Ricordiamo che il Fondo Comit dispone, a fine 2011, di un attivo netto destinato a prestazioni di € 260 mln., totalmente liquido, salvo 3,5 mln prezzo di vendita di unità immobiliari in contenzioso.
Il rendimento atteso, già al netto delle spese amministrative (per ca. € 700.000), è quantificabile in 4,8 mln di euro ed è stato investito prevalentemente sul monetario a breve (titoli di stato, pct, etc.).
Il Presidente dei Liquidatori, dr. Elia, ha brevemente ricapitolato l’intera vicenda:
A febbraio 2009 il Fondo deposita il piano di riparto sulla base dei criteri stabiliti dal Cda e confermati dai liquidatori, comportanti l’esclusione dei partecipanti cessati fino a tutto il 2004. Il criterio scelto è stato la par conditio e non è stato preso in considerazione l’art 27 dello Statuto del Fondo Comit.
Sussistono 26 ricorsi in opposizione al piano di riparto da parte di circa 1.250 partecipanti o ex partecipanti.
Nel novembre 2009 il Tribunale di Milano dichiara nullo il piano di riparto perché manca lo stato passivo.
Nel luglio 2010 le Organizzazioni dei pensionati UNP e ANPEC raggiungono un accordo sulla distribuzione delle plusvalenze, comunicato al giudice a fronte del ricorso in appello da parte del Fondo
Nel luglio 2011 la Corte di appello respinge il ricorso del Fondo.
Alcuni dei ricorrenti hanno richiesto il giudizio in Cassazione e il Fondo ha dovuto ricorrere coinvolgendo tutte le altre controparti per evitare che si creassero giudicati diversi.
Conseguentemente la procedura si protrarrà nel tempo fino al sentenza di Cassazione, dopo la quale la procedura ripartirà probabilmente con la costituzione dello stato dell’attivo e del passivo, con il rischio che alla nuova costituzione dello stato liquidatorio si possano registrare nuovi contenziosi (specie se dovessero variare i criteri).
In attesa della sentenza di Cassazione citata, pendono inoltre due altre sentenze di Cassazione, una intentata dai pensionati 98 e 99 e la seconda di partecipanti che rivendicano l’applicazione dell’art 27 dello Statuto (entrambe queste cause hanno visto vittorioso il Fondo nei due gradi di giudizio precedenti).
Per quanto riguarda la vicenda delle maggiori imposte richieste dall’Agenzia delle Entrate per complessivi 115 milioni, nel dicembre scorso la Commissione Tributaria Regionale di Milano ha integralmente accolto l’appello del Fondo.
Non c’è ancora una sentenza definitiva e si teme il ricorso del fisco in Cassazione.
Confermiamo la nostra volontà di seguire con la massima attenzione gli sviluppi e sarà nostra premura tenervi costantemente e tempestivamente informati.
10 febbraio 2012
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