L'Associazione Amici Comit - Piazza Scala ha inviato ad Antonio Masia (Presidente pro-tempore Direttivo Anpecomit) una seconda lettera aperta che riscontra il suo comunicato n. 13 che, apparentemente conciliante sulla partecipazione dell'Anpec ad un tavolo di lavoro, in realtà contiene distinguo, premesse e preclusioni tali da sembrare dirette ad impedire un incontro tale da portare ad una democratica conclusione della vertenza.
Ecco il testo della seconda lettera aperta, che contiene anche il cennato comunicato n. 13:
Dal tuo comunicato n. 13 (qui di seguito riportato) si evince chiaramente che l'ampia disponibilità a partecipare ad un tavolo di lavoro per la soluzione dei problemi del Fondo, disponibilità da te ribadita anche di recente, è in realtà più formale che sostanziale.
Infatti, vengono poste condizioni preliminari che rendono di fatto non percorribile l'ipotesi di un accordo stragiudiziale che ponga fine all'annosa vicenda.
La presenza dei Sindacati, come certo ricorderai, è stata da te sempre indicata come indispensabile ed è per questo che ritenevo di poter contare su di te per il loro coinvolgimento; apprendo che ciò, ora, non è possibile, quindi “fate voi”, cioè noi.

Quanto alla difesa ad oltranza dell'art. 27, che viene di volta in volta da te ribadita, mi permetto di ricordare che ogni ricorso di opposizione allo Stato Passivo – penso anche quello da te depositato – richiede al primo punto proprio l'applicazione dell'art.27: quindi nessuna “primazìa” da parte di alcuno, ma soltanto la convinzione che tale articolo vada applicato, quantomeno ai ricorrenti.
Ma tu insisti sull'applicazione “erga omnes”, che piacerebbe ovviamente a tutti, ma, allo stato attuale, appare come un'araba fenice.
Infatti, ben 24 sentenze della Cassazione hanno indicato una strada diversa, senza entrare nel merito dell'art. 27. Eppure un’occasione l’ANPEC l’ha avuta, quella in sede di presentazione delle memorie alla Suprema Corte, nella quale l’allora “pool di avvocati” aveva inserito il ricorso incidentale relativo alla validità dell’art. 27, purtroppo tu e l’avv. Pileggi vi opponeste con veemenza a quel ricorso (vedansi in proposito i comunicati emessi all'epoca), chiedendone in extremis il ritiro in Cassazione – cfr. comunicato n. 19 ANPEC del 1.12.2012. Pertanto, di fronte all'opposizione dei Liquidatori e perfino degli stessi ricorrenti, i Giudici non poterono che affossare il ricorso incidentale così l’occasione svanì: come mai allora non era necessario accertarne la validità ed ora invece si fanno cause, o quanto meno si ricorre “ad adiuvandun”, per tale accertamento?

Ti informo, infine, che numerosi Legali, che hanno depositato opposizioni allo Stato Passivo, hanno espresso il loro consenso perché ci si adoperi per una soluzione transattiva, senza dover aspettare un altro anno.

In conclusione l'ANPEC pone delle condizioni che gli altri dovrebbero accogliere; quindi, non di tavolo di lavoro si tratterebbe, ma di una accettazione di linee da te preconfezionate. E' evidente pertanto che, per andare eventualmente avanti, necessita una revisione di fondo del tuo atteggiamento.

Attendo una tua risposta entro una decina di giorni, non lo prendere come un “controdictat”: ognuno è libero di fare le sue scelte.
Da parte nostra è ora necessario prendere una decisione che, anche in mancanza delle presenza dell'ANPEC ad un tavolo di confronto, sarà quella di continuare a lavorare per un accordo transattivo, senza trascurarne un auspicabile miglioramento.
Quando saremo alle fase finale, prima di inoltrarlo al Presidente del Tribunale, ne daremo notizia pubblica.

