FONDO COMIT - AGGIORNAMENTO
Ad oltre 10 anni dall'inizio della vicenda molti colleghi in servizio e
pensionati, tra questi ultimi ci sono anche coloro che sono andati in
pensione dopo il 2005, chiedono di conoscere a che punto è il piano di
riparto giacente presso la sessione fallimentare del Tribunale di Milano e,
quello che più importa, i colleghi chiedono la liquidazione delle loro
spettanze.
Il contenzioso prodotto dall'accordo di liquidazione del Fondo COMIT del
2004, come previsto, si trascina ormai dal 2006 senza portare ad alcun
risultato, le somme disponibili continuano ad essere bloccate per effetto
dei veti incrociati fra varie categorie interessate.
I Liquidatori, con lettera alle OO.SS. del 2 aprile 2015, hanno dichiarato
di voler procedere ad un Riparto parziale “in tempi brevi”; ma hanno anche
precisato che tale Riparto avrebbe escluso gli “attivi” e avrebbe riguardato
i soli “pensionati ante ’98”.
Riteniamo che discriminare gli attivi sarebbe illegittimo per violazione
della parità di trattamento fra tutti i creditori ammessi al passivo (“par
condicio creditorum”) e che tale discriminazione verrebbe impugnata nelle
sedi competenti. Inoltre, come abbiamo già detto, molti colleghi si sono
pensionati dopo il 2005 e sono usciti anche dal Fapa, hanno pieno diritto di
ottenere il pagamento del dovuto. Se si seguisse la volontà dei liquidatori
si creerebbe un'ulteriore discriminazione tra pensionati ante '98 e post
2005, conseguenza altre legittime cause.
Ricordiamo, inoltre, che incombe sul piano di riparto parziale anche il
necessario accantonamento delle somme controverse con il Fisco (circa 180
mil. di euro) e quello per le 1400 ca. opposizioni al piano presentate entro
il termine (circa 80 mil. di euro), riducendo così a circa 100 mil.di euro,
il 30% della somma complessiva effettivamente erogabile, tra l’altro
anticipabile solo ai pensionati ante '98 per volere dei liquidatori.
Gli attivi corrono il reale rischio di non vedere nulla dei 300 milioni
ancora disponibili. Fisco, cause, pensionati ante '98, potrebbero essere i
soli beneficiari. Per non parlare dei costi che si moltiplicano di anno in
anno, a partire da quello degli avvocati e consulenti del Fondo Comit molto
blasonati e conseguentemente molto pagati, ci sono poi i liquidatori che non
se la passano per nulla male, e altro ancora.
È quindi indispensabile che vengano definite velocemente le cause di
opposizione per dare spazio anche ad un pagamento a favore anche degli
attivi senza dover aspettare altri 5/6 anni occorrenti fino al giudizio di
Cassazione. Questo eviterebbe una discriminazione pesante verso gli attivi
che, in caso contrario, non avrebbero altra scelta che impugnare la
decisione dei Liquidatori loro contraria.
Per evitare questo, i Liquidatori dovrebbero velocemente chiudere le cause
di opposizione, conseguentemente liberare gli 80 milioni di euro accantonati
allo scopo e che potrebbero rimanere accantonati per altri 5/6 anni.
Riteniamo che essendo il bacino degli opponenti al piano di riparto ormai
certo, anche nella dimensione economica, e che i tempi potrebbero ancora
essere molto lunghi, i Liquidatori ed il Tribunale di Milano debbano
favorire una soluzione della vicenda in tempi brevi, una proposta
transattiva equa che consenta un pagamento in tempi rapidi per tutti.
Al contrario si dovrà aspettare per anni il giudizio della Cassazione.
Milano, 12 giugno 2015
LA SEGRETERIA FABI GRUPPO ISP |