N.d.R.: pubblichiamo uno sfogo di Arnaldo De Porti non nuovo (e non il solo) in un recente passato a interventi "violenti" sul Fondocomit determinati da una situazione che si incancrenisce sempre di più. Sentiamo dire da esponenti sindacali e da un'associazione che prima di muoversi in qualsiasi direzione i liquidatori del Fondocomit dovrebbero attendere la sentenza del noto ricorso d'appello in attesa di esame nel dicembre 2016 (!?), data uscita dal nulla alla quale tutti si dicono estranei. A nostro giudizio le stesse OO.SS. sono pronte, in caso di soccombenza, a muoversi anche in Cassazione e a prolungare così l'agonia (una precisa domanda in tal senso a Nicola Manna è tuttora senza risposta). Parimenti la maggiore associazione di ex Comit si muoverebbe nello stesso modo se venissero respinti i "suoi" ricorsi. Non vogliamo esprimerci in questa sede sulle possibilità di chiudere una volta per tutte l'annosa diatriba che non fa certo onore alla banca di Mattioli (nonostante questo nome riempia spesso la bocca degli ex Comit che farebbero bene a non menzionarlo). Tenuto conto che sembra che una sentenza sia attesa nei prossimi due mesi (uno dei legali non avrebbe voluto accettare uno spostamento) diciamo che forse è meglio così almeno per fare chiarezza sull'opportunità o meno di un accordo che coinvolga tutti i ricorrenti.
Questa è la situazione dopo dieci anni: la storia infinita continua fra ritorsioni e rancori!
Piazza Scala (A. Izeta)

 


Ormai, parlare del nostro (ancora ?) Fondocomit per noi legittimi e sacrosanti creditori “privilegiati”, posizione di privilegio che accosterei alla disciplina fallimentare degli altri contesti che siamo stati costretti a seguire più di qualche volta per motivi riconducibili alla nostra professione, tutto ciò alimenta un senso di sgomento, di incredulità e – lasciatemelo dire – di inaudita vergogna.
Infatti, ritornare su questo argomento dopo circa un decennio di parole-parole-parole,  fin qui quasi tutte  a vuoto ed improntate al mero formalismo giuridico-dialettico,  da parte di chi sembra creare problemi anziché proporre soluzioni concrete e tempestive, ormai  questa triste realtà ha assunto i crismi dell’intolleranza,  atteso che, per dare una giustificazione a questo “baillamme giuridico-amministrativo”,   a questo punto sembra non essere più possibile se non ipotizzare che, sotto sotto, ci sia chi rema contro la continuazione della vita fisica di persone serie ed oneste che, ormai molto anziane, stanno rassegnandosi ad una sorta di “congelamento” forzato di quanto spetta loro per diritto, dopo aver versato per tanti anni dei soldi per fronteggiare le difficoltà dell’età anziana, compresa quella dei loro familiari. 
Insomma: pensare a quanto sta succedendo, significa  “ammazzarsi dentro”, senza alcuna possibilità di rivalsa visto che, ormai, tutte le strade  legittimamente corrette, sono già state percorse, ahimè invano. E ciò, non tanto per una questione venale seppur molto importante, ma anche semplicemente per una questione etica, in base alla quale noi non eravamo secondi a nessuno.
A questo punto, come me lo hanno ripetuto in molti, non ci si capisce più niente (si parla ora del… 2016), mentre la rassegnazione ed indignazione che investono questa aberrante conduzione di una pratica che, a mio avviso, sembra trovare ogni spunto per non portarla a termine, evidenzia come questo nostro mondo di persone oneste e per bene rappresentato dalla nostra categoria, stia precipitando verso una sorta di sporcizia intellettuale che non fa certo onore alle nuove generazioni. Oltre ad ammazzare le nostre.
Ormai da molto tempo, tenuto conto di questo noioso ed inconcepibile “ping-pong” verso il quale, ad ogni piè sospinto, sembra che a breve possano inserirsi anche le… tribù del terzo mondo, io suggerivo azioni pesanti per dipanare la matassa, ma sconsigliato più volte con la motivazione secondo la quale si sarebbero complicate le cose a nostro danno, sono stato costretto a soprassedere. Ma siamo ancora allo… statu quo ante.

Una preghiera a chi sta seguendo questa aberrante vicenda, da qualsiasi posizione essa venga esaminata: per favore, datevi da fare con rapida onestà intellettuale ad evitare che la collera divina ricada sulle vostre teste.  Non è semplicemente uno sfogo !!!
Se così non sarà, non avremo servito la nostra seria ed amata COMIT e finiremmo per auto-etichettarci come persone squallide ed incapaci con grave pregiudizio anche per il rispetto delle nostre famiglie.

 

ARNALDO DE PORTI  - giornalista
Ex- funzionario . COMIT
Classe 1935.

 

 

 

 

 

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Piazza Scala - aprile 2015