Sergio Marini
Associazione “Amici Comit - Piazza Scala”

Milano, 22 luglio 2015
 
Clicca sull'icona a sinistra per visualizzare il comunicato Anpecomit n. 13 del 17-7-2015 – risposta all’invito “Amici Comit” del 15 luglio 2015
Eppure i commenti dei nostri lettori (fra i quali spicca una massiccia presenza di soci Anpecomit ) sono chiarissimi nella loro stragrande maggioranza e richiedono una chiusura della vertenza senza inutili strascichi giudiziari, come risulta dal sottostante riepilogo dei pareri suddivisi fra appartenenti o meno ad associazioni::

Noi speriamo ancora che prevalga il buon senso su un'ostinata volontà di trascinare la chiusura della vertenza nel prossimo lustro: ci domandiamo ancora a cosa e a chi possa servire reiterare altre cause sin qui sempre perse!!!!
Piazza Scala

 

 

I commenti dei nostri lettori

da M.A: Bisogna chiudere la vertenza il più presto possibile,inutile fare opposizioni perché tra spese di tribunale avvocati le cifre offerte diminuiranno. e noi pagheremo restando con un pugno di mosche anche se qualcuno si divertirà in tribunale.
da G.B. (Anpecomit): Sarebbe ora di farla finita! Masia: BASTA !!!!!!
da A.B.: M. deve essere defenestrato. Ha procurato danni materiali e morali a noi tutti. Non entro nello specifico perché  tutti sono a conoscenza dell'inqualificabile comportamento del soggetto.
da M.B. (Anpecomit), 2o messaggio: Masia dovrebbe capire che è ora di chiudere la vertenza ed anche capire che su certe cose  non si può tornare indietro in quanto i termini non sono stati rispettati. Deve anche capire (sono un comit ravenna e lo conosco personalmente) che non è la sua guerra ma che è  solo una battaglia (spero l'ultima) nella quale dobbiamo portare a casa qualcosa prima che ci lasciamo le nostre penne. Cerchiamo di chiudere e di applicare la legge (cosa che in Italia è difficile) e di usare le regole del "bonus pater familia": Se lottiamo insieme per un obiettivo comune (la cosa è possibile) tanti aderiranno alla soluzione che spero si possa trovare. Grazie
da M.B. (Anpecomit): Masia deve capire che non si tratta della sua guerra personale (sono un  comit ravenna e lo conosco personalmente ed iscritto anpec - come detto sopra). Bisogna usare il "bonus pater familia" per cercare di risolvere la vertenza, tenendo anche presente che dove i termini sono prescritti, sono prescritti. Con un  pò di buona volontà, credo che possa ancora esserci   la possibilità di portare la vertenza alla fine. Se l'Anpec pone delle riserve per essere al tavolo che, spero sia apra, rimanga fuori e non rechi danni ai suoi iscritti che, nella maggioranza, vorrebbero chiudere.
da G.D.: Alla luce di quanto sta accadendo, ritengo e spero che tutti gli aventi diritto, ricorrenti e non, siano soddisfatti del loro credito anche rinunciando ad una parte di esso. Mi permetto di fare questo appello in considerazione del fatto che tutti i fuoriusciti dal fondo pensione Comit  hanno versato le loro spettanze con il sudore del lavoro. Ringrazio tutti quelli che in questi anni hanno portato avanti la nostra battaglia per il riconoscimento dei nostri diritti,  confido nel buon senso di  tutti per risolvere nel modo giusto e in tempi brevi l'annosa vicenda. CHE SIA RICONOSCIUTO A TUTTI GLI AVENTI DIRITTO E SENZA DISCRIMINAZIONE QUANTO O PARTE DI QUELLO CHE GLI E' DOVUTO, FRUTTO DEL SUDORE DEL LAVORO
da Arturo: Iniziativa lodevole: spero veloce e con buon fine.
da F.G.: Riepilogo sinteticissimo: se ci fossero state solo perdite nella vendita immobiliare, chi si sarebbe fatto avanti? Non certo i soci già liquidati ed usciti dall’Ente! E poi: “Non occorre ancora litigare tra cani e gatti! E’ assodato ormai che un nuovo accordo tra le varie associazioni è troppo difficile a concretizzarsi.. una residuale strada da percorrere, forse e secondo me, per poter anticipare di un qualcosa i lunghi tempi dell’attesa, potrebbe essere quella di accordi transattivi “individuali” (tramite PEC) proposti dai legali con l’avallo del Fondo ed autorizzati, ove fosse possibile, dagli organi legalmente preposti.
