Milano, 24 luglio
2013
DIRCREDITO FD - FABI - FIBA/CISL - FISAC/CGIL -
SINFUB - UGL CREDITO - UILCA
e p.c.
Dott.ssa Livia POMODORO
Presidente del Tribunale di Milano
Intesa Sanpaolo SpA
Direzione Centrale Risorse Umane
Servizio Politiche del Lavoro
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In relazione alla
Vostra comunicazione del 9 luglio scorso -
indirizzata anche al Presidente del Tribunale di
Milano, oltre che per conoscenza alla Banca -
corre l’obbligo di precisare che la
ricostruzione dei fatti da Voi rappresentata non
considera tutto quanto accaduto dal 2004 in poi.
Non possiamo pertanto esimerci dal replicare,
seppur sinteticamente, a chiarimento e sostegno
delle scelte effettuate dagli Organi
amministrativi e di controllo del Fondo tempo
per tempo succedutisi.
Innanzitutto i Liquidatori condividono il
rammarico espresso dalle OO.SS. che la Corte di
Cassazione (in assenza di precedenti in materia)
abbia ritenuto che, pur in questa peculiare
situazione del Fondo (riconosciuto "in
bonis”), fosse necessario far precedere
al piano riparto la fase dello stato passivo,
con gli adattamenti del caso. Anche la
preoccupazione di evitare che la procedura in
corso potesse condurre a risultati che qualcuno
potrebbe considerare “non equi”, aveva a suo
tempo indotto l’Ente - con il sostanziale
assenso della Autorità vigilanti - a presentare
direttamente il piano di riparto, confidando in
una rapida verifica giudiziaria delle pretese
per “categorie” anziché per singole posizioni
individuali.
Premesso tutto ciò, il Collegio dei
Liquidatori, in coerenza con quanto deciso dal
precedente Consiglio di Amministrazione, non può
che ribadire l’assenza di presupposti sia logici
che giuridici per l’applicazione dell’alt. 27
dello Statuto del Fondo (che peraltro
genererebbe effetti disomogenei anche
all'interno di alcune categorie di interessati
alla ripartizione del residuo attivo del
patrimonio).
In particolare ricordiamo che il processo
di liquidazione del Fondo nasce e si incardina
sulla scelta delle Fonti Istitutive
(Organizzazioni Sindacali e Banca) operata con
l’Accordo del 10 dicembre 2004. In conseguenza a
ciò gli organi amministrativi del Fondo
(composti in misura paritetica da rappresentanti
nominati dalla Banca ed eletti dagli Iscritti)
informarono sin dal Bilancio 2004, approvato
nell’agosto 2005, che "A far data dal 1°
gennaio 2005... risultano superate le
disposizioni previste negli art. 25 e 27 dello
Statuto e l’intero realizzo del patrimonio
immobiliare sarà imputato in proporzione fra
tutti i Partecipanti (attivi e pensionati) alla
Gestione Vecchi Iscritti”.
Tale scelta, effettuata in coerenza con i
contenuti dell’Accordo 10 dicembre 2004, è stata
poi anno dopo anno ribadita anche negli incontri
tenutisi con Voi e non ci risulta sino ad oggi
sia mai stata contestata dalle Fonti Istitutive.
Pur comprendendo che, nel tipo di
procedura utilizzata, la tentazione di
“massimizzare” le somme da richiedere possa
apparire ragionevole per una parte dei
Partecipanti al Fondo aderenti alla riforma del
1999 e relativo nuovo Statuto, non possiamo che
rimarcare come rispetto al percorso sin qui
seguito, prima dal Consiglio di Amministrazione
del Fondo e poi dal Collegio dei Liquidatori, il
criterio di riconoscimento dei “crediti” da Voi
ora proposto (sul quale non ci risulta che la
Banca concordi, essendo ancorata agli accordi
del 2004 e alle scelte compiute dagli organi del
Fondo) sia assolutamente estraneo.
Inoltre, i Giudici, interessati dalla
“interpretazione autentica”
dell’articolo 27 dello Statuto, sinora hanno
sempre condiviso l’impostazione del Fondo (cfr.
da ultimo la sentenza della Corte di Appello di
Roma del 20 ottobre 2010).
Osserviamo poi, per quanto occorra, che,
anche in vigenza dell’alt. 27, i criteri
relativi alla valorizzazione del patrimonio
immobiliare adottati dal Consiglio di
Amministrazione del Fondo, sempre riportati nei
bilanci successivi all’anno 2000, non avrebbero
comunque consentito di inserire, in tale
tipologia di “plusvalenza”, quanto accaduto
nell’anno 2005.
Infine, auspichiamo che la Vostra
comunicazione non finisca con aggravare la
situazione di contenzioso, dilatando i tempi di
conclusione di questa vicenda, contrariamente a
quanto da Voi correttamente sollecitato nel
Vostro comunicato dopo l’incontro con noi del 22
maggio 2013, quando convenivate
“sull'esigenza di favorire al massimo la
rapidità di distribuzione delle plusvalenze
residue” (così da permettere di far
fronte alle numerose richieste provenienti dai
partecipanti più deboli ed anziani - tutt’altro
che privilegiati - che avevano persino
manifestato la disponibilità ad una soluzione
per loro meno favorevole rispetto alla
suddivisione proporzionale del patrimonio).
Distinti saluti.
Fondo Pensioni per il Personale
della Banca Commerciale Italiana in liquidazione
per il Collegio dei Liquidatori Il
Presidente
(Angelo Elia)
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OO.SS. |