Napoli e Palermo, 14
dicembre 2011
Al Presidente della F.A.P
Dr. Antonio Masia
e, p. c. via e-mail Ai Sigg. Componenti il Comitato
Direttivo
Della F.A.P.
Egregio Presidente,
questa lettera le giunge dopo una lunga ed attenta
riflessione nel corso della quale abbiamo messo a
fuoco la decisione di rivedere il livello della
nostra responsabilità nella gestione della F.A.P..
Più volte, infatti, abbiamo fatto sentire il nostro
dissenso nei confronti della sua azione quale
Presidente della Federazione ed altrettante volte
abbiamo ritenuto necessario - da persone
responsabili – non turbare i già precari equilibri
interni della Federazione facendo prevalere il “pro
bono pacis”.
E’ giunto, adesso, il momento di fare definitiva
chiarezza circa ciò che per anni abbiamo detto senza
essere ascoltati, abbiamo proposto restando
disattese le nostre proposte. E’ opportuno, adesso,
che la nostra chiarezza sia supportata da argomenti
che la rendano tale agli occhi di tutti traducendo
le sensazioni del nostro disagio in argomentazioni
per noi e per molti altri di noi inconfutabili.
Non crediamo possa essere messo in dubbio da alcuno
che la FAP nel corso della gestione nata a Torino
nel 2007 non sia stata in grado in nessuna
circostanza di assumere il ruolo auspicato,
sollecitato e suggerito in numerose occasioni con
ciò tradendo non soltanto gli auspici ma, peggio, le
istanze delle Associazioni federate che continuano a
vivere la propria vita come se la FAP non esistesse.
Non crediamo possa essere messo in dubbio che
l’attività della FAP in questi anni è stata limitata
al costante quanto inutile appiattimento su
Organizzazioni impegnate in sterili ribalte
nazionali o europee, magnificate al solo scopo di
sbandierare ossessivamente numeri che poco o nulla
hanno aggiunto alla nostra modestissima visibilità
ma soprattutto lontane dagli interessi reali dei
nostri pensionati.
E’ di tutta evidenza che nel corso di ben quattro
anni non una battaglia, anche perdente ma che abbia
visto il vessillo FAP garrire su qualche pennone, è
stata combattuta dalla nostra Federazione impegnata,
di contro, a gestire l’ordinaria amministrazione ed
anche questa in maniera artigianale quando non
finalizzata a soddisfare presupposte soluzioni
organizzative di dubbia natura non ben
quantificabili o qualificate.
Non crediamo possa essere messo in dubbio che il
recente rilancio dell’”appeal” di grandi
Associazioni di pensionati bancari, sbandierato
velleitariamente come riconoscimento dei meriti
della FAP – ma quali ? - altro non sia che la
dichiarata esigenza degli iscritti di quelle
Associazioni di fruire di una polizza sanitaria che,
guarda caso, neanche quella è stata il frutto del
lavoro della FAP bensì di una modesta Associazione
che ne ha consentito l’esportazione.
E’ doveroso convenire che i risultati concreti
conseguiti dalla FAP sono davvero modesti, ben
lontani dagli obiettivi fissati dal Consiglio
Generale e che in questi ultimi tempi la tensione,
nel corso delle riunioni, è aumentata in maniera
davvero insopportabile.
Durante i Comitati Direttivi è diventato abituale
subire interminabili sue prolusioni che, per
forgiare a suo utile decisioni assolutamente
incoerenti, prolunga fino ad ottenere il consenso
dei presenti per stanchezza, incurante dei
suggerimenti responsabili e delle proposte
costruttive che riceve.
Un esempio clamoroso si è potuto annotare a Siena
quando si è riusciti a manipolare il lavoro sullo
Statuto, commissionato e svolto con competenza ed
impegno, riprendendo tutti i punti sui quali c’era
già stata una formale condivisione in precedenza e
smontando l’impalcatura complessiva pur di imporre
la sua intransigente posizione; non possiamo,
altresì, dimenticare la tensione determinatasi a
Roma tra lei ed un V. Presidente in ordine alle
valutazione negative da questi fatte sulla qualità
dell’azione della FAP nel corso delle manovre
finanziarie estive fatte dal Governo e da lei
contestate in evidente incoerenza con i fatti.
Troppe le decisioni da lei assunte e fatte assumere
che, ragionandovi a freddo, denotano allergia al
rispetto delle regole della democrazia e della
dialettica ed appaiono spesso incomprensibili. Se ne
avverte l’autoritarismo ma non se ne può apprezzare
alcuna autorevolezza.
E’ aberrante prendere atto che la critica fatta alle
cose e mai, finora, alle persone è sempre stata
letta da lei lesione alla sua maestà, indebita
ingerenza e come tale da respingere con
l’indifferenza di chi, però, non ne ha colto
l’utilità e gli scopi.
Incaponirsi su decisioni che ledono i principi ed i
valori essenziali dello Statuto e, con una strategia
aggressiva, far confezionare verbali prolissi ma
spesso omissivi di circostanze sgradite alla
Presidenza, farciti di sgradevoli e compiaciuti
attacchi a chi non si è allineato, mentre si
derubricano disinvoltamente argomenti a lungo
dibattuti, non corrisponde alla nostra visione di
correttezza gestionale e ci crea un insopportabile
disagio.
Per quanto sopra, non sentendoci più disponibili a
condividere scelte ed atteggiamenti che hanno
sfibrato fino all’esaurimento la scorta della nostra
pazienza, con la presente rassegniamo le dimissioni
da Vice Presidenti della FAP, riservandoci, entro la
fine dell’anno, di riesaminare l’adesione delle
nostre rispettive Associazioni alla Federazione.
f.to Carlo della Ragione
f.to Sergio Fisco
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