Un avvocato dedito alla politica, alla fine di un comizio in Piazza Italia,  pronunciò a voce alta questa frase: “Reggini! Io vi sono vicino! Il mio sangue scorre nelle vostre vene!”.

E subito dal pubblico si levò un forte grido:

- Papà!.

 

 Un detenuto in carcere aveva imparato a leggere e scrivere. Tornato in libertà,  quasi ogni giorno, al bar, leggeva con orgoglio ad alta voce il giornale agli amici analfabeti assetati di notizie. Era l’anno della scoperta del vaccino contro la poliomielite, perciò l’ex detenuto, ad alta voce, quel giorno lesse sul giornale il titolo a nove colonne dell’articolo che ne parlava: GUERRA ALLA POLIOMIELITE.

 Subito uno degli amici analfabeti esclamò:

- E ddassa mi si ‘mmazzunu! -

-Tu si’ ’gnorante – gridò subito l’ex detenuto - non capiscisti nenti, va’ zappati ‘u favu e vatindi pi’ casi,  scemu ‘i guerra!.  E di rimando quello, mostrando un lungo chiodo tirato fuori  dal taschino della giacca, esclamò:

- E tu va’ sarbati ‘u chiovu!

 

Vicino alla chiesa di San Giorgio c’era un famoso negozio di scarpe: “Calzaturificio di Varese”.  Se a un’amica dicevi:

- Sai, ho comprato un bel paio di scarpe nuove - subito l’altra chiedeva ridendo:

- Aundi i ccattasti, ‘nti “Ve l’ho data"? - (“nti Va-resi”?).
 

 

Mariella Di Pasquale

 

 

 

 

 

 

 

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