Quando fa freddo ci difendiamo coprendoci adeguatamente e ricorrendo a
fonti di calore, ma occorre dire che siamo dotati di meccanismi interni che
ci proteggono dalle basse temperature.
Sia con il caldo che con il freddo, il nostro organismo attiva i sistemi di
termoregolazione endogeni
che, in condizioni normali, mantengono pressoché costante l’equilibrio
termico del corpo con l’ambiente circostante.
Quando la temperatura esterna è tanto bassa da provocare una diminuzione
di quella interna al disotto dei 37°C, si verifica una vasocostrizione
cutanea (riduzione della circolazione sanguigna sulla superficie cutanea e
conseguente diminuzione della dispersione del calore all’esterno) ed
un’accelerazione del ritmo cardiaco. In condizioni di freddo intenso,
l’organismo aumenta la produzione di calore interno (termogenesi) anche
attraverso l’incremento dell’attività muscolare e
scheletrica (brividi involontari o attività fisica volontaria).
Si verifica, inoltre, un aumento del metabolismo; pertanto è importante un
adeguato apporto alimentare per soddisfare le maggiori richieste metaboliche
dell’organismo, orientate, appunto, ad una maggiore produzione di calore.
Per raggiungere una situazione di benessere termico è necessario, quindi,
creare un equilibrio tra la quantità di calore prodotta all’interno
dall’organismo (attività fisica e alimentazione) e la quantità di calore
assunta dall’esterno (calore ambientale, indumenti pesanti).
POSSIBILI CONSEGUENZE
Sappiamo tutti che gli improvvisi cambi di temperatura ed il freddo
eccessivo possono diventare
una minaccia per la nostra salute, in particolare modo per gli anziani, i
bambini, le persone affette
da malattie croniche, i senza dimora ed i lavoratori impegnati in attività
in esterni.
Al di là di alcune patologie acute da freddo (quali geloni, congelamento,
ipotermia, quando la temperatura è inferiore a –5°C), le più comuni
conseguenze sono:
- un aggravamento di patologie croniche, specialmente cardiopatie,
broncopatie ed alcune malattie reumatiche;
- un picco di diffusione dell’influenza, che rappresenta una delle
principali cause di assenza dal lavoro e da scuola nonché la terza causa di
morte in Italia per patologia infettiva;
- un aumento del rischio di incidenti domestici, anche mortali,
causati dal cattivo funzionamento o
dalla scarsa manutenzione di impianti di riscaldamento ed elettrici
(intossicazioni da monossido di carbonio, folgorazioni). Per evitarli
occorre controllare lo stato degli impianti (sia elettrico che a gas) ed il
corretto funzionamento di stufe e camini (con un camino a legna è importante
assicurarsi della corretta pulitura della canna fumaria e che l’ambiente sia
aerato costantemente). Ricordiamo
che, per legge, il controllo e la manutenzione degli impianti di
riscaldamento va fatta regolarmente
(almeno con cadenza biennale) e da una ditta abilitata ai sensi della legge
n. 46 del 1990.
CONSIGLI
per proteggerci dal freddo
Il Ministero della Salute ha reso disponibili in rete ed attraverso
un opuscolo alcuni basilari consigli:
-- ottimizzare il microclima dell’abitazione: una casa troppo fredda
ed un’aria troppo secca possono costituire, soprattutto se si svolge
un’attività sedentaria, un’insidia per la salute. Pertanto, occorre regolare
la temperatura degli ambienti interni (valori ottimali 19 / 22°C) e curarne
l’umidificazione riempiendo le apposite vaschette dei radiatori (umidità
relativa 40 / 50%);
-- controllare l’isolamento di porte e finestre, riducendo eventuali
spifferi con appositi materiali isolanti;
-- evitare il contatto ravvicinato delle mani o di altre parti del corpo,
con stufe elettriche o altre fonti di calore;
-- prestare particolare attenzione ai bambini molto piccoli e alle
persone anziane non autosufficienti, controllando anche la loro
temperatura corporea, perché non in grado di segnalare un proprio disagio;
-- assumere, nelle giornate fredde, pasti e bevande calde (almeno 1
litro e ½ di liquidi al giorno tra the, tisane o anche semplici spremute
d’arancia), evitando gli alcolici perché non solo non aiutano contro il
freddo, ma favoriscono la dispersione del calore prodotto dal corpo;
-- prediligere pasti a base di frutta e verdura che contengono
vitamine e sali minerali. Sono consigliati tutti gli alimenti contenenti
beta carotene (carote, zucca, patate, pomodori, spinaci, carciofi,
barbabietole rosse, broccoli, cavolfiori, peperoni) e quelli ricchi di
vitamina E (mandorle, nocciole, olio extravergine d’oliva, ...);
-- uscire nelle ore meno fredde della giornata, soprattutto se si
soffre di malattie cardiovascolari o
respiratorie;
-- indossare vestiti idonei, sia in casa che fuori;
-- alleggerire il proprio abbigliamento quando si passa da un ambiente
freddo ad uno caldo, per evitare di sudare e di raffreddarsi quando si
esce di nuovo;
-- portare plaid e bevande calde quando si viaggia in automobile.