da M.G.: Nel ringraziarVi per le continue ed importanti comunicazioni riguardanti noi pensionati ante '98 vi prego di accettare questa mia mail quale mio assenso per la risoluzione della nota vertenza Fondocomit che spero sia ormai giunta al traguardo per la distribuzione di quanto GIUSTAMENTE spettanteci. Vogliate gradire i miei migliori saluti. M. G. (matr. 38313) pensionato dal dicembre 1996 (mi sento ancora in gamba ma non credo di avere altri 100 anni di vita per aspettare quanto a me dovuto checchè ne dica Masia).
da I.M.: Il tribunale ha ormai deciso in modo positivo per gli acconti ai pensionati ante 98. credo che dobbiamo continuare su questa strada anche per gli altri senza liti o confusioni che alla lunga non sono comprese dai più.
da F.P.: Sono anche io convinto, sulla base di consolidata esperienza personale, che il tutto sia nelle mani di persone che per questioni di puntiglio personale, fregandosene altamente di chi, come me, ha bisogno di quei soldi e aspetta, aspetta, aspetta.... litigano fra loro. Ma voglio dire una cosa. Se la liquidazione e' nelle mani della Magistratura non dovrebbe essere lei a dire BASTA? Mi chiedo: è legale o possibile pervenire ad accordi "privati" in ordine a questioni nella mani del Tribunale Fallimentare?
da E.L. UNP): Condivido la posizione di L.C./UNP sulle curiosità espresse dal collega sul ruolo reale del collega Masia che cominciano a non essermi più tanto chiare. il collega Masia prende atto del parere di tanti colleghi iscritti al SUO movimento? Non pensa -come ha scritto un collega - che potrebbe neanche lui vedere la fine delle barricate? Credo che se avesse la mia posizione familiare......
da M.M.: Come diceva un mio collega, la Comit è stata una Grande Banca, poi con la privatizzazione una Banca Grande e poi con le varie fusioni uno sfacelo. Sono favorevole ad un accordo.
da alweb: Molto difficile mettere d'accordo cani e gatti, specialmente quando di mezzo ci sono i soldi...
da San Tommaso: Bello e impossibile. Un miraggio. Vediamo l'oasi che non c'è. Vediamo invece chi dovrebbe stare al tavolo. Anpec e Amici duramente contrapposti, divisi su tutto e animati da risentimenti personali. I "vecchi pens.ti" , i cocchi della Banca, contano sulle coccole della Mamma e basta. I sindacati non se ne calano, solo alcune sigle hanno scoperto in extr. la fregatura per gli "attivi" e sono ricorsi al Trib.le per la sparizione dell'art.27 e aspettano. Il Fondo non ama certo immischiarsi nella trattativa o addirittura avallarla. Va per la sua strada (intanto elargisce un dolcetto di 96 mln ai suoi cocchi). Dulcis in fundo mettiamoci un bel po' di avvocati, schierati su fronti opposti. Può esistere un tavolo così? Sai che bello! Bello e impossibile. Fa piangere l'idea che dopo tanti anni, sentenze, speranze, mln. buttati (Liq.ri, avvocati, cons.ti) ci si debba ridurre a un incerto e abborracciato "fai da te", che poi magari solleverà il malcontento di molti che ora lo invocano entusiasti. Mah! Auguri ai volonterosi accordatori. Auguri ai volonterosi accordatori! .
da C.A.: E’ EVIDENTE CHE CIASCUNO DI NOI TIRA L’ACQUA AL PROPRIO MULINO. TROVARE UN ACCORDO TRANSATTIVO SIGNIFICA ESSERE DISPOSTI A RINUNCIARE A QUALCOSA PER OTTENERE QUALCOSA SUBITO. MA NESSUNO DI NOI VUOL RINUNCIARE A QUALCOSA O PER LO MENO: POCHISSIMI!  QUINDI MI SA CHE UN ACCORDO VERAMENTE RISOLUTIVO  SIA PURTROPPO DI DIFFICILISSIMA REALIZZAZIONE.  INTANTO CONCLUDIAMO PRIMA POSSIBILE LA FASE DELL’ EROGAZIONE 2015 CHE HA TUTTE LE CARTE IN REGOLA PER ESSERE CHIUSA DOPO LE DISPOSIZIONI DI PAGAMENTO CHE MOLTI DI NOI STANNO ASPETTANDO (SIAMO AL 23 DI LUGLIO: NON VOGLIAMO SOFFRIRE ANCORA A LUNGO!) .  A QUESTO PROPOSITO, PERO', E’ DOVEROSO SPEZZARE UNA LANCIA A FAVORE DEI LIQUIDATORI CHE, IN QUESTO FRANGENTE, HANNO DIMOSTRATO INIZIATIVA, CORAGGIO E DETERMINATEZZA DI ANDARE AVANTI CON LE POSIZIONI PRESE (DOTE QUEST’ULTIMA DIVENUTA MERCE RARISSIMA)
