il protagonista, forse non piossiede la musicalità straordinaria di
Domingo, ma ha fascino, e canta credendo in ciò che interpreta, trasmettendo
al pubblico i palpiti di parole confortate dalla straordinaria melodia che
Wagner ha scelto per lui. Per me merita applausi perchè regala con
generosità ciò che ti attendi e non delude.
Elsa è stata Annett Dasch. Sostituta della sostituta. Giunta a Milano nella
giornata, ha all'attivo molte presenze a Bayreuth. Non ha cantato male: è
stata ringraziata dal publlico, forse qualche volta ha avuto un problema
d'intonazione, ma non ha stonato ed ha interpretato la sua parte seguendo le
indicazioni del regista guardando sovente i gesti del concertatore e
direttore d'orchestra. Brava dunque e coraggiosa. Tomas Tomasson, Friedrich,
purtroppo ha deluso. In ogni caso ha cantato e recitato con generosità anche
se francamente poteva essere scelto un altro protagonista che non fosse al
termine di una gloriosa carriera.
Ortrud era Evelyn Herlitzius. E' un soprano con molte qualità. Bravissima
nell'essere anche drammatica, ha una voce piacevole che spicca su tutte le
altre come ha già dimostrato in altre occasioni anche wagneriane. Ha
ottenuto un successo personale, meritatissimo. Finale eccellente, anche nel
quartetto finale del primo atto, quando poteva offrire qualcosa di più della
sua classe vocale. Ma perchè coprire con la sua voce, tutte le altre?
Baremboin l'ha guidata bene. Luicic possiede una bella voce. E' un serio
professionista e possiede molte qualità che mancano ad altri. Anche per lui
non sono mancati gli applausi che hanno sommerso il concertatore e direttore
d'orchestra Daniel Baremboin di cui ho già scritto le mie impressioni.
Per me è stata una delle sue migliori serate alla Scala, proprio forse
perchè era in scena il Lohengrin. Un'opera romantica. Wagner la compose in
tre anni dal 1845 al 1848. Il protagonista, l'opera stessa, impersona il
miracoloso e difficile tentativo dell'artista di unire la solitudine e
l'incomprensione di Lohengrin nel mondo umano. Un inserimento che vuole una
fedeltà assoluta richiesta invano ad Elsa con il divieto di conoscere le
origini del suo sposo. L'opera rappresenta una tappa fondamentale verso la
realizzazione della riforma di Wagner: vi è lo sforzo di spezzare le forme
chiuse delle arie per approdare a un declamato che specie nel personaggio di
Ortrude, giunge ad altissimi risultati espressivi. Wagner si avvicina alla
tetralogia.
Lohengrin Lohengrin di Richard Wagner Direttore: Daniel Barenboim Regia:
Claus Guth Scene e costumi: Christian Schmidt Coreografia: Volker Michl
Luci: Olaf Winter Drammaturgia: Ronny Dietrich Maestro d’armi: Renzo
Musumeci Greco - Lohengrin con la sostituta Annet Dasch Rudy Amisano -
Teatro alla Scala
Piazza Scala - dicembre 2012