Sabato scorso Classica ha trasmesso il Don Pasquale noto agli amanti del
genere per essere stato pubblicato il DVD. Florez, Raimondi, Widmer e Nello
Santi. Secondo il mio parere a parte l'orrenda copertina del cofanetto, dal
vivo lo spettacolo era accettabile. Io ero presente anche a gennaio di
quell'anno, quando il tenore non cantò a causa di un raffreddore, e lo fui a
luglio, quando invece fu il protagonista assoluto. L'allestimento non mi
piacque allora e non mi è piaciuto neppure adesso. Era il 2006. Il supporto
audiovisivo venne pubblicato nel 2007. Da allora nonostante gli applausi che
Jdf ottenne, credo di poter affermare che oggi il risultato complessivo
sarebbe straordinario. Confesso che dopo 5 anni il tenore peruviano potrebbe
cantare molto meglio con particolare riguardo ai piani, pianissimi, alle
messe di voce, alla conclusione delle frasi e delle parole che a Zurigo mi
son parse ora risolte in modo sbrigativo. Vero è che si tratta di una star
in tutti i sensi, che anche allora era già tra i più importanti interpreti
del ruolo nella lunga storia dell'opera, ma ho avuto l'impressione, sabato,
che ci fosse ancora qualcosa di incompiuto. Ciò che desidero sottolineare
sono principalmente tre cose: la prima che un conto è ascoltare e vedere
un'opera a teatro, un conto è ascoltarne la registrazione, un'altra ancora
che solo uno come lui, signore della lirica e professionista esemplare è
potuto migliorare così tanto con un impegno eccezionale, tale da far si che
le sue ultime escursioni donizettiane siano a mio parere di una nobiltà che
rasenta la perfezione. Provare e riprovare, continuare a studiare. non
fermarsi mai e magari riincidere ciò che si è già cantato, come nel caso di
Ory o del Barbiere, o della Sonnambula. (Questo è uno dei motivi per cui
scongiuro da anni chi lo segue di regalarci il Guglielmo Tell). Florez non è
oggi quello di quel Don Pasquale, nonostante i re bemolle e la classe, non
solo vocale, Anche la postura ed i movimenti sono cambiati. Marilyn Horne di
cui abbiamo parlato, proprio a Roma, durante un'intervista affrontò il
problema delle registrazioni rispetto alle prove teatrali. Affermò, (non
esistevano i DVD), che occorreva che il pubblico si abituasse ad un doppio
repertorio. In teatro solo i fuoriclasse riescono a far ciò che riescono a
proporre in CD, o all'epoca, in disco. Ed in un certo senso la cosa vale
anche ora. Pur tenendo presente che sia lei che Florez sono due fuoriclasse.
Dall'ascolto di Classica, Raimondi esce distrutto; VOCALMENTE INASCOLTABILE,
ANCHE SE INTERPRETE ECCELLENTE E SIMPATICO, la Rey è una piccola cantante al
confronto con la Dessay, La Damrau, la Netrebko; Santi è l'unico che vorrei
salvare, anche se altri lo potrebbero sostituire. Abel, Mariotti, ad
esempio. Eppure allora in teatro l'insieme mi entusiasmò. Oggi anche il
duetto con il dottore, annoia. Morale: non tutto l'oro del passato anche
recente luccica e solo chi lo possiede lo rende nel tempo, autenticamente
zecchino.
Maurizio Dania - 12 luglio 2012
Piazza Scala - luglio 2012