da Arnaldo: Chiunque frappone ostacoli ad una soluzione transattiva gioca sulla pelle dei colleghi seri  e non aggiungo altro, altrimenti dovrei andar giù con la clava...
da anmilef: 40 di COMIT classe 1927 dal 1988 in pensione. C ome usiamo  dire dalle nostre parti... pochi maledetti e subito !!!
da E.P.: Il minimo che posso fare è ringraziare per la costanza, la precisione, la volontà, la messa a disposizione del proprio tempo (con altri impegni familiari che certamente avrai...) per cercare di portare il “padre padrone” al tavolo. Speriamo bene. Nel frattempo molti colleghi ci lasciano per miglior vita o comunque diventano sempre più anziani (sono in quest’ultimo gruppo per il momento!!) dovendo lasciare ad eredi di seguire questa che è diventata una triste vicenda invece di un modo di concludere in amicizia per quei valori tanto sbandierati di appartenenza alla Banca.
da M.R. (Anpecomit): L'importante è chiudere in modo onorevole e possibilmente in tempi brevi - Secondo il mio modesto parere Amici Comit dovrebbe portare avanti la trattativa con o senza Masia - Dobbiamo battere il ferro finchè e caldo. 
da qcps: Non sono d'accordo, avrebbero potuto pensarlo prima.
da C.B.: Vorrei fare un mio commento a questa situazione anche perchè mi trovo in una situazione particolare che espongo:
Sono stato licenziato con decorrenza 31.3.2003 per avvenuta maturazione dei requisiti minimi per la pensione di anzianità (avevo infatti raggiunto 37 anni e 4 mesi di contribuzione)
Quando mi sono presentato in Via Unione al Fondo per chiedere la relativa pensione mi è stato detto che essendo stato licenziato nel quadro dell'accordo sindacale sugli esuberi non avevo diritto alla pensione, ma solo alla liquidazione dello zainetto che mi è stato corrisposto con tassazione di acconto come se mi fossi dimesso invece che essere stato semplicemente licenziato. In seguito a questo ho subito un accertamento da parte della Agenzia delle Entrate contro il quale ho ricorso ed ho vinto perchè l'Agenzia delle Entrate stessa, di fronte alla presentazione della lettera di licenziamento, ha annullato l'accertamento in autotutela. Errare è umano, ma perseverare è diabolico perchè, nel quadro di un procedimento si separazione, il Tribunale di Brescia ha chiesto al Fondo quali fossero state le mie spettanze. Il Fondo ha risposto con una lettera che forniva i dettagli della liquidazione (con errata tassazione) dello zainetto corrispostomi specificando che non avevo diritto alla pensione essendo dimissionario per aderire al Fondo Esuberi e che non avevo raggiunto i requisiti minimi per andare in pensione! Fondo esuberi al quale non avevo titolo per aderire avendo maturato la pensione INPS. Con una lettera tardiva, di fronte a minaccia di querela penale per falso il fondo mi ha inviato una lettera che diceva semplicemente che vi era stato un errore di comunicazione tra Banca e Fondo. Documenti che sono visibili. Il conto lo ho però dovuto pagare io.
Ho ricorso contro il licenziamento ed ho vinto sia in primo grado che in appello. La Cassazione invece, nel febbraio 2012, mi ha dato torto con la motivazione che mi ero spontaneamente dimesso per aderire al Fondo Esuberi. La lettera di licenziamento non faceva testo. Contro questo palese falso ho ricorso per revocazione in Cassazione che ha giudicato inammissibile il mio ricorso per non avere dimostrato di essere licenziato e di non avere aderito al Fondo Esuberi; anche in questo caso la lettera di licenziamento e la pensione INPS che godevo dal 1.7.2003 non faceva testo. Anche questi documenti sono visibili. La Banca aveva, in occasione del ricorso per revocazione, replicato con una memoria di circa 150 pagine per smentire le mie affermazioni. Dovevo avere per forza la patente del dimissionario e di avere goduto del Fondo Esuberi, cosa che non è mai accaduta.