LE CATEGORIE PIÙ A RISCHIO
Gli anziani, per la diminuita
risposta del sistema di termoregolazione, per la ridotta percezione del
freddo e perché possono non essere in grado, se soggetti a deficit fisici
e/o psichici, di gestire correttamente il riscaldamento domestico e di
adottare comportamenti adeguati.
Oltre alle precauzioni consigliate per tutti, è opportuno che gli anziani
non escano se non strettamente necessario, che abbiano in casa buone
provviste alimentari ed una scorta adeguata di medicinali e che all’esterno
stiano ben coperti ed evitino di compiere sforzi eccessivi.
E’ bene, inoltre, che gli anziani che vivono da soli siano spesso in
contatto con parenti, amici o vicini, in modo che le loro condizioni possano
essere sempre sotto controllo.
I malati cronici, per i quali un grande
freddo può peggiorare le condizioni di salute già precarie:
i cardiopatici sono tra i più a rischio, pertanto devono evitare di
compiere sforzi eccessivi,
soprattutto all’aria aperta;
le persone con insufficienza respiratoria cronica e
gli asmatici devono evitare di respirare aria gelida, di esporsi
alle intemperie che possono scatenare crisi d’asma o broncospasmo;
le persone con disturbi mentali
(in particolare con deterioramento delle capacità cognitive) sono a rischio
elevato di ipotermia, perché non manifestano il disagio legato alle basse
temperature e non hanno possibilità di proteggersi adeguatamente.
Occorre prestare particolare attenzione a questi malati!
I neonati, in quanto più suscettibili
agli effetti delle basse temperature sia per la diminuzione della risposta
del sistema di termoregolazione, sia perché non sono in grado di manifestare
apertamente il disagio causato dal freddo e conseguentemente possono entrare
rapidamente in situazioni di ipotermia. Se è indispensabile uscire, occorre
coprire adeguatamente il bambino.
Un cappellino caldo deve sempre proteggere la testa del piccolo, perché il
30% della perdita di calore avviene attraverso il capo. Inoltre, è meglio
evitare di utilizzare il marsupio per il loro trasporto: a livello delle
gambe la circolazione è rallentata a causa dell’imbraco che comprime le
cosce; è preferibile usare carrozzina o passeggino in modo che possa
muoversi e stimolare così la circolazione sanguigna.
L’INFLUENZA STAGIONALE
come evitare il contagio
La trasmissione dell’influenza si verifica sia per via aerea attraverso
minuscole gocce di saliva emesse da chi tossisce, starnutisce, parla o ride,
sia attraverso il contatto con mani contaminate da secrezioni respiratorie
(per esempio dopo essersi soffiato il naso).
Le più comuni ma fondamentali raccomandazioni per limitare la
diffusione dell’influenza e procedere ad un’efficace prevenzione personale,
sono:
una buona igiene delle mani (in assenza di acqua e sapone, uso di gel
lavamani a contenuto alcolico);
un buon controllo delle secrezioni respiratorie (coprire bocca e naso
quando si starnutisce o tossisce, eliminare con attenzione i fazzoletti di
carta, che sono da preferire a quelli di stoffa, e lavarsi le mani);
l’isolamento volontario a casa delle persone con malattie
respiratorie febbrili;
l’uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologia
influenzale;
la vaccinazione antinfluenzale che “... rappresenta un mezzo efficace
e sicuro per prevenire forme gravi e complicate di influenza in soggetti più
vulnerabili come malati, bambini e anziani” (dichiarazione del Ministro
della Salute Ferruccio Fazio nel suo intervento del 19 ottobre
alla Camera).
Fonti: Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, Ministero della
Salute.