Errata corrige: Filippo Vasta segnala due nostre imprecisioni. Ecco quanto ci fa notare
"Due piccole note sull'introduzione che precede il mio commento sul bilancio:
-Questo è il secondo bilancio del Fondo, e pertanto è la seconda e non la terza volta che voto contro l'approvazione. E' probabile che non ci sia due senza tre, ma se ne parlerà il prossimo anno, che sarà l'ultimo del mio mandato.
-Il mio intervento è stato ascoltato con molta attenzione e anche con una certa apprensione. Non c'è assolutamente ilarità verso la nostra posizione. E' vero invece che i rappresentanti della banca e una parte dei sindacati sono fortemente infastiditi dalla nostra azione di dissenso.
Questo per la precisione."
8 giugno 2013
Per il terzo anno consecutivo Filippo Vasta, Consigliere FSI per conto dei
Pensionati, ha espresso parere contrario all'approvazione del bilancio
fra l'indifferenza (e l'ilarità?) degli antri consiglieri.
Non riusciamo a capire come mai le cosiddette Fonti Istitutive (Banca e
OO.SS.) possano ostentare indifferenza a due fatti gravissimi che inficiano
il Fondo Sanitario:
Da parte nostra non possiamo che stigmatizzare l'orientamento sindacale,
come noto portato a favorire il personale in servizio sia in questa
circostanza che nel caso del Fondocomit: non riusciamo a capire come mai i
cosiddetti "paladini dei lavoratori" (?!) arrivino a respingere e
stravolgere il concetto di solidarietà (cardine delle forme assistenziali
vigenti in tutti i paesi civili: arriviamo a dire che forse l'Italia non è
tale) che contraddistingueva la Cassa Sanitaria. Invitiamo ancora i nostri
lettori: in pensione, esodati e in servizio, che prima o poi diventeranno
pensionati e si vedranno trattati in questa maniera ammesso che rimanendo
inerti esista
ancora la copertura del personale in quiescenza) a strappare le tessere ad
enti che non li rappresentano.
Secondo noi questo atteggiamento qualunquista fa comodo alla banca che non gradisce
sostenere il personale, tantomeno quello quiescente: secondo noi il progetto
dei vertici è quello di "sbarazzarsi" dei pensionati per diminuire
sostanziosamente il contributo agli attivi, non certo per decurtare quanto
versato da questi ultimi....
Riesponiamo di seguito la nota di Filippo invitando tutti a meditare
profondamente sull'iniquità che contraddistingue certi atteggiamenti
carbonari.
Piazza Scala - 8 giugno 2013
Il Consiglio di Amministrazione
del Fondo Sanitario ha approvato oggi il progetto di
bilancio. Come l’anno scorso è stato approvato da tutti i
consiglieri meno uno.
I motivi del mio dissenso, che ritengo interpreti
correttamente il pensiero della nostra categoria, sono di
tutta evidenza nelle cifre conclusive del bilancio, che sono
le seguenti:
Gestione attivi |
milioni |
+11,6 |
Gestione quiescenti |
milioni |
-4,9 |
Gestione consolidata |
milioni |
+6,7 |
Pertanto, se fosse stata
mantenuta la solidarietà che aveva caratterizzato le vecchie
casse sanitarie, il bilancio si sarebbe chiuso con un più
che soddisfacente avanzo d’esercizio. Per contro, le attuali
regole fanno sì che alla nostra categoria non vengano
corrisposte le quote differite delle prestazioni, che
vengono utilizzate interamente a copertura della perdita
d’esercizio. L’effetto combinato della decurtazione delle
nostre prestazioni e l’ulteriore stanziamento di 1,5 mln ad
integrazione del contributo di solidarietà (accordo
dell’aprile 2013) ha fatto sì che la cancellazione delle
quote differite sia sufficiente a coprire il disavanzo di
gestione, salvo un residuo di poco meno di centomila euro,
che viene portato a decurtazione del patrimonio attribuito
alla nostra categoria. Tale patrimonio è comunque
incrementato rispetto a quello iscritto al 1° gennaio 2012
in conseguenza del passaggio dalla gestione attivi a quella
dei pensionati di circa 1.700 soci, i quali apportano il
loro “zainetto” di riserve.
Questo il movimento del patrimonio dei quiescenti:
Consistenza al 1° gennaio 2012 |
milioni |
14,5 |
Disavanzo d’esercizio 2012 |
milioni |
-4,9 |
Copertura tramite le quote differite |
milioni |
+4,8 |
Apporto nuovi quiescenti e contributi d’ingresso |
milioni |
+2,1 |
Consistenza al 1° gennaio 2013 |
milioni |
+16,5 |
Per inciso, segnalo che il patrimonio degli attivi ammonta a Euro 73 milioni.
Il Consiglio di Amministrazione del Fondo Sanitario di Intesa SanPaolo può vantare una prerogativa assai rara, forse unica fra gli organismi del genere, quella di non avere competenza sui provvedimenti che riguardano lo scopo dell’associazione, che nel nostro caso è l’assistenza sanitaria integrativa. Ogni misura che riguardi contributi e prestazioni, che sono le voci principali del Conto Economico, è infatti di competenza esclusiva delle cosiddette Fonti Istitutive le quali, in contrasto con la loro denominazione, non si sono limitate all’accordo che ha costituito il Fondo, ma lo continuano di fatto ad amministrare. Sono quindi Fonti Amministrative, e come tali svuotano l’unico organo elettivo (o destinato a diventare tale a partire dal prossimo anno) dei compiti che abitualmente, in quasi tutto l’universo, fanno capo ai Consigli di amministrazione. In conseguenza del dettato statutario, ogni osservazione sollevata in sede consiliare circa regole e i provvedimenti che ci penalizzano è considerata non pertinente.
Questo non mi ha impedito sinora di far sentire la mia voce, avvertendo la responsabilità conferitami dalle Associazioni che mi hanno designato; confesso tuttavia di avvertire la scarsa efficacia, se non l’inutilità, della mia azione in seno al Consiglio.
Con l’approvazione del prossimo bilancio, relativo all’esercizio 2013, gli attuali organi societari cesseranno il loro mandato. Le Fonti Istitutive predisporranno, il prossimo autunno, il regolamento elettorale.
Un caro saluto a tutti i colleghi.
Filippo Vasta - 4 giugno 2013 |