un articolo di Gino Luciani che ci accomuna tutti....
Sappiamo bene che i vertici di IntesaSanpaolo si
dimenticano, a mio avviso volutamente, di ricordare la Comit in
circostanze in cui invece sarebbe quanto mai opportuno e giusto fare
menzione del glorioso Istituto al quale tutti noi siamo fortemente
legati e del quale sentiamo sempre più la mancanza, in un contesto
di banche disumanizzate, divenute ormai dei supermercati che vendono
prodotti.
Speriamo che la stessa cosa non accada
nella primavera prossima quando verrà completata
l’iniziativa museale con l’apertura della storica sede di
Piazza Scala.
Ecco i risultati del sondaggio riportati
dal Sole 24 Ore del 27 ottobre 2006:
Osserviamo che comunque la nuova Superbanca ha preso nome dalla meno "cliccata" delle tre indicazioni. Fa piacere che i lettori del Sole 24 Ore abbiano attribuito il maggior numero di preferenze alla Banca Commerciale Italiana, sicuramente la più grande ma sicuramente la meno gradita a Bazoli & C. che, come tutti sanno, rimangono proprietari di un marchio che per noi (ma non solo) ha un valore incalcolabile. Piazza Scala - gennaio 2012
Commenti: • 12 gennaio 2012 - da Sergio Iosti: Segnalo, anche se con un pò di ritardo, che nella pubblicazione offerta in omaggio ai soci del T.C.I per l'anno 2012, dal titolo Campagna e Città , a pag 83, viene riprodotto il quadro di Umberto Boccioni "Officine a Porta Romana"1909,esposto nel Museo Le Gallerie d'Italia con l'indicazione "Collezione Intesa BCI" Clicca sull'immagine per ingrandirla
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06 gennaio 2012 - da Michele
Scorrano (a mezzo Facebook): Posso fare il
"Bastian-contrario"? Oltre al fatto che il mondo bancario
cui apparteneva la Banca Commerciale Italiana si è disciolto
poco meno di venti anni fa, che durava da tempo immemorabile
e che non tornerà (ahinoi) mai più... non sarà che la Comit
ce la ricordiamo più gloriosa di quanto non fosse? Ci
ricordiamo tutti che dopo quel fatidico 1994 - a causa di un
management incapace - la BCI è in poco tempo svanita come
niente fosse, dopo aver raccolto una serie di scoppole nel
tentare di acquisire le banche... da cui in breve tempo è
stata fagocitata!! Mi sembra di poter dire che la parte
migliore di quella Banca siamo noi, noi che ci abbiamo
creduto, noi che ci abbiamo lavorato e continuiamo a
lavorare nella "evoluzione" (leggasi profonda involuzione) e
che - molto, molto modestamente - cerchiamo nel quotidiano
di perpetrare quello spirito che ci animava tutti quanti. • 06 gennaio 2012 - da Crescenzo De Martino (a mezzo Facebook) - Visto che i "nostalgici" siamo tanti, potremmo creare un'istituzione che perpetui nel tempo la memoria di una banca che forse ai giorni d'oggi sarebbe fuori posto... • 06 gennaio 2012 - da Roberto Sardi: Bravo Gino! L'unica, vera, banca internazionale italiana è stata la Comit. L'unica, rispettata, che faceva parte dell'EBIC. Quando c'è stata la fusione gli operatori delle banche estere non sapevano cos'era "Intesa" e per qualche mese chiedevano spiegazioni. E poi, diciamocelo, la Comit è l'unica che porta la denominazione "...Italiana"! Purtroppo gli amministratori di nuove banche sorte da fusione di precedenti non hanno storia ed evitano appositamente di menzionare i singoli nomi o caratteri precedenti. Io sono ex Comit, ma non dimentichiamoci che la Cassa di Risparmio delle Province Lombarde era la più grande Cassa di Risparmio del Mondo. • 06 gennaio 2012 - da Bruno Ronchietto: La Comit è come il primo amore: passano gli anni, ne nascono altri (Intesa B.C.I.) e muoiono, ne arrivano ancora di nuovi (Intesa San Paolo), ma il primo è sempre nel cuore e nei pensieri di tutti coloro che bene o male hanno partecipato. • 06 gennaio 2012 - da Fernando Mazzotta: Per non parlare poi della vergognosa trasformazione della ragione sociale di tutte le Filiali del Centro-Sud (Sicilia esclusa) in "BANCO DI NAPOLI". Non per essere classista, ma ancora oggi quando sono "costretto" ad accedere in Filiale, mi si accappona la pelle. • 06 gennaio 2012 - da Bruno Lavizzari: Grazie per la giusta rivendicazione di dignità. Purtroppo la scelta del nome (il meno apprezzato) risponde ad una logica ormai consolidata di buttare via tutto quello che riguarda la nostra Banca. La cultura della COMIT, che ciascuno di noi conserverà comunque sempre, ha fatto paura a tutti e continua a farlo perchè difficilmente riproducibile. • 06
gennaio 2012 - da Saverio Failla: Ho letto "La grande
Comit ingiustamente dimenticata". Come non si può non essere
d'accordo con il dott. Luciani! Ma la colpa non è di Bazoli
ma di chi, all'interno della "grande banca", non è stato
all'altezza di fare acquisizioni con tutto quel pò di
denaro che avevamo in seguito alla privatizzazione. Adesso
non ci rimangono che che bei ricordi. • 06 gennaio 2012 - da Carmelo Profeta: La furia iconoclasta con cui si è attuata la demolizione del nome, dell'essenza stessa e della tradizione della Banca Commerciale Italiana non potrà mai consentire che il ricordo sopravviva e, tantomeno, che siano proprio i demolitori a celebrarne la memoria. Spetta quindi solo a noi cercare di contrastare queste violenze morali che affondano le loro radici nella atavica gelosia (e conseguente storica frustrazione) che i conquistatori neanche si preoccupano di dissimulare. • 06 gennaio 2012 - da Claudio Santoro: Giusto per non dimenticare. Grazie!
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