Piazza Scala

 

 

      un bel reportage di Arnaldo De Porti (appassionato di moto d'epoca)   
 

 

Ieri ero saturo, dentro e fuori,  di argomentare politicamente per cui, mandando  tutto e tutti a…come si suol dire non solo goliardicamente (tranne gli amici ovviamente), io e moglie abbiamo pensato di fare una corsetta  fino a  Bassano del Grappa per vivere un attimo di storia, rinfrescando quelle nozioni apprese nei banchi di scuola. Per la verità, di Bassano del Grappa,  - non nascondo l’ignoranza - mi ricordavo solo la …canzone degli Alpini ….”sul Ponte di Bassano noi ci darem la mano”  (come abbiamo fatto scherzosamente io e mi moglie nelle foto riportate qui di seguito), ma ricordavo anche che questo posto produceva una delle più famose.. grappe d’Italia che, religiosamente, siamo andati ad assaggiare per… l’ennesima volta… E vi assicuro che il clima degli alpini era piuttosto invitante alla tipologia del  drink..

Poi un breve spuntino proprio accanto al  famoso Ponte di Bassano e giù  foto a manetta…

 

Ci siamo subito imbattuti  subito sulla  Torre Bolzonella (oggi chiamata di Ser Ivano - masnadiere di Ezzelino III) , una delle strutture del castello protetto da due cinte murarie, alte oltre 30 metri  che costituivano una 'macchina' da difesa imprendibile.
Detto  castello, come tutti i manufatti militari antichi a guardia di posizioni territoriali strategiche del resto, ha una storia lunghissima che si spinge ai tempi pre-romani. Le strutture murarie consegnateci dal tempo risalgono ai primi decenni del XII secolo ed ebbero il loro massimo splendore al tempo della potente dinastia degli Ezzelini, famiglia germanica legatissima ed imparentata con l'Imperatore, che qui s'insediò definitivamente dopo le vicissitudini che la videro ritirarsi dal castello di Onara (Padova) e poi da quello di Castel di Godego (Treviso) per stabilirsi nel vicino castello di Romano.

Il castello rimase in perfetta efficienza anche con le successive dominazioni dei Visconti e degli Scaligeri, per passare infine alla Serenissima nel 1404. Era una macchina da guerra perfetta a protezione dell'importante città murata e dell'obbligata via di transito allo sbocco delle montagne, tanto che poté resistere agevolmente perfino alle 'nuove' armi messe in campo dagli Ungheri e dall'Imperatore Sigismondo nell'assedio del 1411/12.

Poi nulla poté nel 1508 contro il nuovo tipo di guerra quando la città fu travolta, nonostante la strenua difesa in Valsugana ad opera degli 'ostici' Canalotti, dalle imponenti truppe messe in campo dalla Lega di Cambrai alla guida di Massimiliano d'Austria contro Venezia, che fu ad un passo per essere distrutta. Solo le 'nuovissime' fortificazioni di Padova e Treviso salvarono la Serenissima.

Con la 'pax' veneziana la città perde il suo ruolo di nodo strategico lungo il corridoio di calata dalle alpi e si trasforma gradualmente in vivace città commerciale ed artigianale. La sorte del castello era segnata fin dai primi decenni cinquecenteschi e le opere militari caddero lentamente nell'oblio e vennero parzialmente riutilizzate per altri scopi.

In epoca moderna, escludendo le parti 'private', ci vengono consegnate una serie di strutture in grave stato di abbandono e perfino invase da vegetazione selvatica fino al vistoso crollo del 1928. Una lunga ed accurata opera di restauro durata fino a pochi anni or sono ci permette ora di comprendere ed ammirare pezzi di storia che, per la loro forte  attrazione, non hanno bisogno di particolari guide. Ed infatti, presi da tanta suggestione, abbiamo incominciato a fotografare qua e la, senza un particolare ordine, convinti  - come si evince dalle foto stesse - .che esse parlano da sole, supportate dalle notizie che precedono, onestamente scopiazzate  qua e la allo  scopo  di essere …coerente con l’ignoranza storica di cui ho fatto cenno in apertura..

 

Ecco alcune foto (cliccate sulle immagini per ingrandirle):

 

 

 

Arnaldo De Porti - ottobre 2011

 

 

 

 

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Piazza Scala - ottobre 2011