Costantino Monti (su Lambretta) ed Arnaldo De Porti (su Vespa)
Foto anni 50 scattata con una Kodak 6 x 9 su cui si doveva inserire un rotolo di sole 8 foto,
girare la pellicola foto per foto, da far poi sviluppare e stampare, con consegna una
settimana dopo, diversamente dalle attuali nostre digitali
Non so se ciò accade soltanto a me ma, da quattro-cinque anni a questa
parte, mi capita di sentire ed anche incontrare amiche ed amici che non
vedevo da un …minimo di 55 ad un massimo di 65 anni… Su Piazza Scala infatti
ho già raccontato recenti incontri della specie.
Dieci minuti fa è stata la volta di Costantino Monti, industriale di Spinea
(VE), il cui numero di telefono mi è capitato sottomano per puro caso,
leggendo una reclame su internet.. Spinto dalla curiosità, peraltro
alimentata da qualche timore che – ahimè – contrassegna inevitabilmente
un’età vetusta, ho voluto telefonare al numero appena letto e, con un po’
di…ardire, ma soprattutto nella speranza di non incorrere in quale gaffe
poco gratificante, ho così esordito senza qualificarmi :
“ Mi scusi, forse sto incorrendo in un errore, ma mi dica se lei era quel
ragazzo che, sessantacinque anni or sono, possedeva una Lambretta, seconda
serie color panna, che ha optato per gli studi di ragioneria, coinvolgendo
anche il sottoscritto, non già perché interessato al tipo specifico di
materia, ma perché in quell’istituto tecnico di Treviso, il “Riccati”,
c’erano delle “bele tose”… ?
Dall’altra parte del filo, non ho faticato a capire che il mio
interlocutore, all’evidenza di fatti tanto veritieri che lo investivano
personalmente, non riusciva a selezionare immediatamente, con precisione, il
contesto sul quale lo avevo inchiodato a dei ricordi che non potevano non
essere che suoi..
Non mi pareva giusto insistere con questo tipo di esordio con chi era
dall’altra parte del filo data anche l’età (di un anno superiore alla mia)
ad evitare di arrovellargli troppo il cervello che alla nostra età si
presenta fisiologicamente un po’ consunto e gli dissi che ero Arnaldo.
Un po’ di balbuzie correlata alla sorpresa e poi, la dialettica si è fatta
quasi normale, e ciò esattamente dopo 63 anni che non ci si sentiva e non ci
si vedeva…
E giù con i ricordi che, per la loro genuinità appaiono sicuramente molto
più che anacronistici rispetto al tempo che stiamo vivendo e che, appunto
perché tali, vorrei citarne qualcuno per ricordare “come e chi eravamo..”
“Ti ricordi Costantino, - dissi io - quando in classe prima o seconda
ragioneria, durante le lezioni, ci parlavamo attraverso un tubo di gomma fra
un banco e l’altro senza che il professore se ne accorgesse ? Detto tubo, lo
dico per chi mi legge, era simile a quello che serve anche oggi per
irrigare, e che , con un po’ di fantasia, allora poteva essere equiparato,
quanto a funzione, ad un telefonino di adesso… una sorta di pompa pneumatica
vocale, per la qual cosa io e Costantino Monti potremmo oggi pretendere il
brevetto…quali avveniristici della tecnologia.. Cosa non si faceva per
evitare la noia della…lezione e distrarci un po’ facendo ridere i compagni
?!
Ricordo che, durante le manovre di utilizzo del tubo, il professore un
giorno se ne accorse senza peraltro capire cosa stessimo facendo ed
inciampasse rovinosamente su di esso, tanto da reagire con forte rabbia
sferrandogli un forte calcio: il caso volle che il professore mancasse
l’obiettivo, ma sbattesse fortemente la tibia-perone sui banchi nei quali io
e Costantino eravamo seduti…
In quel momento, mentre il professore - poverino - urlava dal dolore
(ricordo, tanto per inquadrare il soggetto, che questo insegnante portava
anche in estate per 15 gg. di seguito una camicia a quadri di flanella e che
noi lo avevamo battezzato col nome di “sior Augusto”), io e Costantino non
riuscivamo a soffocare “dentro” le risate… a cui seguì, ma non ricordo bene,
una cattiva nota nel registro di classe.
Ce ne sarebbero tante altre da raccontare e, se devo essere sincero, ora mi
rimprovero per ciò che abbiamo fatto passare al povero sior Augusto che,
tutto sommato, al di là del suo abbigliamento (ma anche come soggetto un po’
nemico dell’igiene), era un buon uomo che tutto aveva tranne la connotazione
di un professore: sembrava un vecchietto lontano anni luce da qualsiasi
interesse che mirava solo alla pensione…
Ma vorrei concludere con uno degli ultimi fatti che hanno contraddistinto
quel periodo fra me e Costantino.
I nostri rispettivi genitori possedevano allora una Lambretta ed una Vespa.
Ogni tanto riuscivamo a farcela prestare, ma il problema erano i soldi per
comperare la miscela in quanto volevamo sfruttare al massimo la… concessione
paterna e quindi consumavamo a iosa, molto di più di quanto potevamo
immaginare... Ebbene, un giorno decidemmo di andar a trovare un paio di
ragazze a Castelfranco Veneto (Centro importante che dista una trentina di
chilometri da Mestre). Siccome non eravamo certi di farcela per via dei
pochi soldi per comperare il carburante, ma dovevamo ad ogni costo fare la
nostra bella figura con dette ragazze, allora abbiamo pensato di portarci
appresso una corda per l’eventuale traino… fra Lambretta e Vespa o viceversa
Non ci fu nulla di più azzeccato in quanto, di rientro da Castelfranco
Veneto, la miscela finì e fummo costretti a trainarci davvero per una decina
di chilometri utilizzando la corda provvidenziale che ci eravamo portati
appresso, agevolati dal poco traffico di allora rispetto a quello di adesso.
Non sono passati molti anni da allora, ma se penso a come il mondo sia
letteralmente cambiato in poco più di mezzo secolo, c’è da farsi venire i
brividi.
Oserei dire che racconti come questi, avrebbero potuto sicuramente
costituire oggetto, a pieno titolo, per mettere in scena qualche film
neo-realista da parte di Rossellini o Fellini. O di un nuovo “Vacanze
romane, anzi…venete”, con Gregory Peck ed Audrey Hepburn, magari con un
Alberto Sordi.
Anzi, nel caso di specie, con il sottoscritto e Tino Monti.
ARNALDO DE PORTI - aprile 2013