Il testo del comunicato pubblicato il 30 settembre 2010, a spese delle Associazioni 
ASS. PENSIONATI CARIPLO, ASS. PENS. ESODATI COMIT, UNIONE PENSIONATI COMIT,

ASS. PENSIONATI SANPAOLO, su IL CORRIERE DELLA SERA e LA STAMPA

 

INTESASANPAOLO: BANCA ETICA ATTENTA AL SOCIALE?


L'assistenza sanitaria integrativa si appresta a salutare la nascita di uno dei più consistenti Fondi Sanitari: quello della galassia Intesasanpaolo, con l'ambizioso obiettivo di raccogliere circa duecentomila assistiti, assorbendo l'attività delle diverse Casse Sanitarie preesistenti.
Lodevole iniziativa., se non fosse gravemente inquinata dalla tendenza a penalizzare i Colleghi in pensione, discriminando quindi coloro che maggiormente di tale assistenza hanno bisogno.
Vengono così cancellati, senza battere ciglio, sacrosanti principi di solidarietà e mutualità che avevano caratterizzato gli organismi similari sinora operanti nel Gruppo risalenti, in taluni casi, ad oltre sessant'anni addietro, escludendo da ogni trattativa i Rappresentanti dei Pensionati.
Trattasi di un'operazione inaccettabile, posta in essere di concerto fra Azienda e Sindacati (ben undici) dei quali solo la CGIL, attraverso lo SPI - Sindacato Pensionati Italiani -, ha fatto sentire la propria voce, del tutto inascoltata dalla delegazione che tratta.
E' lecito chiedersi come mai alcuni altissimi Esponenti della Banca, noti per aver lungamente scritto e parlato di morale, etica, rispetto della Persona e quant'altro, siano così distratti mentre i loro Dirigenti fanno carta straccia di tali principi. Ci si chiede altresì come la controparte, costituita dalle Organizzazioni Sindacali, non esiti a aderire, senza indugio né pudore, ad un accordo gravemente discriminatorio verso la categoria fisiologicamente più debole. Questo senza che i pensionati, ai quali s'impone un contributo annuo al nuovo organismo pari al 3% della pensione lorda, siano minimamente rappresentati nelle trattative.
I presupposti sono l'istituzione di condizioni già inizialmente poco eque, con la previsione di meccanismi peggiorativi, volti ad indurre il Personale in quiescenza a rinunciare all'assistenza integrativa. Il tutto a beneficio degli iscritti in attività, che potranno addirittura accumulare avanzi di gestione per il futuro, oltre ad ereditare le riserve accumulate dagli attuali pensionati e giacenti nelle casse degli organismi preesistenti.

Per concludere, siamo dinanzi alla poco nobile rottura del patto di solidarietà fra generazioni, perpetrata abusivamente da parte di Fonti Istitutive non rappresentative di tutti i Destinatari; per non parlare poi di ETICA o di MORALITÀ', che in questo, come n altri precedenti casi, appaiono del tutto avulse dal contesto.


 

Come avevamo preannunciato il 23 agosto 2010 (visualizza la nota del 5 agosto) il binomio Intesasanpaolo/Sindacati sta preparando il passaggio al nuovo Fondo Sanitario Integrativo di gruppo (partenza prevista per il gennaio 2011) con alcune spiacevoli novità per il personale in quiescenza, non ultime quelle relative ad un secco aumento delle contribuzioni a carico dei pensionati. 

Se la stesura finale non sarà modificata (il che ci auguriamo: richiediamo ai vertici sindacali e, soprattutto, a quelli della banca di fare un passo indietro e di non penalizzare i loro colleghi più anziani) la problematica più rilevante sarà incentrata sulla separazione dei rendiconti del personale attivo e di quello in quiescenza, che comporterà un notevole appesantimento degli oneri a carico dei pensionati, che potrebbero essere in ultima analisi costretti a mettere mano al portafoglio o ad accettare un progressivo calo delle prestazioni.
A grandi linee la questione si può così sintetizzare:

la gestione del personale in servizio comporterà un forte avanzo attivo che verrà girato solo in misura
  contenuta ai pensionati, unitamente ad una minima parte delle riserve ex vecchie banche;
al contrario quella del personale in pensione sarà maggiormente penalizzata rispetto al passato per
  l'ingresso dei pensionati Sanpaolo e per la questione delle cure dentarie, che dovranno essere
  rimborsate almeno al 70% per ottemperare ai recenti requisiti di legge;

le prime proiezioni consentono tuttavia di affermare che meno del 50% dell'avanzo degli attivi

  potrebbe compensare le necessità del comparto pensionati.

Non si riesce quindi a capire quale sia il motivo che spinge i sindacati a portare avanti un'iniziativa del genere (forse il desiderio di avere capitali più ingenti da gestire? Ci auguriamo che la ragione non sia questa!).
Ai colleghi in servizio diciamo: non sottovalutate questo problema in quanto prima o poi andrete in pensione e sarete anche voi penalizzati quando più avrete bisogno di assistenza sanitaria.
Contiamo su una convinta azione congiunta "giovani/vecchi" per una pronta modifica del c.d. "verbale di percorso".
Piazza Scala - ottobre 2010


 

 

 

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