Piazza Scala
 

Carissimi Gesù Bambino e Babbo Natale,

  continuo a scrivervi la mia letterina, come faccio oramai da quasi sessanta anni, anche se già da tempo non “ho più l'età” per farlo. Scrivere a Voi è una cosa da bambini, anche se forse sono sempre meno i bambini che credono alla vostra esistenza. Comunque io continuo a scrivervi per due semplici motivi: per prima cosa spero che esistiate veramente, giacché di due come Voi ce n'è tanto bisogno, e in secondo luogo perché fortunatamente si rimane sempre un poco bambini. Un poeta diceva che in ciascuno di noi alberga un fanciullino. Orbene io sono grande e grosso, come Voi ben sapete, per cui dentro di me di sicuro alberga una classe intera di “primini”, Maestra Sabrina compresa. Già anche la Maestra Sabrina perché quella è una che ci sa proprio fare con i bambini, è dolce e tenera ma li fa rigare per benino, e dato che saranno almeno una ventina, tutti dentro di me, se non se ne stanno buoni sai che lotte intestine! Poi la Sabrina è pure carina e la cosa non guasta affatto. Scusate se mi sono un poco perso ma mi sembrava giusto chiarire un paio di punti. In questa mia letterina per il Santo Natale non Vi chiedo di portarmi nulla, ho tutto quello che mi occorre per stare benino, compresa la salute, che quando c'è quella c'è tutto, a parte naturalmente gli acciacchi causati dall'invecchiare, ma mi stanno bene pure quelli poiché l'alternativa all'invecchiare è sicuramente peggio. Dicevo che non voglio che mi portiate nulla ma vorrei invece che da questo mondo toglieste alcune cose. Vorrei che finissero tutte le guerre, che nessuno al mondo morisse più di fame o di sete o di malattie scappate da una provetta, come un gatto dalla finestra. Vorrei che l'essere umano si comportasse un poco di più come gli animali, perché gli animali non arrivano alla crudeltà degli esseri umani. Vorrei soprattutto che toglieste, anzi faceste sparire, il razzismo, la violenza nei confronti dei deboli, ma anche di tutti gli altri, la povertà, la disoccupazione, l'evasione fiscale, la corruzione, la collusione, l'arroganza, il brodo di pollo (non centra niente ma non mi piace proprio!), e soprattutto l'imbecillità e l'idiozia, non tanto l'ignoranza, perché per fortuna tutti ignoriamo qualcosa e quindi siamo un poco ignoranti. So di chiedervi l'impossibile ma se non lo chiedo a Voi a chi mai potrei chiederlo? Grazie anche se non mi potrete accontentare. Tanti auguri a Voi due, alle amiche lettrici, agli amici lettori e a tutte le maestranze, redazione direzione e editore inclusi, de Il Mercoledì, dal diversamente giovane e abilmente diverso Mangiafuoco.  

Fabrizio Scarpa - 24 dicembre 2013
“il Mercoledì” n° 48 anno XIX

 

 

 

 

 

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Piazza Scala - dicembre 2013