Certi di incontrare il vostro pieno assenso, dal cessato sito Anpecomit Milano ripresentiamo "L'eremo di Santa Caterina Del Sasso" (Lago Maggiore), scritto dal collega ex-Comit Bruno Landenna e corredato da alcune fotografie..
Piazza Scala - agosto 2010

L'Eremo di Santa Caterina è uno dei luoghi più suggestivi del lago Maggiore. Situato sulla costa lombarda a pochi chilometri da Varese è abbarbicato sullo strapiombo, ad un'altezza di 20 metri sul lago, su un costone roccioso. Il Monastero è raggiungibile con due scalinate, quella più breve (80 gradini) parte dall'imbarcadero dove approdano i battelli della navigazione lacustre e quella di ben 270 gradini scende dalla sovrastante strada provinciale nel Comune di Leggiuno presso il paese di Reno. Consiglio il più facile e scenografico approdo con il battello che si può prendere a Stresa, ad Arona a Laveno o in altro degli approdi lacustri.

La leggenda vuole che tale Alberto Besozzi di Arolo, un ricco mercante locale che scampato ad un naufragio per grazia di Santa Caterina di Alessandria, decise di ritirarsi, intorno all'anno 1170, per condurre vita da eremita in una grotta sulla scogliera  del Sasso Ballaro. La leggenda dice anche che nel 1195 ci fu una epidemia di peste e che le preghiere dell'eremita posero fine al flagello per cui la popolazione del luogo volle erigere una cappella a memoria del miracolo intitolandola a Santa Caterina, oggi visibile in fondo alla chiesa. Dopo la morte l'eremita fu sepolto vicino alla cappella e pochi anni dopo fu beatificato. 

Il posto divenne subito meta di pellegrinaggi. Alcuni anni dopo la morte del Beato, nel XIV secolo, venne costruita un'altra cappella dedicata a Santa Maria Nova e poi una dedicata a S. Nicolao. Attorno al 1400 le cappelle vennero riunite in un unico complesso che negli anni successivi si ingrandì con l'aggiunta di un piccolo Monastero ed un alloggio per i pellegrini (quest'ultimo costruito nel 1500). All'inizio del 1600 il monastero fu oggetto di un altro miracolo, ascritto al beato Alberto: cinque enormi massi si staccarono dalla rupe e caddero sulla cappella. Rimasero impigliati sopra la chiesetta e solo in anni recenti sono stati rimossi.

Il monastero, negli anni passati era molto frequentato dai pellegrini e crebbe in importanza e ricchezza e fu retto prima dai Domenicani, poi dai frati di Sant'Ambrogio, poi dai Carmelitani; poi ebbe un lungo periodo di decadenza a partire dal 1500. Per tutti gli anni passati l'eremo era raggiungibile solo via lago o attraverso un disagevole sentierino. Solo nel secolo scorso fu costruita l'attuale scalinata che collega il sito alla strada a monte. Oggi completamente restaurato è retto dai Benedettini.

Raggiunto l'approdo con il battello e saliti i pochi gradini si accede dal portone di ingresso al Convento meridionale, una volta adibito ad alloggio dei pellegrini, che ha begli affreschi nella sala del camino. Percorso un portico che ha una stupenda vista sul lago e sulle isole Borromee si raggiunge un cortile dove si trova un antico torchio usato dai frati per spremere l'uva e le olive. Si raggiunge quindi il Conventino con un bel portico affrescato. Dal piazzale antistante la Chiesa la vista del lago e delle isole è un momento di grande emozione per la bellezza dei luoghi e la serenità del paesaggio. La chiesa, che ha un bel campanile trecentesco, racchiude le cappelle dei Santi riunite nel complesso e la grotta del Beato; le pareti della chiesa sono riccamente affrescate con opere di pittori lombardi come Giovanni Battista Advocatis di Milano e Giovanni Pietro Crespi da Busto Arsizio.

b.l. (2006)

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Piazza Scala - agosto 2010