Finale Ligure: il recente restauro di Castel Gavone (dimora dei Marchesi del Carretto,
signori del Finalese dal XII al XVI secolo) ha portato alla luce una serie di ambienti sepolti
dalle mine fatte brillare dalla Repubblica di Genova dalla prima metà del XVIII secolo
Fotografie di Alfredo Izeta e Paolo Ferrari

Il turista che arriva al casello autostradale di Finale Ligure/Gorra può ammirare su un'altura a sinistra le rovine di un maestoso castello (visualizza la fotografia), distrutto nel XVIII secolo non da operazioni belliche (nonostante numerose guerre con Genova) ma dall'odio di una potenza bellica ed economica, la Repubblica di Genova, che in quasi 500 anni (dal XII al XVI secolo) non era mai riuscita ad assoggettare completamente il minuscolo Marchesato del Carretto, che, anzi, per quasi cento di anni, era rimasto l'unico stato indipendente della Riviera Ligure di Ponente.
Il castello è il vero simbolo di Finale Ligure: riprodotto nella serie filatelica "i castelli d'Italia" (anni '80) e utilizzato da Victor Hugo come scenario di un suo romanzo, ha rappresentato per noi finalesi il rimpianto per un'epoca che ci ha visti protagonisti della storia, sia pure a livello locale
Per questo dopo alcuni progetti andati a vuoti in quanto non compatibili con la sua integrità storica, nel 2007 ha avuto inizio un restauro del castello che, pur incorporando alcuni elementi moderni apparentemente invasivi ma necessari, è stata impostato in maniera tale da consentire un'adeguata messa in sicurezza (l'edificio si stava infatti sgretolando e costituiva un pericolo per i rari visitatori) e permettere (se del caso) la rifunzionalizzazione del complesso.
Con alcuni amici ho visitato a fine agosto il castello, purtroppo ora chiuso alle visite (in realtà in un paio di occasioni sono state organizzate alcune visite guidate che ne hanno illustrato  le caratteristiche d'epoca). In tale occasione abbiamo avuto il piacere di avere la competenza dell'Architetto Giorgio Brusotti, direttore dei lavori dell'ultima fase del restauro, che ci ha illustrato le varie fasi del restauro e le difficoltà incontrate e superate durante il rifacimento delle opere. Giorgio ci ha condotto attraverso la storia del castello, dal XII secolo sino allo scempio genovese ed a quello anche peggiore  operato dalle popolazioni della zona, ci ha permesso di salire sulla celeberrima Torre dei Diamanti (risparmiata esternamente da Genova per una sorta di rispetto e di timore reverenziale) che conserva ancora al suo interno (con le solette devastate dalle mine genovesi) alcuni affreschi ed una scritta risalente al XVI secolo, indi ci ha condotto nei sotterranei (coperti da una struttura metallica, anch'essa necessaria) adibiti un tempo a magazzini e officine e ci ha mostrato le spettacolari cisterne (intatte e sapientemente illuminate per consentire un impatto indimenticabile sui visitatori), nelle quali veniva utilizzata la calce viva per disinfettare l'acqua (è ancora visibile la fossa a filo pavimento).
Siamo poi usciti sulla "piazza d'armi",  che conserva le macerie causate dallo scoppio delle mine genovesi settecentesche, e abbiamo visitato il cortile interno del castello, nel quale era presente un sontuoso loggiato. Il lavoro da fare è ancora molto: il nostro interlocutore ha fatto presente che almeno un 50% delle parti sotterranee dovrebbe essere portato alla luce. I fondi (il progetto è stato cofinanziato dalla UE) sono purtroppo finiti e con gli attuali chiari di luna dovranno passare anni  prima di poter portare alla luce i "tesori" (archeologicamente parlando) ancora celati nelle viscere del maniero: per uno studioso e archeologo è un vero tormento non poter continuare un'opera lasciata a metà.
Vi rimando quindi alle immagini che, partendo dall'anno 2006, attestano in modo significativo le fasi del restauro (cliccate sulle miniature sottostanti per ingrandirle e visualizzare le fotografie e le didascalie).

Alfredo Izeta - settembre 2011

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Clicca sull'icona per visualizzare la planimetria formato pdf (ingrandire per visualizzare scritte e particolari)

 
Clicca qui per visualizzare una breve storia del castello
 
Prima del restauro: fotografie di Alfredo Izeta (gennaio 2006)
 
Dopo il restauro: fotografie di Paolo Ferrari (agosto 2011)
       
Dopo il restauro: fotografie di Alfredo Izeta (agosto 2011)
 

 

 

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Piazza Scala - settembre 2011