Finale Ligure nella preistoria
Come ho già avuto modo di dirvi nel 2001 sono tornato a Finale Ligure dopo oltre trent'anni di peregrinazioni (Biella, Taranto, Varese, Lecce, Aosta, Lecco, Imperia, Alessandria, Savona).
Ho sempre avuto un debole per l'archeologia: se non fossi entrato in banca mi sarebbe piaciuto dedicare il mio tempo alle antiche civiltà (qualche maligno ora dirà che sarebbe stato meglio......).
Il pensionamento mi ha permesso di dedicarmi al paese dal quale ero partito nel 1970: pur essendo un profano vi confesso che con grande meraviglia ho scoperto che Finale Ligure è ricca di valli fossili e di caverne (in ligure dette "Arme") che hanno conservato resti fittili e umani da 300.000 anni fa (cliccare qui per visitare il mio sito personale).
Alcuni anni fa un amico (Cisque Vicino, l'ex Conservatore del museo archeologico di Finale Ligure) mi aveva parlato di una sorta di Stonehenge (in miniatura....) concentrata nella zona collinosa che si stende da San Bernardino ad Orco; in questa parte del Finalese avevo già potuto osservare:
- i tre Ciappi (dei Ceci, della Tata e delle Conche), lastroni di roccia caratterizzati dalla presenza di incisioni profonde (coppelle, croci o forse simboli animistici, il "trenino" e il "vascello"), frequentati sicuramente da innumerevoli generazioni di pastori ma di difficile datazione);
- l'enigmatico recinto megalitico di Camporotondo (un cerchio di ca. 150 metri di diametro, destinato probabilmente a cerimonie religiose ma anch'esso non databile per la mancanza di riferimenti nel circostante).
In tale occasione Cisque aveva accennato anche ad una struttura dedicata agli equinozi, in un sito molto interessante al quale non veniva data pubblicità per evitare atti di vandalismo. Dopo la comparsa di un articolo sulla stampa locale ho deciso di visitare il luogo, che ho raggiunto il 20 settembre 2010 (nuvoloso) insieme a Luca (insieme stiamo realizzando il sito web "Sentieri in Liguria) e il 22 settembre 2010 (bella giornata di sole) con Gigi, un amico di vecchia data.
Siamo arrivati all'osservatorio preistorico del bric Pinarella (la
giusta denominazione locale, anche se sulle carte viene indicato come Bric
Pianarella), un
primitivo rudimentale osservatorio astronomico
con un piccolo vano rettangolare esterno che ospita due pietrefitte o stele
definenti il meridiano del luogo ed un foro di mira (naturale: in Liguria
sono abbastanza frequenti le pietre forate) in un pilastrino di pietra
indicante il sorgere del Sole agli equinozi,
l'inizio dell'anno ed il mezzogiorno.
La struttura dell'osservatorio è piuttosto difficile da
individuare: a prima vista appare come un cumulo di pietre e solo osservando
con attenzione si possono individuare le opere murarie perimetrali realizzate a secco
e a diretto contatto del terreno. Dalla lettura dei reperti
ancora visibili è possibile verificare l'esistenza di un vano rettangolare
con angoli smussati di circa 10 metri per 6 metri di ingombro totale; il
piccolo vano rettangolare esterno con le due stele non è aperto sull'edificio
principale e si direbbe aggiunto in un secondo tempo. Al
pilastrino (alto una sessantina di centimetri) si accede da un sentiero
sostenuto da muri a secco che parte dalle due pietrefitte e sembrerebbe
delineato da altre rocce rozzamente squadrate: è saldamente incassato tra
due massi ad una cinquantina di metri dall'osservatorio e il foro è orientato
ad est verso il sorgere del sole e domina la vallata attigua all'Altopiano delle Manie.
Il complesso è stato scoperto negli anni '60: la destinazione ad
osservatorio astronomico è stata accertata nei primi anni 2000.
Anche in questo caso i rilievi archeologici sino ad ora condotti non hanno permesso di arrivare ad una datazione per la mancanza di elementi di misurazione del tempo: si azzarda tuttavia un'epoca fra 5000 e 4000 anni fa (il tutto potrebbe quindi essere sostanzialmente coevo al notissimo Stonehenge inglese).
Per ovvi motivi non ritengo opportuno fornire un tracciato utile a
raggiungere il sito: tuttavia chi desiderasse visitarlo può scrivermi utilizzando il
modulo inserito nella pagina.
Alfredo Izeta - ottobre 2010
La pianta dell'edificio (cliccare sull'immagine per
ingrandirla)