Promosso
dal Sindacato Giornalisti del Veneto, dall’Ordine dei Giornalisti del Veneto
con il Patrocinio del Consiglio Regionale del Veneto, alla presenza di
autorità, direttori di testate e di emittenti televisive che citerò in
appresso, compresa RAI ove eravamo praticamente di casa, si è tenuto ieri
28/10/2013, un importante incontro sui vari problemi che investono oggi non
solo i giornalisti, ma anche gli editori, i direttori ed altri soggetti
correlati. La parola crisi è stata quella che ha tenuto banco, tanto per
dirla in parole povere, ma si è anche cercato di trovare dei rimedi volti a
sollevare il mondo giornalistico da una crisi senza precedenti, e non sempre
correlata all’attuale grave momento economico-finanziaria che investe il
Paese. Senza fare il Pierino di turno, a questo proposito, feci un lungo
intervento ad un Congresso Nazionale della Stampa a Montesilvano, in
Abruzzo, addirittura un decennio fa e mi pare di aver azzeccato filo e per
segno la realtà odierna.
Le vendite dei quotidiani sono a picco, il comparto televisivo evidenzia un
aggravamento del quadro economico-occupazionale sia per le spese sostenute
per la digitalizzazione, che per la frammentazione degli ascolti ed il forte
calo della pubblicità. Ma non solo per questo le cose vanno male, ma a causa
di una politica che ha annacquato tutti i giornalismi.
Al confronto tra editori, direttori e giornalisti sono intervenuti il
sottosegretario per l’editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri
Giovanni Legnini, il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi, il
direttore della terza rete Andrea Vianello, il presidente dell’istituto
nazionale di previdenza dei giornalisti Andrea Camporese, il direttore della
Federazione degli editori Fabrizio Carotti, il segretario della Federazione
nazionale della stampa Giovanni Rossi.
Lo stato di salute dell’informazione nella regione e il ruolo delle
istituzioni sono stati delineati dal presidente dell’Ordine dei giornalisti
del Veneto Gianluca Amadori, dal segretario del Sindacato veneto dei
giornalisti Massimo Zennaro e dal presidente del consiglio regionale
Clodovaldo Ruffato che ha presentato il progetto di legge a sostegno del
settore. Il Corecom del Veneto ha fornito in anteprima gli esiti della
ricerca condotta dalla Fondazione Rosselli sulle emittenti venete nell’era
del digitale.
Fondi per l’editoria, nuove regole per i motori di ricerca e il rispetto del
diritto d’autore. Ma anche la legge per l’equo compenso che va applicato
trattandosi di un fatto di civiltà e contributi a chi fa innovazione. Nel
giorno in cui i grillini sparano sui fondi all’editoria, il sottosegretario
alla Presidenza Giovanni Legnini assicura che «il governo vigilerà affinché
i fondi per l’editoria non siano tagliati in Parlamento.
Sala del Tiepolo del Palazzo RAI a Venezia era strapiena, per il via ai
lavori sugli Stati generali dell’informazione. L’incontro, come già detto, è
stato organizzato egregiamente dall’ Ordine dei giornalisti, sindacato,
Regione veneto ed ha offerto interventi e ricette per una crisi che stritola
la carta stampata. Gli editori tagliano, le vendite dei giornali sono in
calo, la pubblicità anche.
«Il futuro è nell’informazione di qualità», ripetono politici e addetti ai
lavori. Ma come garantire la qualità se la formazione resta teoria, gli
addetti ai lavori sono in calo, i precari sono pagati pochi euro a pezzo? Un
sistema che rischia di implodere, e ne va del diritto dei cittadini a essere
informati. Un’emergenza scoperta adesso anche dalla politica.
«L’informazione prezzolata è quella che non vogliamo», ha esordito anche il
presidente della Regione Luca Zaia, «attenti alle bufale distribuite dalla
rete, abbiamo il dovere di garantire la qualità dell’informazione anche
garantendo a chi scrive compensi adeguati». Clodovaldo Ruffato, presidente
del Consiglio regionale veneto, ha illustrato la delibera che andrà in aula
entro l’anno. E che prevede nuove norme di sostegno al sistema
radiotelevisivo ed editoriale locale, messo in pericolo dal monopolio dei
grandi network. Sgravio dell’Irap alle aziende che assumono giornalisti a
tempo indeterminato, contributi per le imprese editoriali che investono,
soprattutto in nuova informazione. Andrea Camporese (Inpgi) ha chiesto al
governo la restituzione delle tasse sui contributi versati, che
appesantiscono i bilanci dell’istituto di previdenza. Andrea Vianello,
direttore di RaiTre, elogia la Rai del Veneto, in controtendenza come
ascolti che sono in aumento rispetto alla medie nazionali. Tocca al
presidente dell’Ordine regionale dei giornalisti Gianluca Amadori ricordare
il significato della giornata, che vede per la prima volta insieme allo
stesso tavolo Ordine, sindacato, operatori, istituzioni: «La qualità
dell’informazione va garantita». Maurizio Paglialunga (Ordine nazionale)
ricorda la necessità di un Riforma dell’istituto, finalmente adesso ai
nastri di partenza. Gli editori replicano: «Prima bisogna mantenere in vita
il sistema, sempre più in crisi, non ci sono soldi». Franco Siddi,
segretario nazionale Fnsi, invita il governo a tutelare la Rai come ente
pubblico per garantire la pluralità dell’informazione. «Centodieci mila
giornalisti sono troppi, bisogna rivedere gli albi e non dare illusioni. E
investire sull’informazione di qualità»
Insomma, è stata una giornata in cui si è detto di tutto nell’interesse
della categoria ma, al di là delle enunciazioni, almeno a mio avviso, resta
il problema, mai citato, che oggi il giornalismo non potrà mai essere di
qualità in quanto, chi scrive, a meno che egli non abbia forza contrattuale
riveniente dalla sua posizione di prestigio, come erano i Montanelli (per la
verità, poi scalzato pure lui dall’editore di Arcore che pretendeva che egli
facesse da trombettiere alla sua campagna politica), ed ora gli Scalfari, i
De Bortoli, i Galli Della Loggia e diversi altri di adesso, il capitale del
potente di turno può ogni volta condizionare, a basso prezzo, la verità
nell’interesse che nulla ha a che fare con gli interessi del Paese.
Esattamente, come dicevo più di una decina di anni fa, a Montesilvano,
mettendo in guardia la categoria con il seguente intervento che riporto in
appresso con “copia-incolla”, prodotto da Radio Radicale :
Questo non è stato detto durante il Convegno, oppure è stato
appena appena sfiorato da molto molto lontano. Infatti, il processo di
deterioramento della stampa in generale, non va ascritto solo alla mancanza
di risorse riveniente da uno stato di crisi come l’attuale, ma,
paradossalmente, ad una gran quantità di risorse che sono state e vengono
dirottate solo e soltanto in direzione degli interessi di chi dispone dette
risorse, deviando la pubblica opinione ed allontanandola dall’acquisto dei
quotidiani.. E ciò, ha avuto la sua prima incubazione nell’ultimo ventennio.
Il discorso sarebbe lungo, ma in questa sede, cerco di star lontano dalla
politica….
Esattamente come dissi nel lontano 2001 al Congresso Nazionale della Stampa
di Montesilvano, alla presenza delle più alte autorità dello stato, della
politica, dell’editoria e del giornalismo.
Era inevitabile che si finisse a questo modo.
ARNALDO DE PORTI
Ottobre 2013
Piazza Scala - novembre 2013