Renzo Saitta nel suo contributo apparso il 25 ottobre u.s. con il titolo “Il governo Letta (non ci dicono la verità)” conclude il suo intervento con questa frase «Questo è il mio pensiero, potrei sbagliarmi ma la percezione è che questo nostro caro Paese merita una classe dirigente (politici, industriali, banchieri) diversa, mi accontento di conoscere la verità vera.». Una parte di questa verità mi sia consentito di tentare di analizzarla qui di seguito secondo il mio punto di vista, ovviamente, di cittadino un po’ attento alle vicende del suo Paese e non da politologo quale assolutamente non sono.

Enrico Letta è un uomo politico molto abile e forte che è riuscito a mettere a frutto anni di paziente lavoro di tessitura politica tale da renderlo, secondo me, uno degli uomini politici più amati dalla gente che conta. Si è costruito un pedigree di tutto rispetto attraverso i “serbatoi di pensiero” che sono quelle Fondazioni, Istituti, Società o Gruppi tendenzialmente e apparentemente indipendenti dalle forze politiche che si occupano di analisi delle politiche pubbliche e quindi dei settori che vanno dalla politica sociale alla strategia politica, dall’economia alla scienza e la tecnologia, dalle politiche industriali o commerciali, alle consulenze militari, meglio conosciuti nel politichese come think tank.

I più noti sono Italia Futura che fa capo a Luca Cordero di Montezemolo, Fare Futuro di Adolfo Urso, Italiani Europei di Massimo D’Alema, Nuova Italia di Gianni Alemanno, Magna Carta di Gaetano Quagliariello, Folder di Antonio Di Pietro e tante altre Fondazioni similari facenti capo ai vari Pisanu, Violante, Adornato e per finire a Mezzogiorno Europa che fa capo al Presidente Giorgio Napolitano.

Ma attraverso le Fondazioni e Centri Studi  come Aspen Institute, TrecentoSessanta, Arel e VeDrò il nostro Premier ha costruito un network ampissimo e soprattutto trasversale.

Arel è un’Agenzia di Ricerche e Legislazione fondata da Beniamino Andreatta nel 1976 e guidata da Enrico Letta come Segretario Generale dal 1994 al 2013 quando ha dovuto “sospendere” l’incarico a causa della nomina a Presidente del Consiglio. E’ certamente il pensatoio più illustre con una serie di seminari, convegni e pubblicazioni che lo rendono uno dei think tank più quotati e ascoltati.

TrecentoSessanta nasce nell’estate del 2007 da un’intuizione di Enrico Letta per mettere a frutto e dare continuità alla straordinaria esperienza di mobilitazione delle primarie del PD. Del Consiglio Direttivo fa parte lo stesso Letta e la onnipresente Monica Nardi responsabile media relations, che è una delle voci della comunicazione del Premier.

 La Fondazione è presente in tutto il Paese con Associazioni regionali e locali, unità territoriali e realtà affiliate ed ha come scopo la formazione europeista di nuovi dirigenti pubblici, della politica e dell’impresa nonché finanziamento della ricerca per l’innovazione della politica e dell’impresa italiana.

Aspen Institute è una organizzazione internazionale non profit fondata nel 1950. Tra i suoi fini quello di incoraggiare le leadership illuminate, le idee e i valori senza tempo e il dialogo sui problemi contemporanei. Associazione politicamente trasversale di cui Letta è vicepresidente dal 2003. Giulio Tremonti è il Presidente e fra gli altri membri figurano Gianni Letta, Giuliano Amato, Mario Monti, Romano Prodi, Franco Frattini e Fedele Confalonieri.

Un’associazione privata da molti definita lobby, un vero e proprio ponte di collegamento con l’establishment statunitense.

VeDrò la Fondazione nata nel 2005 è, infine, il pezzo forte del nostro Premier.

 Enrico Letta e Angelino Alfano, che con la fiducia al governo delle larghe intese hanno sconfitto in buona sostanza Silvio Berlusconi, non sono la vecchia DC che ritorna, ma un nuovo trasversalismo che si impone, quello cioè costruito sapientemente e pazientemente dalla Fondazione VeDrò. Questa nuova “balena bianca” che ha battuto il vecchio “caimano” è un think tank o meglio un think net, un vero e proprio network, un pensatoio di giovani del PD e del PDL che unitamente a Vip dell’economia, delle professioni, della cultura, dello sport e dello spettacolo si incontrano a Drò, vicino Trento, sul lago di Garda per creare “gruppi di lavoro”. Nel 2013 non c’è stato alcun incontro in quanto i “vedroisti” erano impegnati a governare.

La Fondazione VeDrò è nata nel 2005 per offrire un punto di vista sull’Italia da parte della generazione dei trenta/quarantenni non solo politici ma manager, giornalisti, imprenditori, accademici, scrittori. Una rete politicamente e fortemente trasversale di cui fanno parte a titolo di esempio politici come Angelino Alfano, Francesco Boccia (potente Presidente della Commissione Bilancio), Giulia Bongiorno, Mara Carfagna, Michele Emiliano (Sindaco di Bari), Enrico Letta, Maurizio Lupi, Giovanna Melandri, Renata Polverini, Matteo Renzi e Nunzia De Girolamo che “frequentando” VeDrò ha intrecciato anche la sua vita a quella di Francesco Boccia.

