Piazza Scala

 

   la lettera del 20 aprile 2012 del Fondocomit  

 

Eravamo stati informati della lettera con cui il Fondo Pensioni Comit riassumeva tutta la lunga diatriba sulla (mancata) liquidazione delle plusvalenze: le conclusioni dell'ente erano tuttavia interlocutorie, anzi le previsioni non erano rassicuranti.
Il primo a segnalarci la cosa è stato Fernando Mazzotta, che ci ha nel contempo inviato copia della citata comunicazione epistolare (che potete visualizzare cliccando sulla sottostante icona).
Per quanto concerne lo sfogo (più che legittimo) del collega, non possiamo che esprimergli tutta la nostra solidarietà, anche citando un famoso proverbio, "raglio d'asino non sale in cielo".
Piazza Scala - maggio 2012

 

Cari amici, come avevo già preannunciato ho rassegnato le dimissioni dall'ANPECOMIT: dimissioni peraltro superflue in quanto "tacitamente" ero stato già estromesso di fatto per aver esternato le mie idee a suo tempo. Ho ricevuto in questi giorni il periodico trimestrale NOI COMIT e, senza tanta sorpresa, ho notato che il mio contributo (sollecitatomi da Masia e non inviato di mia iniziativa) sulla filatelia è stato "segato". Non mi meraviglio più di tanto, ma ciò dimostra, ove mai ce ne fosse bisogno, cosa c'è dietro a tutto questo!

Ho notato che su Piazza Scala non è apparso nessun commento sulla lettera che certamente tutti gli aventi diritto (e non) del nostro Fondo in liquidazione hanno ricevuto in questi giorni.

Solo una brevissima considerazione: al di là dei toni molto concilianti e di apparente disponibilità del Fondo la lettera, secondo me, cela un messaggio "pilatesco" molto chiaro. La vicenda della distribuzione delle plusvalenze non avrà un fine; si perderà nella notte dei tempi.....  fin tanto che ci sarà uno ed un solo ricorrente tutto verrà rimesso in gioco. E vi posso assicurare che di questi ricorrenti (avranno pure le loro ragioni) ne conosco da vicino un paio e sono testardi come muli. Il concetto è che non demorderanno mai sino a quando non vedranno soddisfatte "integralmente" le loro presunte ragioni di credito e non gliene frega niente che uno sparuto gruppo di ostinati resistenti tenga per le palle circa ventimila aventi diritto. Ma in tutta questa  palude di sabbie mobili non ci ha cacciati forse l'ANPEC?

Non per fare il primo della classe, ma il sottoscritto, pur essendo un "ragazzo del 98/99" non ha mai voluto aderire a nessun tipo di ricorso perché immaginavo sin da allora che ci saremmo andati a cacciare in un ginepraio senza uscita.

Qui si tratta di capire, e lancio il quesito agli amici di Piazza Scala che ne sanno molto più di me in materia, se sia opportuno percorrere altre vie, anche istituzionali/governative, con un pool di esperti che sappia portare avanti  questo problema anche nei confronti dell'opinione pubblica, magari con una lettera o un'intervista al Sole 24 Ore o altro. Non possiamo starcene con le mani in mano subendo passivamente  che questo o quel cavillo di questo o quello studio legale continui a far avvitare su se stessa la vicenda. Possono avere riunificato i ricorsi, i giudizi e quant'altro, ma resterà sempre l'incognita di quel qualcuno che metterà il bastone fra le ruote e tutta la giostra andrà in frantumi e occorrerà ricominciare tutto ex-novo e cosi via...... In sostanza il Fondo ha voluto dirci fra le righe che la vicenda non avrà una conclusione e che possiamo abbandonare ogni speranza di vedere i nostri soldi  "oh voi poveri meschini e sprovveduti che vi siete avventurati sulla strada incerta dei ricorsi giudiziari.......".  Perché , intanto, non portare avanti un ragionamento con il Giudice delegato alla liquidazione basato sulla distribuzione almeno di un acconto al 50%?

Fernando Mazzotta - maggio 2012

 

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del Fondocomit

 

 

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Piazza Scala - maggio 2012