scatti fotografici di Alfredo Izeta    

 

La Liguria è ricca di valli fossili che hanno conservato le caratteristiche proprie della preistoria: il fenomeno del carsismo ha consentito la formazione di grotte, che, unitamente ai numerosi ripari sottoroccia, hanno ospitato prima l'homo erectus e poi l'homo sapiens attirati dal clima favorevole della zona. In questo contesto il Finalese è particolarmente favorito: in quasi tutte le sue 150 grotte sono stati ritrovate testimonianze della presenza umana, in particolare risalente al paleolitico ed al neolitico (fra le più importanti vanno menzionate le caverne delle Fate, della Pollera e delle Arene Candide).
Mancano invece monumenti preistorici come dolmen e menhir: esistono tuttavia composizioni litiche riconducibili a tali forme anche se non esiste la piena certezza delle loro origini.

 

Menhir
Nella parte posteriore della Caprazoppa, maestosa collina che sembra scorrere nel mare, nei pressi della carrozzabile Verezzi (frazione di Borgio Verezzi) e Gorra (frazione di Finale Ligure) si trova una costruzione duecentesca (attribuita ad Enrico II Del Carretto) denominata Torre di Bastia edificata sulla cima dell'omonimo colle (321 metri s.l.m.). Percorrendo il ripido sentiero che conduce alla torre e nei pressi della stessa si notano, due presunti "mehnir", uno integro ed il secondo spezzato in due tronconi. Va detto che il Museo Archeologico di Finale Ligure ha espresso seri dubbi sulla natura artificiale dei due frammenti, classificandoli come rocce emergenti dal terreno per la mancanza di manufatti presso la loro base, manufatti che tuttavia potrebbero essere stati cancellati dalla sfruttamento agricolo dell'area, continuato sino alla seconda metà del secolo scorso. Nonostante le incertezze, è peraltro suggestivo considerare i due spuntoni come opera dell'uomo.

 

Dolmen
A poche centinaia di metri dai due "menhir", nei pressi di un traliccio e di un'attrezzatura composta da fili elettrici ed isolatori, troviamo un presunto "dolmen".

 

In questo caso la struttura è sicuramente attribuibile all'uomo: la forma della camera interna è trapezoidale (m. 1.90 x 2.10, altezza 85 cm. ca.). E' piuttosto singolare la copertura: spessa ca. 20 cm., copre il manufatto con due tronconi somiglianti ad una punta di freccia. Da notare che innanzi all'apertura della camera è posto un "pilastrino" in pietra, che probabilmente in passato era parte del "dolmen" (non saprei dire in quale modo).
I riscontri archeologici sono rari: uno studioso ha visto un orientamento correlato alle fasi lunari.  
Se posso esprimere un'opinione, il "dolmen" sembra un pò troppo lavorato e preciso per essere attribuito alla c.d. età della pietra.

 

I lettori possono esprimere il proprio giudizio visionando la sottostante galleria fotografica.

 

Alfredo Izeta - settembre 2011

 


 

Menhir (dal bretone men = pietra e hir = lunga): pietra infitta nel terreno tipica della cultura megalitica. La funzione dei menhir
tuttora oggetto di studio.

Dolmen (dal bretone dol = tavola e men = pietra): struttura fondamentalmente costituita da lastre di pietra più o meno sagomate ed infisse verticalmente nel terreno e sormontate da una o più lastre litiche orizzontali. I dolmen avevano funzione di sepolture, singole o collettive. nell'ambito della cultura megalitica.

 

Per approfondire
Finale Ligure negli anni 2000
Sentieri in Liguria
 


 
 Per visualizzare le fotografie ingrandite cliccate sulle miniature , tutte con didascalie illustrative.

 

 

Un altro monumento litico si può osservare sugli speroni rocciosi posti nella parte alta dell'Arma Strapatente, scenografica caverna a due sbocchi che si apre sul muro di Boragni (frazione medioevale di Finale Ligure con la caratteristica strada coperta),  raggiungibile da Orco attraverso la Val Nava: sopra l'entrata della grotta è visibile un "dolmen" (in realtà si tratta di un altare  sacrificale protostorico di difficile datazione), che possiamo definire piuttosto raro in Liguria. Favoriti dal clima dolce della Ligiuria, i nostri progenitori hanno popolato sin dal paleolitico quasi tutte le oltre centocinquanta grotte e caverne del Finalese, strappandole agli animali. L'immagine dell'altare è stata gentilmente fornita da  Giuseppe Vicino, ex-Conservatore del locale Museo Archeologico.
Cliccare sulla miniatura presente in questo spazio per ingrandirla e visualizzare l'altare. (A.I.)

 

 

 

 

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Piazza Scala - settembre 2011