Durante la guerra, vista la penuria di merci, le donne avevano imparato a fare tante cose in casa come il sapone (scaldando olio d’oliva e idrossido di potassio) o addirittura le suole delle scarpe usando la gomma dei copertoni! Avevano imparato anche a sostituire medicinali introvabili con antichi metodi di cura. La puntura di un’ape o di una vespa (accadeva davvero spesso questo tipo d’incidente, specialmente in campagna) si poteva curare strofinandovi sopra latte di fico che in qualche modo attutiva il bruciore e il rossore. Se si spezza infatti il peduncolo di una foglia dell’albero del fico, ne esce fuori un liquido biancastro, simile al latte, con proprietà rinfrescanti. Febbre? Letto e purga. La purga era d’obbligo. Si doveva prendere la purga anche prima di fare il primo bagno a mare!!! - “Ma perché” –chiedevo - “Pirchì ‘u dicunu l’antichi! - Insomma, primo bagno o febbre, anzitutto mettere a posto lo stomaco svuotandolo. Se poi si trattava di influenza, pus alle tonsille o altro, non aveva importanza, in ogni caso bisognava prima pulire lo stomaco. Sale inglese o olio di ricino. Orribili, deleterie purghe. Cercavo di nascondermi, ma papà mi stanava e quindi tenendomi a forza la bocca aperta con un cucchiaino teneva schiacciata la lingua, costringendomi a ingurgitare quella terribile mistura.
Febbre molto alta? Pericolo di convulsioni. Bisognava fare abbassare la febbre.
Rimedio: pezze bagnate sulla fronte. Mamma me le piazzava sulla fronte, cambiandole spesso. Fastidio: enorme. Mi colava sempre acqua lungo il collo.
- E chi lo dice che fanno abbassare la febbre? -.
- U dicunu l’antichi -.
A volte invece, sotto un panno arrotolato sempre piazzato sulla fronte e legato dietro la nuca, mamma metteva semplicemente delle fette di patate. “Le patate, con la loro frescura, fanno abbassare la febbre e non danno umidità” - sentenziava.
- E chi lo dice? -
- ’U dicunu l’antichi -
Insomma ci si arrangiava con metodi empirici e con la saggezza dell’esperienza. L’arte di arrangiarsi è tipica degli italiani e in particolare dei meridionali che per ataviche necessità, hanno
sempre saputo e sanno barcamenarsi per
risolvere in qualche modo i problemi.
Mariella Di Pasquale
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