L’elenco completo di accademici, giornalisti, magistrati, politici, scienziati, sportivi (c’è anche Cesare Prandelli!!!), uomini di dottrina, venture capitalist e startupper è pubblicato sul sito ufficiale.

La Fondazione VeDrò ha un budget di circa un milione di euro cui contribuiscono sponsor come ENI, Enel, Edison, Telecom Italia, Vodafone, Sky, Lottomatica, Sisal, Autostrade per l’Italia, Nestlè, Farmindustria, il Gruppo Cremonini (carni).

A proposito di slot machine, nel maggio 2012 era stata  inflitta dalla GdF una mega multa da 98 miliardi di euro a dieci società concessionarie del gioco d’azzardo di Stato, poi ridotta dalla Corte dei conti alla cifra di 2,5 miliardi. Guarda caso, il comandante del GAT – Gruppo Anticrimine Tecnologico  della GdF Umberto Rapetto che con le sue indagini aveva scoperto la colossale evasione fiscale e inflitto la mega multa è stato “costretto” alle dimissioni.

La Fondazione  di cui fanno parte Letta, Alfano, Lupi, De Girolamo, ecc. tutti ministri dell’attuale governo del Bilderberg incassa anche dai concessionari di slot machine.

Il “Club Bildelberg” è un libro dello scrittore russo Daniel Estulin il quale in questa inchiesta cerca di dimostrare la sua tesi personale secondo cui il Gruppo Bilderberg avrebbe lo scopo di influire su dinamiche economico-politiche internazionali, con il presunto scopo di favorire gli interessi dei componenti stessi del Gruppo.

Il Gruppo Bilderberg sorto negli Stati Uniti nel 1950 (stesso anno di fondazione dell’Aspen Institute) è un incontro annuale per inviti, non ufficiale, di circa 130 partecipanti, la maggior parte dei quali sono personalità influenti in campo economico, politico e bancario. I partecipanti trattano una grande varietà di temi globali, economici, militari e politici. Il contenuto degli incontri è secretato.

Mi piace riportare qui di seguito uno stralcio di un editoriale del 3.11.2012 di Ida Magli intitolato appunto “Il governo del Bilderberg”.

…… Nessuno creda che le crisi finanziarie, l’impoverimento dei popoli, l’eccesso di tassazione, siano per il Bilderberg segnali negativi, tutt’altro: era programmato che sarebbero stati questi gli strumenti con i quali giungere alla meta. Come abbiamo potuto vedere attraverso quello che è successo in Italia, il colpo di forza con il quale un banchiere è diventato capo del governo ha avuto come “giustificazione” il crescere del debito, il differenziale sempre più alto con i titoli tedeschi; ma per chi è padrone del gioco di Borsa provocare tali squilibri è facilissimo, tanto più quando i manovratori sono d’accordo sul da farsi essendo tutti membri del Bilderberg o dei suoi rami più importanti, quali la Trilateral Commission e l’Aspen Institute  di Mario Monti, Mario Draghi, Giorgio Napolitano, Carlo Azeglio Ciampi, Romano Prodi, José Barroso, Giuliano Amato, Vincenzo Visco, Enrico Letta…

per leggere tutto l’articolo collegarsi al link http://www.italianiliberi.it/Edito12/il-governo-del-bilderberg.html

Questi i fatti. Ciascun lettore tragga le sue conclusioni personali.

 

 Fernando Mazzotta - ottobre 2013

 

02 novembre 2013 - da Renzo Saitta: ho letto con molta attenzione il tuo scritto pubblicato in risposta ad altro mio sul Governo Letta.
Sono al corrente degli impegni, tutti meritori , di Enrico Letta. Faccio ,comunque qualche modesta osservazione:
1) non mi è stata data risposta al mio quesito, qual'è la verità vera. Solo adesso gli organi d'informazione di vario orientamento politico stanno facendo le pulci alla manovra di stabilità,che deve essere chiamata legge finanziaria. I cittadini vogliono essere informati dal Governo in modo trasparente e questo, a mio parere, non è avvenuto;
2) la circostanza che Enrico Letta sia considerato un grande uomo politico dalla "gente che conta" mi lascia molto perplesso. Senza spirito di polemica in un Paese democratico tutti i cittadini appartengono alla gente che conta. Dei vari Montezemolo, D'Alema, Alemanno (?,) Adornato, chiamato anche il saltinbanco, il cittadino non sa che farsene; se oggi, sempre a mio parere, siamo arrivati a una profonda crisi politico/istituzionale i citati personaggi qualche responsabilità devono averla avuta.
Ti ringrazio ,comunque, per la tua risposta, che arricchisce il mio sapere. In gioventù mi hanno insegnato, quale liberale gobettiano, che bisogna ascoltare il parere di tutti e poi riflettere.
Un caro saluto.
Renzo Saitta Novembre 2013

 

 

 

 

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Piazza Scala - ottobre 2013