Ora, di fronte a questi comportamenti di Banca e Fondo non vedo per quale ragione si voglia tentare delle mediazioni visto che tutte le sentenze sono state puramente politiche.
I nostri diritti sono stati semplicemente calpestati e non ho ancora capito per quale ragione la Banca (tramite il Fondo) abbia voluto ulteriormente penalizzare chi era stato penalizzato più di tutti per premiare, una volta di più, chi non aveva mai sopportato alcuna perdita, ignorando Statuto e Accordi Sindacali che lo avevano modificato.
da F.D.: Proseguire con la procedura fallimentare con le posizioni fissate nel piano di riparto. Anche perchè ogni variazione individuale va a scapito di tutti gli altri. Chiudere !!!!! Subito. 
da C.M. (Amici Comit): Dopo tanti anni i nostri soldi si stanno disperdendo fra spese legali, onorari ecc. Un accordo e' indispensabile. Prima che quei pochi spicci che resteranno vadano tutti ...agli eredi
da L.F. (UNP): Non è più tempo di accordi. Si vada avanti con la Procedura Fallimentare. Come ha anche chiarito nell'ultima sua l'Avv. Iacoviello questa è l'unica strada percorribile. Pertanto confermo il mio NO ad ogni tentativo di accordo/transazione
da T.Z: Sono favorevole a "QUALUNQUE" soluzione, pur di chiudere il contenzioso!
da M.R.: l'articolo  27  applicatelo!
da F.F. (Anpecomit): Insisto sulla opportunita' di raggiungere un accordo stragiudiziale e di convocare un tavolo di lavoro ad hoc. Credo pero' che occorra insistere - anziche' irrigidirsi - perche' attorno a questo tavolo ci siano tutti gli interessati. A mio avviso, Masia non ha posto condizioni pregiudiziali per sedersi attorno al tavolo; ha certamente - d'altra parte - anticipato la strenua difesa di determinati principi. E' comunque auspicabile, un incontro "ravvicinato" nel quale, messi anche da parte eventuali questioni del passato, personali e non, e si analizzi insieme lo stato dei fatti cercando di concordare la migliore azione possibile, ripeto possibile. E' mia opinione infatti che la strada dell' accordo abbia possibilita' di riuscita solo se avra' l' appoggio di tutti - o quasi tutti - i 1400 opponenti, perche' nessuna controparte - credo - puo' avere interesse a stipulare un accordo che non "concluda" la vertenza. Ovviamente posso sbagliarmi. Grazie per l'attenzione
da A.F.: E' ora che si raggiunga una qualunque soluzione pur di chiudere il contenzioso e non arrivare alle calende greche....
da R.S. (Amici Comit): Quanto scritto da Sergio Marini,al di là della chiarezza espositiva, è condivisibile in ogni sua parte. E' necessario che vi sia  maggior trasparenza da parte di Anpecomit.  Non so se si voglia raggiungere un accordo dignitoso,senza pregiudiziali aventi solo lo scopo di allungare i tempi. Ormai ci siamo abituati si allunga il " brodo "si allungano le parcelle.
da L.C. (UNP): Favorevole ad un accordo giusto e onorevole, ma devo ancora capire quale è il ruolo di Masia, viste le tante risposte favorevoli dei suoi "associati", senza una sua proposta conseguente
da G.M. (UNP): Ho già espresso un mio giudizio sostanzialmente dubbioso sull'iniziativa. Mi  conferma i dubbi anche il comunicato dell'ANPEC.  No, è meglio, a questo punto, lasciare che la vertenza faccia il suo corso anche perchè si darebbe altra corda a chi sappiamo
da A.L. (Amici Comit): Viste le posizioni tigliosissime di Masia non si vedrà la fine di questa vertenza. Ma non la vedrà neanche lui.
da R.L. (Amici Comit): Come i capponi di Renzo Tramaglino, faremo la stessa fine. Un giorno ci dimenticheremo perfino di avanzare dei soldi da un Fondo del quale ci dimenticheremo perfino il nome. Resterà però un lontano ricordo di ex colleghi di lavoro di quella grande Banca che si chiamava COMIT che ne hanno un poco sporcato la memoria per scarsa disponibilità a trovare soluzioni transattive in buona arminia e con velocità.
da A.A.: chiudiamo una volta per tutte


 

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Piazza Scala - luglio 2015