importante avvenimento culturale: il collega Roberto
Cardone espone le sue tele a Grado
Da mercoledì 4 aprile all'8 maggio 2012 avrà
luogo la "personale" di Grado "L'uomo, il sogno e l'acqua"
del collega Roberto Cardone, "il pittore del mare": si
tratta di una grossa manifestazione organizzata dal Comune
di Grado in collaborazione con la Soprintendenza ai Beni
Archeologici del Friuli Venezia Giulia del Ministero dei
Beni Culturali. Mostra sarà ospitata dal Museo Nazionale di
Archeologia Subacquea dell'Alto Adriatico, Lungomare Nazario
Sauro, Grado, Gorizia . In questa rassegna verranno esposte
un centinaio di opere alcune anche di grandi dimensioni.
Roberto invita gli Amici Comit a presenziare al vernissage e
a visitare la mostra.
Orario:
- mercoledì 4 aprile ore 18.00: inaugurazione
- giorni feriali: ore 16.00-10.00
- giorni festivi: 10.00-12.00/16.oo-19.00
Per informazioni:
- Comune di Grado, Assessorato alla
Cultura, centralino +039 0431 898111
Il giudizio critico di Vito
Sutto
Con una mostra a Grado si chiude un ciclo per Roberto
Cardone, una triade di rassegne che ha toccato tre città
della memoria e della cultura dell'artista, la prima e'
Venezia la seconda e' Trieste e la terza appunto Grado.
Indissolubilmente legate dalla storia del nordest, le tre
città sono legate da tre elementi che si possono
immediatamente scorgere, l'essere umano con la sua ragione e
i suoi sogni e l'acqua che scorre.
La ragione umana, l'uomo, l'io pensante e' la prima
riflessione che dobbiamo fare con questa poesia visiva di
Cardone. La ragione infatti ferma l'uomo di fronte alla
storia ma anche di fronte alla natura, lo pone
nell'impossibilità di non soffermarsi a riflettere sulla
propria identità, sull'essere anima pensante, che sedimenta
davanti alla natura con la compiutezza dell'io razionale,
quell'io che forse e' sempre soggetto alla corrente debole
emozioni, che forse non si puo' mai sottrarre al gioco
profondo di esse, ma che comunque rimane prodotto della
logica che guida e converte ogni atto.
In questo senso questa trilogia doveva cominciare a
Venezia,dalla capitale della Repubblica di San Marco che fu
nella stagione dell'Illuminismo la casa, cioe' chiave
razionale, di poeti, scrittori, pittori, una delle capitali
del razionalismo europeo .
Venezia fu il razionalista Paolo Sarpi ma anche i fratelli
Guardi, il Canaletto e il vedutismo, il razionalismo veneto
si espresse nella logica e vigorosa osservazione delle cose,
della vita e della storia, il fermo immagine traccia
l'identità di una ragione che discorre con se stessa e si
mette in crisi, Venezia e' la città della crisi, e' la
civiltà del pensiero che si rispecchia in quelle
architetture e in quei corsi d'acqua.Tutto questo e' e fu
Cardone nell'esperienza veneziana, con una mostra toccante
che anticipo' i temi e i tempi di un'altra nuova avventura
esistenziale, quella di Trieste.
Trieste è città che balla nel sogno della
mitteleuropa,Trieste di Slataper di Svevo e di Saba ,Trieste
capitale asburgica assieme a Vienna e Budapest non poteva
mancare dall'itinerario di Cardone che in essa trasporto' il
sogno oltre alla ragione, la fede e la speranza oltre alla
logica, colori e forme vissero a Trieste una nuova
intuizione, non una negazione della ragione, ma,
consequenziale con essa, una trasposizione in un mondo
maggiormante onirico e carico di attesa. Se la mostra di
Venezia diceva che l'arte di Roberto Cardone era
indissolubilmente questa, con tutta la sua componente di
realismo pittorico, la rassegna di Trieste fu la
dichiarazione che al di la' di cio' che si conosce puo'
rimanere anche dell'altro e che il ludico appartiene all'io
nella stessa misura in cui l'individuo si appropria della
ragione
La mostra di Grado si muove quindi dalla concretezza che
l'uomo, misura di tutte le cose, e' anche l'uomo sogno e
inconscio ma tutto si trasforma, tutto muta, in pratica,
come diceva la filosofia greca, non possiamo bagnarci due
volte della stessa acqua, ma siamo acqua, pensiamo l'acqua,
viviamo l'acqua, perche essa e' tutto, essa e' divenire
eterno e immutabile ma allo stesso tempo mutamento costante.
Il pittore e' sempre se stesso ma sa cambiare e maturare, si
muove e non si ferma, perche' l'acqua della vita e il
pensiero non lo consentono.
La mostra di Grado ci riporta anche alle origini della
storia personale di Roberto Cardone, alla riscoperta di un
mondo remoto ma pur sempre presente nei recessi della
memoria, la terra madre , la certezza dell'isola, la
consapevolezza che siamo un'umanità di isole che si scrutano
e che si stagliano nel sole di questa porzione di mar
Mediterraneo, ma che rimangono pur sempre isole, monadi che
cercano di avere porte e finestre, ma che spesso sono
adombrate dall'incomunicabilità. Anche a Cardone come a
Montale non dovremmo "chiedere la parola che mondi possa
aprirci", ma solo il sillabare, il cio' che non siamo e cio'
che non vogliamo di montaliana memoria che poi si traduce
anche nella poesia di Biagio Marin.
Questa di Grado e' rassegna che chiude un ciclo, di storia,
di identità di poesia, in altre parole di appartenenza,
perche' l'io che pensa sa anche sognare e si lascia
sottrarre alla quotidianità dal moto incessante dell'acqua
vito sutto - marzo 2012