Consulenza Fiscale a cura di Pasqualino Pontesi, Dottore commercialista.
il Quotidiano - Domenica 30 ottobre 2011

 

 

Imposte e tasse sono terminologie che nel linguaggio di tutti i giorni vengono spesso usate come sinonimi ma, nel rigido idioma fiscale, assumono significati ben diversi. Sui giornali troviamo quasi sempre la parola tassa. “Il Governo promette di ridurre le tasse”, “I commercianti protestano contro le tasse” quando invece sarebbe corretto usare il termine imposta. Se ci prestate particolare attenzione, le imposte iniziano con la I: Ici, Irpef, Irap, Iva eccetera. Pertanto, quando vi recate dal commercialista, non pagate le tasse bensì le imposte. L’uso errato della parola tassa, per indicare le imposte, deriva probabilmente dal fatto che questa è più facilmente comprensibile e poi perché in inglese, lingua base dell’economia, si usa solo tax per cui ad esempio income tax significa imposta sul reddito. Quando in Italia venne introdotta una imposta, per far sì che il bilancio dello Stato fosse in regola con le norme europee, venne denominata eurotax. Anche il termine tassazione, in riferimento alle imposte è errato, poiché si dovrebbe dire imposizione.


Imposte
L’imposta è un prelievo coattivo, cioè obbligatorio, di ricchezza effettuato dallo Stato o da un ente pubblico, ad esempio la regione, nelle economie dei privati aventi la cosiddetta capacità contributiva cioè la possibilità economica di sostenere il peso dei tributi, costituita da un reddito e/o da un patrimonio e di contribuire, in misura diversa a seconda della disponibilità di ciascuno, alla copertura dei servizi pubblici generali. Servizi, cioè, apprestati a favore di coloro che vivono nello Stato: ordine pubblico, scuola, sanità eccetera. Per esempio l’Ire, imposta sul reddito, viene calcolata sul reddito prodotto in base ad una percentuale detta aliquota. L’Ici, imposta comunale sugli immobili, si paga sulle seconde case, magazzini e sui terreni in base a delle aliquote. Anche l’Irpef è una imposta che si basa su aliquote che si applicano su fasce reddituali denominate scaglioni. Tuttavia, la principale distinzione alla quale è interessata l’imposta, è quella tra imposte dirette e imposte indirette. Le prime colpiscono sia il reddito in quanto prodotto dal contribuente
quale l’Irpef che colpisce stipendi, pensioni, parcelle di professionisti, fatture di artigiani e commercianti eccetera, sia il patrimonio come l’Ici. Chi, ad esempio, è proprietario di un appartamento e quindi è titolare di un bene che produce un reddito è soggetto all’Irpef cioè all’imposta sul reddito delle persone fisiche salvo che l’unità immobiliare non venga configurata come abitazione principale. Le imposte indirette, invece, colpiscono redditi e patrimoni nel momento in cui vengono consumati e trasferiti. Ad esempio l’Iva che si paga quando si acquista un bene o si usufruisce di un servizio.


Tasse
La tassa si paga solo se si chiede allo Stato una certa prestazione o servizio. Se il cittadino non richiede alcunché la tassa non è dovuta. Le tasse scolastiche o universitarie occorre pagarle solo se ci si iscrive ad una scuola o ad un ateneo. Oppure, se si chiede un certificato o un documento allo Stato, per esempio si chiede il rilascio della patente di guida. Naturalmente, anche in questo caso, se non si vuole la patente non vi è alcun prelievo.


<<<<<

 

Associazione Pensionati Carical e Banca Carime

www.asspenscarical.altervista.org


 

 

 

Segnala questa pagina ad un amico