Più di qualcuno si sarà chiesto, osservando l’insistenza fastidiosa con la quale certi giornalisti inseguono (come vediamo spesso in TV) personaggi della politica, dello spettacolo, dello sport ecc., se ciò risponda a deontologia professionale oppure ad una forzata consapevolezza più prossima allo stalking che ad un corretto approccio di tipo professionale. D’accordo, oggi di corretto non esiste più niente per cui, anche il contesto giornalistico, finisce per essere annacquato da una realtà che, talvolta, farebbe privilegiare (so fa per dire) la censura di certi paesi, quanto a confini . E mi spiego, partendo dall’assunto che, mai come oggi, il giornalismo sta determinando più danno alle persone invece di creare ed alimentare una sana pubblica opinione.
Non credo ci debbano essere giustificazioni a quanto ho già detto nelle poche righe di cui sopra per cui, se vuoi anche in chiave diversa rispetto alla consuetudine, mi spiego con degli interrogativi, lasciando a chi mi legge, di rispondersi da solo:
- è deontologicamente corretto inseguire (perché di inseguimenti si tratta) certi personaggi, specie della politica, per carpire loro non già notizie serie, ma per fare scoop pruriginosi allo scopo di mandare in onda certi talk show (Piazza Pulita, La Gabbia, Di Martedì ecc, che ormai vengono visti non per recepire e comprendere, ma per sostituirli alle macchiette dei vari comici di un tempo se è ben vero, come in effetti è, che l’utenza televisiva ascolta più un Crozza che un Renzi (ed io sono uno di questi)?
- fino a qualche anno fa il giornalista veniva considerato una sorta di “cane da guardia” delle istituzioni, del contesto sociale, della vita in generale, mentre oggi mi sembra piuttosto difficile immaginare alla predetta funzione di “cane da guardia” , mentre mi viene subito molto più facile pensare che, anche i giornalisti, si siano trasformati in uomini dello spettacolo….che presentano i loro libri e che, apparendo sempre di più nello schermo, (ogni sera infatti ci sono vari Direttori di testate nazionali e non), fanno aumentare il valore delle loro azioni, come in borsa
- il giornalismo oggi continua a cavalcare notizie non notizie deviando la pubblica opinione, la quale, si è completamente disaffezionata alla notizia fornita appunto da questo moderno giornalismo tanto da considerarlo, come detto dianzi, una sorta di spettacolo da godere dopo cena…meglio se ci sono io vari Crozza…
- un giorno di qualche anno fa, qui a Belluno, un Direttore del Gazzettino, Giulio Giustiniani, ad una mia esplicita richiesta in contestualità ad altra uguale da parte dell’Avv. Maurizio Paniz, rispose: “oggi non c’è più…gusto a parlar bene per cui dapprima si fa notizia scrivendo il male per poi rimediare, purtroppo, con tre righe nelle pagine interne (poco lette) del giornale facendo la rettifica (ho ancora la registrazione di Telebelluno)

C’è da chiedersi dove finirà questo tipo di giornalismo: non avrà preso forse una svolta in direzione avulsa dalla deontologia, atteso che esso si identifica sempre con connotazioni di comodo verso chi fa i giornali piuttosto che nell’interesse dei lettori. ?

ARNALDO DE PORTI - ex Comit e giornalista

 

 

 

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Piazza Scala - novembre 2015