Piazza Scala

 

       una recensione di Maurizio Dania      

 

Questa edizione sarebbe stata applaudita ovunque nel mondo, anche nei teatri di antica tradizione wagneriana, essendo stata un'opera che poche volte ha avuto successo a Bayreuth. La Scala in delirio ha regalato un trionfo senza se e senza ma, specie grazie alla concertazione e direzione di Baremboin che soprattutto nell'ultimo atto ha saputo condurre un'orchestra a volte distratta, ed un coro, non sempre straordinario, verso un finale dolcissimo, molto vicino a quello di Rusalka, regalando sentimenti romantici, commoventi, pur avendo forse in mente la musica di altre opere wagneriane, o in genere altra musica. A mio parere è stato un sentire sublime, con alternanza di suoni forti là dove occorrevano e delicatezza, quando era necessario.

Tra i protagonisti del Lohengrin Renè Pape è emerso su tutti anche se ci si attenderebbe un maggiore gioco nei colori di una voce che ha molte qualità, ma che appare sempre leggermente monotona. Però, oggi, dico che se ce ne fossero avremmo più alternative e per lui non si può che parlare di eccellenza.

Kaufmann il protagonista, forse non piossiede la musicalità straordinaria di Domingo, ma ha fascino, e canta credendo in ciò che interpreta, trasmettendo al pubblico i palpiti di parole confortate dalla straordinaria melodia che Wagner ha scelto per lui. Per me merita applausi perchè regala con generosità ciò che ti attendi e non delude.

Elsa è stata Annett Dasch. Sostituta della sostituta. Giunta a Milano nella giornata, ha all'attivo molte presenze a Bayreuth. Non ha cantato male: è stata ringraziata dal publlico, forse qualche volta ha avuto un problema d'intonazione, ma non ha stonato ed ha interpretato la sua parte seguendo le indicazioni del regista guardando sovente i gesti del concertatore e direttore d'orchestra. Brava dunque e coraggiosa. Tomas Tomasson, Friedrich, purtroppo ha deluso. In ogni caso ha cantato e recitato con generosità anche se francamente poteva essere scelto un altro protagonista che non fosse al termine di una gloriosa carriera.

Ortrud era Evelyn Herlitzius. E' un soprano con molte qualità. Bravissima nell'essere anche drammatica, ha una voce piacevole che spicca su tutte le altre come ha già dimostrato in altre occasioni anche wagneriane. Ha ottenuto un successo personale, meritatissimo. Finale eccellente, anche nel quartetto finale del primo atto, quando poteva offrire qualcosa di più della sua classe vocale. Ma perchè coprire con la sua voce, tutte le altre? Baremboin l'ha guidata bene. Luicic possiede una bella voce. E' un serio professionista e possiede molte qualità che mancano ad altri. Anche per lui non sono mancati gli applausi che hanno sommerso il concertatore e direttore d'orchestra Daniel Baremboin di cui ho già scritto le mie impressioni.

Per me è stata una delle sue migliori serate alla Scala, proprio forse perchè era in scena il Lohengrin. Un'opera romantica. Wagner la compose in tre anni dal 1845 al 1848. Il protagonista, l'opera stessa, impersona il miracoloso e difficile tentativo dell'artista di unire la solitudine e l'incomprensione di Lohengrin nel mondo umano. Un inserimento che vuole una fedeltà assoluta richiesta invano ad Elsa con il divieto di conoscere le origini del suo sposo. L'opera rappresenta una tappa fondamentale verso la realizzazione della riforma di Wagner: vi è lo sforzo di spezzare le forme chiuse delle arie per approdare a un declamato che specie nel personaggio di Ortrude, giunge ad altissimi risultati espressivi. Wagner si avvicina alla tetralogia.

Lohengrin Lohengrin di Richard Wagner Direttore: Daniel Barenboim Regia: Claus Guth Scene e costumi: Christian Schmidt Coreografia: Volker Michl Luci: Olaf Winter Drammaturgia: Ronny Dietrich Maestro d’armi: Renzo Musumeci Greco - Lohengrin con la sostituta Annet Dasch Rudy Amisano - Teatro alla Scala

 

 

 

               

 

 

 

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Piazza Scala - dicembre 2012