Di Arnaldo De Porti
In passato Piazza Scala ha pubblicato qualche pezzo di politica
raccogliendo talvolta il dissenso di qualche lettore. Ci siamo quindi
ripromessi di centellinare gli articoli di tale contenuto al minor numero
possibile.
Tuttavia l'attuale momento è sicuramente particolare data la frattura che si
è venuta a creare all'interno del partito di riferimento: ecco uno scritto
di Arnaldo De Porti (antiberlusconiano convinto) che commenta i recenti
avvenimenti.
Ci auguriamo di poter pubblicare eventuali consensi o dissensi a quanto
affermato da Arnaldo, ovviamente espressi in modo garbato e privo di
acredine: per contattarci potete usare il sottostante modulo.
Piazza Scala - settembre 2010
Di Arnaldo De Porti
A caldo, senza
leggere i giornali per non essere influenzato, vorrei
fare alcune riflessioni personali dopo il discorso di Fini a Mirabello,
sperando che la genuinità delle riflessioni da parte di un uomo
della strada come lo scrivente, possa destare un qualche interesse.
E’ risaputo che, anche per vicissitudini pregresse (mio rapimento da parte
dei fascisti nel 1943, rapporti di lavoro paterni dovuti coattivamente con
il fascismo) io sono sempre stato alla larga dalle destre. Ora come ora devo
però ammettere che, non solo il fascismo non esiste più, ma neanche quella
residualità di destra finiana che era confluita di recente… all’ex Pdl, pur
senza sottovalutare il pericolo che determineranno in questo momento i
potenziali generali e colonnelli, già all’opera per studiare le nuove mosse,
anche in ordine ad una nuova casacca.
Per questo, ieri ho apprezzato il discorso di Fini che, a mio avviso, non è
stato ne di destra ne di sinistra, ma del tutto pragmatico per un avvio
serio delle condizioni precarie del Paese. Discorso che non sarebbe stato
difficile da pronunciare ove, in altri ambiti politici, rebus sic stantibus,
ci fosse stato un leader di questo calibro anche nel centro-sinistra.
Insomma, un discorso valido per tutti. Eccezion fatta ovviamente per
Berlusconi, Gasparri. Bondi and co., e il portavoce Capezzone…….
E credo pertanto che anche il centro-sinistra sia stato d’accordo su tutto
ciò che ha detto il co-fondatore del Pdl, proprio perché, come ho detto
dianzi, il panorama politico tracciato da Fini è stato un discorso valido
per tutte le stagioni.
Il solo distinguo con Di Pietro consiste nel fatto che, mentre Fini accetta
il lodo Alfano per finire la legislatura, Di Pietro invece incalza per far
cadere giudiziariamente l’attuale premier nel corso di questo stesso mandato
governativo.
Non so chi dei due abbia ragione. E non ho una risposta, ma solo un grande
dubbio. E chiarisco subito.
Fini mostra responsabilità per le sorti del paese pensando che, un’eventuale
caduta in anticipo del governo, si ritorcerebbe a danno di tutti ma, a mio
avviso, egli non tiene conto che Berlusconi non è un uomo che sa perdere.
Domanda per chiudere: “ Sarà più grande il danno che si causerebbe al
Paese mandando a casa subito Berlusconi per via giudiziaria, come pensa di
voler fare Di Pietro, oppure tenendolo fino a fine mandato?”.
Io penso che Fini e Di Pietro debbano contemperare i loro punti di vista in
quanto, Di Pietro, non è un giustizialista, ma un assertore della legalità.
La stessa che vuole Fini. Forse converrebbe anche a Bossi in funzione del
federalismo alla Fini.
Chi vivrà, vedrà.
ARNALDO DE PORTI - 6 settembre 2010
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