La Liguria è ricca di valli fossili che hanno conservato le caratteristiche
proprie della preistoria: il fenomeno del carsismo ha consentito la
formazione di grotte, che, unitamente ai numerosi ripari sottoroccia, hanno
ospitato prima l'homo erectus e poi l'homo sapiens attirati
dal clima favorevole della zona. In questo contesto il Finalese è
particolarmente favorito: in quasi tutte le sue 150 grotte sono stati
ritrovate testimonianze della presenza umana, in particolare risalente al
paleolitico ed al neolitico (fra le più importanti vanno menzionate le
caverne delle Fate, della Pollera e delle Arene Candide).
Mancano invece monumenti preistorici come dolmen e menhir: esistono tuttavia
composizioni litiche riconducibili a tali forme anche se non esiste la piena
certezza delle loro origini.
Menhir
Nella parte posteriore della Caprazoppa, maestosa collina che sembra
scorrere nel mare, nei pressi della carrozzabile Verezzi (frazione di Borgio
Verezzi) e Gorra (frazione di Finale Ligure) si trova una costruzione
duecentesca (attribuita ad Enrico II Del Carretto) denominata Torre di
Bastia edificata sulla cima dell'omonimo colle (321 metri s.l.m.).
Percorrendo il ripido sentiero che conduce alla torre e nei pressi della
stessa si notano, due presunti "mehnir", uno integro ed il secondo
spezzato in due tronconi. Va detto che il Museo Archeologico di Finale
Ligure ha espresso seri dubbi sulla natura artificiale dei due frammenti,
classificandoli come rocce emergenti dal terreno per la mancanza di
manufatti presso la loro base, manufatti che tuttavia potrebbero essere
stati cancellati dalla sfruttamento agricolo dell'area, continuato sino alla
seconda metà del secolo scorso. Nonostante le incertezze, è peraltro
suggestivo considerare i due spuntoni come opera dell'uomo.
Dolmen
A poche centinaia di metri dai due "menhir", nei pressi di un
traliccio e di un'attrezzatura composta da fili elettrici ed isolatori,
troviamo un presunto "dolmen".
In questo caso la struttura è sicuramente attribuibile all'uomo: la forma
della camera interna è trapezoidale (m. 1.90 x 2.10, altezza 85 cm. ca.). E'
piuttosto singolare la copertura: spessa ca. 20 cm., copre il manufatto con
due tronconi somiglianti ad una punta di freccia. Da notare che innanzi
all'apertura della camera è posto un "pilastrino" in pietra, che
probabilmente in passato era parte del "dolmen" (non saprei dire
in quale modo).
I riscontri archeologici sono rari: uno studioso ha visto un orientamento
correlato alle fasi lunari.
Se posso esprimere un'opinione, il "dolmen" sembra un pò troppo
lavorato e preciso per essere attribuito alla c.d. età della pietra.
I lettori possono esprimere il proprio giudizio visionando la sottostante galleria fotografica.
Alfredo Izeta - settembre 2011
Menhir (dal bretone men = pietra e hir = lunga): pietra infitta
nel terreno tipica della cultura megalitica. La funzione dei menhir
tuttora oggetto di studio.
Dolmen (dal bretone dol = tavola e men = pietra): struttura
fondamentalmente costituita da lastre di pietra più o meno sagomate ed
infisse verticalmente nel terreno e sormontate da una o più lastre litiche
orizzontali. I dolmen avevano funzione di sepolture, singole o collettive.
nell'ambito della cultura megalitica.
Per approfondire
•
Finale Ligure negli anni 2000
•
Sentieri in Liguria
Per visualizzare le fotografie ingrandite cliccate sulle miniature , tutte con didascalie illustrative. | |||
Un altro monumento litico si può
osservare sugli speroni rocciosi posti
nella parte alta dell'Arma Strapatente, scenografica caverna a due sbocchi
che si apre sul muro di Boragni (frazione medioevale di Finale Ligure con la
caratteristica strada coperta),
raggiungibile da Orco attraverso la Val Nava:
sopra l'entrata della grotta è visibile un
"dolmen" (in realtà si tratta di un altare sacrificale protostorico di difficile datazione), che
possiamo definire piuttosto raro in Liguria. Favoriti dal clima dolce della
Ligiuria, i nostri progenitori hanno popolato sin dal paleolitico quasi
tutte le oltre centocinquanta grotte e caverne del Finalese, strappandole
agli animali.
L'immagine dell'altare è stata gentilmente fornita da Giuseppe
Vicino, ex-Conservatore del locale Museo Archeologico.
Cliccare sulla miniatura presente in questo spazio per ingrandirla e
visualizzare l'altare. (A.I.)
Piazza Scala - settembre 2011