Piazza Scala

 

 

 

 

 

 

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Il castello di Fenis, immerso nel verde dei prati dell'omonimo comune, non è il più antico della Valle d'Aosta ma è certamente il più scenografico. Viene menzionato per la prima volta in un documento del 1242 nel quale è indicato come suo proprietario il Visconte Gotofredo di Challant: all'epoca esistevano probabilmente, oltre alla cinta muraria, un modesto palazzo interno, la grande torre quadrata ed la torre circolare più alta. Nel corso dei secoli il castello raggiunse in più riprese al suo aspetto odierno: nel XV secolo toccò il suo massimo splendore in quanto vennero aggiunti il grande scalone circolare e gli affreschi dei ballatoi del cortile interno, insieme a quelli della grande cappella. Quasi subito iniziò il declino, sino all'uscita di scena della famiglia Challant (inizio del XVIII secolo). L'edificio venne praticamente abbandonato, i mobili asportati  e la struttura utilizzata come casa colonica, fienile, deposito attrezzi agricoli. A fine '800 il recupero: i lavori di restauro e la collocazione di  mobili (solo in parte valdostani) reperiti nei vari mercati di antiquariato conferirono al castello un certo decoro. Oggi è proprietà della regione Valle d'Aosta che ne cura l'aspetto con molta attenzione .

Il castello si raggiunge uscendo a Nus (autostrada Torino-Aosta) e proseguendo per pochi chilometri sino a Fenis. Sono previste solo visite guidate nel palazzo e nel cortile interno (ambienti nei quali è proibito fotografare, malvezzo piuttosto comune soprattutto in Italia). Si inizia dal piano terreno ove si trovano i locali di servizio (cucine, lavanderie, etc.) e si prosegue per i piani superiori, attraversando il salone di rappresentanza, la cappella, l'aula nella quale il signore esercitava la giustizia e le ampie camere. Tutti i locali sono dotati di un camino più o meno ampio. Da vedere assolutamente il cortile interno con i bellissimi affreschi e lo scalone circolare in pietra sormontato da un affresco che raffigura San Giorgio nell'atto di uccidere il drago.

Le fotografie da me scattate sono pertanto limitate alle vedute esterne del castello e da altri scatti all'interno delle mura (un particolare: nell'ultima fotografia potete osservare due curiosi volti in pietra che avevano il compito di tenere lontani visitatori indiscreti e spiriti maligni: provate a trovarli): ho reperito sul web altre tre immagini  che mi sono sembrate un interessante complemento. 

Alfredo Izeta - agosto 2012

 

 

 

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