Recentemente abbiamo pubblicato una lettera di Filippo Vasta che riportava dati provvisori ed anche per questo molto preoccupanti sulla gestione 2011 del Fondo Sanitario (visualizza l'articolo) che comporterebbe un esborso pro quota da parte del personale in quiescenza di 3.7/mln. di euro. Da parecchie parti si sono levate voci di protesta con l'invito ad intraprendere azioni per ristabilire un vero principio di solidarietà tra tutte le categorie interessate e non soltanto all'interno di esse.

Precisiamo innanzitutto che gli assistiti (iscritti più familiari) sono così suddivisi:

125.359 personale attivo
 10.039 esodati
 33.619 personale in quiescenza
169.017 subtotale
  41.913 iscritti ad altre polizze in attesa di confluire nel Fondo
210.930 totale generale

Quando il Fondo prese avvio, comunicando i numeri alla stampa Corrado Passera aveva affermato con malcelato orgoglio che si trattava del più grande fondo sanitario operante sul territorio italiano: occorrerebbe ora confermare il primato eliminando questa stortura che invece ne ridimensiona lo spirito.

Pubblichiamo di seguito la lettera scritta a Banca Intesa ed alle OO.SS. da Franco Catenaccio, Presidente dell'Associazione Pensionati Cariplo e Banca intesa nonchè recentissimo Presidente di Fapcredito (particolare che dà maggior forza al sua missiva), con la collaborazione di Filippo Vasta - rappresentante dei pensionati nel Consiglio del Fondo Sanitario - e con l'accordo con tutte le altre associazioni di pensionati.
La lettera è stata recapitata il 15 marzo 2012.

Piazza Scala - 16 marzo 2012

 

 

Oggetto: Fondo Sanitario Integrativo del Gruppo Intesa San Paolo – Bilancio al 31 dicembre 2011 –  Previsione sui dati di chiusura.

 

Egregi signori,

La previsione dei risultati concernenti l’esercizio 2011 ha confermato, in modo inequivocabile, la necessità di un intervento per apportare alcune correzioni alle condizioni che regolano il Fondo Sanitario, così come scaturite dall’Accordo istitutivo e sancite nello Statuto in vigore.

Le Associazioni dei Pensionati indicate in calce, che mi hanno dato espresso mandato di inoltrare la presente anche per loro conto e interesse,  rilevano che i dati prospettati non sono sostenibili, presentando una delle due componenti, quella degli Attivi, - dopo l’assestamento del contributo di solidarietà nella misura attualmente prevista - un avanzo d’esercizio di 12 milioni di Euro, mentre quella dei Quiescenti è chiamata a:

-     rinunciare alla corresponsione delle quote di prestazioni differite;

-     utilizzare a parziale ripianamento il 10% delle Riserve di competenza;

-     provvedere ad ulteriori versamenti contributivi per oltre 3,6 milioni di Euro, a ripianamento della perdita residua;

-     sopportare comunque il vincolo di iscrizione per il primo triennio, pur in presenza di una situazione che presenta una decurtazione alle prestazioni e un aggravio dei contributi.

 

Le Associazioni in discorso ragionevolmente ritengono che fosse negli intenti delle Parti Negoziali, al momento della stesura dell’Accordo, di creare una situazione di equilibrio fra le due componenti gestionali, ed in tale ottica fosse stata fissata la misura del contributo di solidarietà. In tale convincimento, la stragrande maggioranza degli associati quiescenti ha mantenuto la propria adesione all’ente, pur in presenza di un sostanzioso incremento contributivo rispetto alla vecchia Cassa.

Tale obiettivo, probabilmente in assenza di un “business plan” adeguato, è stato in tutta evidenza mancato, vista l’emersione di risultati del tutto squilibrati.

Alla luce di quanto sopra, le scriventi Associazioni chiedono:

  • che, in presenza di un avanzo d’esercizio per l’anno 2011 a livello globale, vengano compensati i risultati gestionali delle due Sezioni e che tale compensazione venga effettuata anche per l’esercizio in corso;

  • che venga convocato con urgenza un incontro di rappresentanti della nostra categoria con le Parti Negoziali, per discutere insieme, con spirito collaborativo, quali provvedimenti sia opportuno adottare per ricondurre, in avvenire, i risultati del Fondo verso una situazione prospettica di equilibrio mediante una revisione sia dell’attuale criterio destinato alla salvaguardia di un effettivo principio di solidarietà, oggi chiaramente inadeguato, sia per la rimodulazione di talune voci di spesa e di massimali, il cui contenimento, alla luce dei risultati gestionali che emergono per l’anno 2011, non appare del tutto giustificato.

E’ infatti interesse di tutti non esporre il maggior Fondo Sanitario italiano ai rischi di una débacle in termini d’immagine, né appare opportuno che, davanti a una così rilevante disequità di risultato a parità di prestazioni fra attivi e personale in quiescenza,  si verifichi un deterioramento nella qualità degli aderenti, con il prevedibile abbandono della componente a più alta contribuzione e minore ricorso alle prestazioni.

Sempre nell’ottica di tale generale interesse verso il migliore funzionamento del Fondo, siamo disponibili ad affrontare l’intera tematica per la ricerca di punti di convergenza comune, coinvolgendo nella discussione anche gli aspetti derivanti dalle radicate iniziative giudiziarie, rispetto alle quali le Associazioni in discorso avranno cura di intrattenere i ricorrenti perché valutino l’opportunità di recedere dalle medesime.

In attesa di cortese riscontro, porgo i migliori saluti.

 

Avv. Giovanni F. Catenaccio

Presidente Associazione Pensionati Cariplo e Banca Intesa

 

 

 

 

 

 

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