Sono certamente condivisibili i contenuti di questa
lettera dell'amico Alberto Costagli.
A nostro giudizio è perfettamente lecito richiedere ai liquidatori di
inoltrare al più presto al Presidente del Tribunale un piano di riparto
basato sull'accordo UNP/ANPECOMIT che, pur non privo di ombre, costituisce a
tutt'oggi la miglior base dalla quale far partire i versamenti ai soci di
quanto ancora loro dovuto: per quanto ovvio, a nostro giudizio vanno evitati
insulti, richieste demagogiche e ultimatum o presunti tali.
Contiamo sul collega Elia, e siamo sicuri che sta
facendo tutto il possibile, per arrivare al più presto ad una definizione di
una guerra tra poveri che non giova ad alcuno con una proposta al Presidente
del Tribunale, unico, lo ricordiamo, a poter avviare il riparto.
Purtroppo non è percorribile la strada della richiesta di autorizzazione
alle associazioni di pensionati, i cui iscritti dovrebbero essere, lo
ricordiamo, non più di un terzo degli aventi diritto, o supposti tali,
alla "spartizione".
Piazza Scala - 11 marzo 2013
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Sono convinto che, se ciascuno di noi soci e pensionati del Fondo, dessimo un piccolo contributo personale anche magari esprimendo la propria solidarietà e l'augurio per una sollecita sistemazione e liquidazione del residuo ancora da ripartire, giungeremmo rapidissimamente alla conclusione di questa annosa vicenda del riparto con la generale soddisfazione di tutti i partecipanti anche se sono state fatte rinunce e sacrifici.
Con i migliori saluti e ringraziamenti,
Alberto Costagli
Pisa, 10.03.2013
Alla Presidenza del
Collegio dei LIQUIDATORI
del Fondo Pensioni Comit in Liquidazione
Via Brera, 10
20121 MILANO
Pisa, 10.03.2013
Egregi Signori,
Mi permetto intrattenerVi in merito all’annoso argomento, che si trascina
ormai da oltre 5 anni,
della residua liquidazione delle plusvalenze dell’ex Fondo Pensioni della
Banca Commerciale
Italiana.
Dobbiamo purtroppo constatare che :
“”Se non si interviene oggi con spirito veramente costruttivo e risolutivo
dopo aver chiesto alla
Cassazione l’impossibile validità erga omnes, fa ragionevolmente ritenere
che l’esito rapido e
favorevole nel senso dell’Accordo, si allontani sempre di più, in direzione,
purtroppo, di un
notevolissimo allungamento dei tempi, di ulteriori sprechi di risorse e di
possibili, ulteriori conflitti
legali...! “”
Le Associazioni dei Pensionati Comit avevano confermato l’estraneità delle
considerazioni della
Corte d’Appello dalla validità extragiudiziale dell’Accordo, che avrebbe
potuto quindi essere
applicato anche perché voluto dalla stragrande “maggioranza” degli aventi
diritto.
La Cassazione, alla fine, non ha preso minimamente in considerazione
l’Accordo in questione -
ritenendolo per l’appunto “estraneo al giudizio”.
A questo punto, la mia speranza risiede nell’auspicata scelta da parte del
Fondo Pensioni della
strada extragiudiziaria e transattiva, individuata sin dal 12 Luglio 2010
con il noto Accordo
UNP/ANPECOMIT.
E’ da ritenersi infatti che il percorso giudiziario sulla nostra vicenda
richieda tempi lunghissimi indefiniti ed
indefinibili e senza alcun dubbio oltre la morte degli aventi diritto.
Io e la stragrande maggioranza di noi pensionati vogliamo definire la
liquidazione in sede
transattiva ed extragiudiziaria, volendo fermamente porre fine una buona
volta ad uno stato di
disagio che dura da troppo tempo e che ci ha visti “invecchiare e
rattristare per tutti gli ostacoli continuamente emersi sulla nostra
liquidazione del Fondo Pensioni Comit”.
E poi, a chi gioverebbe veramente portare ancora alle lunghe questa
situazione senza ...rischiare
molto sotto tutti i punti di vista?
Vi invito con convinzione a raccogliere dalle Associazioni della categoria
Pensionati Comit l’autorizzazione, diciamola così altrimenti come fareste ad
interpellare tutti quanti i soci (e si conceda: tale comportamento riflette
esattamente quello recitato del “buon padre di famiglia”) –ripeto:
l’autorizzazione - a trattare e mediare un accordo con i pochissimi e
ostinati dissenzienti al noto Referendum per una più equa distribuzione tra
le molteplici e diverse categorie di pensionati.
Oggigiorno le somme che ci spettano sono diventate un’esigenza assoluta e
urgente.
Vi prego ancora di presentare il tanto richiesto “stato passivo” al
Presidente del Triibunale di Milano dove risulteranno anche tutte le nuove
erogazioni dovute sopportare per l’eliminazione dei dissenzienti in fase
transattiva e l’esposizione di un accantonamento prudenziale per gli
eventuali dissenzienti che non si saranno convertiti ad un atto di coraggio
e di solidarietà con le migliaia di noi pensionati (molti di noi sono
purtroppo vicini al capolinea della vita).
Auspico fortemente che anche le Istituzioni che continuamente ci leggono, a
cominciare da Covip,
Presidente del Tribunale e anche Banca Intesa (che dovrebbe prendersi carico
dei suoi pensionati),
intervengano finalmente per “facilitare” e “confortare” Voi stessi
Liquidatori agevolando tutto
quanto necessario con i supporti eventualmente occorrenti per attuare il
tanto atteso riparto
della Liquidazione delle quote di pensione nel totale rispetto degli esiti
dei sondaggi e delle volontà dei
partecipanti e soci.
Distinti saluti.
Alberto Costagli
costafranc@katamail.com
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Il commento di un nostro lettore (F.M.):
Dice bene Alberto Costagli quando parla di quei colleghi che si dovrebbero
convertire a un atto di coraggio e di solidarietà. A leggere i farneticanti,
deliranti, verbosi e ampollosi proclami di taluno c’è veramente da mettersi
le mani nei capelli (pochi, ahimè) per la sgomento. A tutto questo
accanimento e questa “istigazione” all’ insulto se non al turpiloquio (ma
contro chi?? contro noi stessi alla fin fine!!!!) e alla schiera di pecoroni
che continuano a farsi abbindolare da questa strategia da pifferaio di
Hamelin è indispensabile dare una risposta civile! Ne conosco qualcuno di
questi “irriducibili” e francamente resto sconcertato di fronte alle loro
argomentazioni che hanno più un sentore “politico” che il resto. E’ gente
frustrata e inviperita per motivi vari più contro Banca Intesa che verso il
Fondo e scarica il suo malcontento e rancore per "ciò che poteva essere e
non è stato" nei loro riguardi contro gli incolpevoli colleghi cavalcando la
protesta a oltranza e a tutti i costi.
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