Ho conosciuto Riccardo Iacona più di un decennio fa quando ancora lavoravo dentro la Rai di Via Teulada, come consulente finanziaria per la Banca Intesa, quando ancora si chiamava Banca Commerciale Italiana e i clienti non avevano residenza operativa solo lì ma anche a Mediaset, ad esempio. Lo rincontrai a Viterbo nel 2010, per un appuntamento nella Sala della Provincia,Salotto delle sei, alla presentazione del suo libro “L’Italia in presa diretta” edito da Chiarelettere, spaccato fedele e documentato del nostro Paese. La sua professionalità mai disgiunta dall’ umanità sensibile alle tematiche sociali di tutti i “generi”, non è mai venuta a mancare. Iacona sa di essere un “fortunato” perchè ancora riesce a raccontare e fare il Giornalista con la Rai, che è un servizio pubblico ma è altrettanto consapevole di come i fondi siano affondati, tantopiù se si vuole fare un serio lavoro, che interessa tutte e tutti. Riccardo Iacona torna domenica 7 settembre in prima serata su Rai3 con la trasmissione Presa Diretta per 4 puntate: la prima sulla prostituzione,con l’inchiesta della Procura di Roma sulle due ragazzine di 14 e 15 amiche si prostituivano in un appartamento dei Parioli. La seconda è un focus sul rapporto tra gli adolescenti e la droga, poi sarà il tema del trasporto pubblico, confontando Italia ed Europa, l’ ultima sui fondi che l’Europa destina all’Italia, 15 milioni che rischiamo di perdere se il nostro Paese non li spenderà entro il 2015.
Nella sede Rai di Viale Mazzini c’è stata poche ore fa, la conferenza stampa di presentazione del programma “PRESADIRETTA” con Riccardo Iacona.
Questo articolo, suggeritomi da certe dichiarazioni-denuncia del giornalista, si prefigge di arrivare alle persone semplici, come lo sono io, e chiedere solidarietà non solo per lui ma per tutte quelle oscure figure del giornalismo che continuano a fare con passione e scrupolo, mal pagati e senza alcuna certezza di collaborazione continuativa alla Rai, il loro lavoro dove da anni offrono generosa e competente professionalità: “Siamo un laboratorio artigianale , una delle poche trasmissioni prodotte internamente e che lavora con molti più interni che esterni. Ora, causa spending review, si sentono voci di tagli alle partite Iva. Invece di fare contratti a termine a questi colleghi, come ho chiesto, si ipotizzano tagli a stipendi, tutt’altro che da nababbi. Ribadisco quanto dissi a Gubitosi quando arrivò in Rai: non bisogna tagliare sul prodotto, perché ormai sono poche le trasmissioni autoprodotte e se non è la Rai a raccontare certe cose chi può farlo? Servirebbe molta più Bbc in Rai. Non penso mai che ci sia troppa informazione . Se ci fosse più informazione, e soprattutto format diversi, sarebbe meglio. Il problema è che tutti raccontano la stessa cosa, per questo servirebbe più giornalismo anglosassone“.
Grazie a chi fa Informazione.
Doriana Goracci (settembre 2014)

 


 

 

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Piazza Scala - settembre 2014