Sarò brevissimo: da incorniciare. Se scrivessi con l'entusiasmo del fan e se dovessi scrivere l'impressione  di  chi ama l'opera ed il teatro, usando termini desueti o roboanti, come si leggono sui giornali sportivi, direi che è stata una serata trionfale per Juan Diego Florez. Una serata magica di quelle a cui ci ha abituato, ma che sono   rare nel mondo dell'interpretazione, quando tutto pare essere perfetto, quando si è in  stato di grazia.  Altro che Monte Carlo. Se avessi l'intenzione di criticare negativamente con lo spartito (quale?), sulle ginocchia, aprirei un blog tutto mio bloccato, ma so che ci penseranno altri che non amano Florez, nè alcuni dei cantanti degli ultimi trent'anni. Ma mentirei, sapendo di mentire. Un titolo da Tuttosport:" La Favorite. Parigi ai piedi di Florez. Serata eccezionale". Si: così è stato, con richiesta di bis nel finale. Dopo "Spirto gentil", in francese,  il pubblico in gran parte in piedi ha richiesto la ripetizione della scena terza, da quel momento, ma anche prima dal fuoriclasse peruviano solo emozioni da trip musicale. E non c'erano solo signore giapponesi che adorano lui e Carreras. Un'americana, probabilmente che come me, non sa nulla di opera lirica scrive :"I LOVE Juan Diego Florez. Me enamoro a la primera nota que escuche".

Bravissimi tutti gli altri.  Qui mi fermo con una sola annotazione: Florez non è solo Rossini e l'intelligenza, unita alla bravura nella scelta del repertorio, lo pongono a mio giudizio, tra i più importanti tenori di agilità del nostro tempo, aiutato da incredibili e uniche doti naturali. Oggi a 40 anni regala non solo note vertiginose, ma anche intensità interpretative, che trasportano nel mondo dei sogni: come si può leggere copiando l'esperto Mormile, "Pochi tenori, al pari di Juan Diego Flórez, sanno scatenare nel pubblico un entusiasmo adrenalinico come quello vissuto nel corso della serata"
 

Maurizio Dania
19 dicembre 2013

 

 

 

 

 

 

Segnala questa pagina ad un amico




 

 

Piazza Scala - dicembre 2013