La donna del lago
Gioacchino Rossini
Nuova produzione Teatro alla Scala
In coproduzione con Opéra National de Paris e Royal Opera House di Londra
Rossini e il mondo di Walter Scott. Una storia di dame e cavalieri nella Scozia cinquecentesca di Giacomo V, turbata dalla ribellione dei gruppi montanari dello Stirling: tre valorosi, uno dei quali il re in incognito, si contendono l’amore della giovane e bella Elena.
Cast Giacomo V Juan Diego Flórez Douglas D’Angus Simon Orfila Bálint Szabo (29 ottobre) Rodrigo di Dhu John Osborn Michael Spyres (29 ottobre) Elena Joyce DiDonato Malcolm Groeme Daniela Barcellona Albina José Maria Lo Monaco Serano Jaeheui Kwon Bertram Jihan Shin |
Direzione Direttore Roberto Abbado Regia Lluis Pasqual Scene Ezio Frigerio Costumi Franca Squarciapino Luci Marco Filibeck
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L'azione si svolge ai tempi in cui gli abitanti
della parte montagnosa dello Sterling si opponevano a Giacomo V di Scozia
che voleva invadere le loro terre. Elena, Joice Di Donato questa sera, la
figlia del capo dei ribelli Douglas, attraversando il lago confida alle onde
i suoi pensieri. Ella ama Malcolm, ma il padre l'ha promessa a Rodrigo.
(Barcellona e Osborne), Re Giacomo (Florez), viene a conoscenza della
bellezza della giovane; si traveste da cavaliere, e sotto il nome di Uberto,
chiede ospitalità alla fanciulla, innamorandosene. Venuto a conoscenza della
passione che la lega a Malcolm, il re riparte e congedandosi le regala un
anello con il
quale Elena potrà ottenere ciò che vuole da Giacomo V di Scozia. Poco dopo
Douglas cade prigioniero del re. La giovane con il prezioso dono va alla
corte di Giacomo nel quale riconosce con sorpresa il cavaliere Uberto e
mostrandogli l'anello chiede la liberazione del padre. Il re fedele alla
promessa non solo dona la libertà a Douglas ma completa la felicità di
Elena, unendola in matrimonio con Malcolm.
La musica di Rossini è originale, sorgiva, elaborata e tutto sommato
complessa. Temi e cadenze dell'opera lirica romantica rappresentano le
geniali anticipazioni di un felice presagio che troverà di lì a pochi anni
piena consacrazione.
Per cantare Rossini, tutto ciò che ha composto, occorrono dei fuoriclasse ed
una preparazione musicale, tecnica, registica, di grande livello. Si rischia
altrimenti di cadere nel banale. Vocalmente.
La donna del lago segue l'Ermione e e precede Bianca e Faliero, quindi la
Matilde di Shabran.
Se pensiamo che i primi artisti ad interpretarla furono la Colbran, Manzi,
Pisaroni, Nazzari, David, Benedetti e Chizzola, questa sera possiamo
affermare che il cast in alcune parti è all'altezza di quello della prima
rappresentazione e che anzi per quanto riguarda Malcolm,con tutto il
rispetto per la Pisaroni, Daniela Barcellona è una fuoriclasse, a Milano, in
forma eccezionale. Florez non si discute. Nozzari era un grande tenore, ma
oggi la parte viene cantata in tono e gli acuti sono squillanti, bellissime
lame lanciate verso il cielo. Difficile proporre confronti ed è inutile
farlo. Anzi può apparire fastidioso. Come affermare che la Caballè fu
migliore della Colbran; non ci sono tra i grandissimi interpreti dei
migliori e dei peggiori. Ci sono dei gusti che posso far propendere il
favore per ll'uno o per ll'altro, naturalmente citando coloro che possono
essere stati ascoltati.
Anche trattando i manuali ed i sacri testi, come quelli del Garcia,
inoltrarsi in un'analisi comparata per questa o quella nota, si rischia
sempre di svolgere un compito di matematica, in cui il teatro non entra. La
DiDonato ad esempio può anche emettere qualche nota che può apparire al
limite dell'urlo, ma la classe interpretativa e la tecnica sublime di cui è
dotata regala un'Elena oggi storica, con la quale confrontarsi. Florez è
all'apice della sua straordinaria carriera che tra l'altro è a metà strada.
Mancano pochi anni ai 40; prima che possa raggiungere i 50 e quindi la piena
maturità offrirà prestazioni, oggi, ma non solo oggi, difficilmente
criticabili. Sovente noi abbiamo il difetto e cadiamo nell'errore d essere
più dei cronisti sportivi che non dei musicologi o critici. Siamo
provinciali, come molti altri nel mondo: era più bravo Maradona o Messi?
Invece di godere la bellezza delle loro gesta, seguendo comunque i canoni
insuperabili dello spartito, l'interpretazione non può essere confrontabile.
Io trovo difficile questa sera non essere soddisfatto. Non voglio neppure
cercare ciò che potrebbe non essere perfetto: perchè per me è tutto
straordinario. A cominciare dai virtuosismi canori e musicali di Juan Diego,
ma anche della DiDonato e della Barcellona. Il finale del primo atto è
gioioso. Però il coro ed Elena duettano con vena malinconica e si capisce,
si comprende, anche grazie alla splendida concertazione di Abbado.
Osborne canta come sa. Rossini è ambiguo e misterioso: Osborne usa la voce
alternando acuti a voce piena, ad altri momenti in cui il recitativo è quasi
sontuoso, e appare settecentesco, avvicinandosi al falsettone. Ma in modo
morbido, elegante, quasi dolce.
L'opera è quasi mitologica: l'opera di Scott da cui trae ispirazione Tottola,
il librettista, è del '500. La musica di Rossini è una fantasia che con il
librettista avvicina la musica all'opera letteraria di Ossian. Siamo al
primo romanticismo: arpe e corni ricordano un'associazione di schemi metrici
che si trovano nel libretto. E quindi nella partitura.
Rossini preferisce il colore dei contralti per i ruoli eroici: Daniela
Barcellona è straordinaria.
Spero che le mie considerazioni siano state chiare. Secondo atto da
ricordare come il primo. "O fiamma soave" di Florez è un capolavoro di
vocalità. Teatro in delirio. Risponde la Di Donato. Con classe. Duetto che
emoziona. Messe di voce della Di Donato splendide. Acuti di Jdf perfetti.
Straordinari. Finale del quadro da incorniciare. Stupenda la Barcellona
successivamente. Una forza della natura, pur caricata da un costume
pesantissimo. Finale romantico. O pre romantico.
"Tanti affetti" suscitano emozione, affetto, quasi carezze.
Certo ci sarebbe da scrivere ancora sulle scene e sulla trama che ho
sintetizzato.
Un accenno lo si deve per sottolineare ancora una volta la bravura del coro,
del suo maestro, di Roberto Abbado, dell'orchestra. Anche se mi rendo conto
che meriterebbero un articolo a parte.
Teatro entusiasta. Serata indimenticabile.
Maurizio Dania
Piazza Scala - novembre 2011