Caro Alfredo, questo mi sembra il commento perfetto al tuo “bollettino di guerra numero 14” del 26 luglio corr.
Mi dirai : che c’entra? Vedrai che c’entra ed è molto pertinente.
Il fatto è avvenuto oltre 3.100 anni fa ma è di una attualità impressionante.
Ne parla la Bibbia nel capitolo 9 del Libro dei Giudici.
Gedeone era uno dei sei grandi Giudici di Israele. Aveva liberato il popolo dalla oppressione dei Madianiti.
Il popolo gli aveva offerto la regalità ma egli l’aveva respinta.
Alla sua morte aveva lasciato circa 70 figli da mogli diverse.
Abimèlech, uno dei figli, ne massacrò in un sol giorno - tutti sulla stessa pietra - più di 70, tutti figli legittimi, suoi fratellastri, per ottenere la nomina a Re dai Cananei di Sichem.
Di essi si salvò solo il più piccolo, Ioatam, che si era nascosto.
Il brano biblico, riportato di seguito, si colloca nel momento in cui Ioatam salito sul monte Garizim tenta di mettere in guardia i signori della sottostante città di Sichem contro il “ colpo di stato “ di Abimèlech.
L’apologo degli alberi, in particolare, intende essere una parabola di Ioatam sulla saggezza e sul potere.

Si misero in cammino gli alberi
Per ungere un re su di essi.
Dissero all’ulivo:
Regna su di noi.
Rispose loro l’ulivo
Rinuncerò al mio olio,
Grazie al quale
Si onorano dei e uomini,
E andrò ad agitarmi sugli alberi?
Dissero gli alberi al fico :
Vieni tu, regna su di noi.
Rispose loro il fico:
Rinuncerò alla mia dolcezza
E al mio frutto squisito,
E andrò ad agitarmi sugli alberi?
Dissero gli alberi alla vite
Vieni tu regna su di noi.
Rispose loro la vite:
Rinuncerò al mio mosto
Che allieta dei e uomini
E andrò ad agitarmi sugli alberi?
Dissero tutti gli alberi al rovo:
Vieni tu regna su di noi.
Rispose il rovo agli alberi:
Se in verità ungete
Me re su di voi ,
Venite, rifugiatevi alla mia ombra;
Se no, esca un fuoco dal rovo
E divori i cedri del Libano.

Gli alberi cui viene offerto il potere e che lo rifiutano hanno una precisa simbologia, rappresentano la prosperità d’Israele: l’ulivo tipico del panorama mediterraneo, era la pianta benefica per eccellenza.
Il fico era simbolo di prosperità e pace.
Infine la vite era quasi lo stemma d’Israele .
Il rovo, che accetta la designazione, era simbolo del disordine e della rovina; è utile notare che tutte le altre piante descrivono il potere come un “agitarsi”, come quello delle fronde scosse dal vento .
Incoronare il “rovo”, pianta che prende fuoco facilmente, è un gesto poco saggio che comporterà sventura.
Molti furono gli abomini che Abimèlech commise negli anni successivi.
Una donna si eresse a suo Giudice e in un ennesimo assedio alla città di Tebez scagliò giù la pietra di una macina sulla sua testa ferendolo a morte.
Abimelèch chiamò subito il ragazzo che portava le sue armi e gli ordinò: prendi la mia spada e uccidimi !
Così nessuno potrà dire che sono stato ucciso da una donna.
Caro Alfredo,come vedi, di mio non c’è nemmeno una virgola.
Tutto già scritto tutto previsto.
Cari saluti.

ROSARIO LA DELFA - 28 luglio 2015
 

 

 

 

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